Benevento è una delle città più antiche d’Italia. Fondata, secondo lo storico romano Varrone, dall’eroe greco Diomede, re dell’Etolia. La città, moltissimo tempo dopo, fu convertita al Cattolicesimo. Grande attenzione acquisì il Natale, soprattutto quando San Francesco d’Assisi arrivò soggiornando nel chiostro di Santa Sofia, luogo in cui mise in scena il primo presepe della storia.
Benevento: storia e riti pagani
La città, punto di incontro di sei strade principali, è molto storica e ricca di monumenti come l’Arco di Traiano, il Teatro Romano (costruito sotto il regno dall’imperatore Adriano), il Duomo, la chiesa di Santa Sofia, il Ponte Leproso, la Rocca dei Rettori. La prima fase della storia di questo paese è legata al popolo dei Sanniti e divenne presto importante per la sua posizione centrale, per questo motivo la loro cultura venne influenzata da influssi provenienti dalla Magna Grecia e dalle popolazione di lingua osca.
L’uso del cinghiale come simbolo della città fa dedurre che Benevento appartenesse alla tribù sannitica dei Caudini. Dopo le guerre sannitiche la città cadde tra le mani dei Romani, che ne fecero una colonia. Dopo la caduta dell’Impero romano, con i Longobardi la città divenne la capitale di un vasto ducato esteso in tutto il sud Italia. Questi erano una popolazione pagana che adorava il dio Odino. Dal 1077 fino al XIX secolo la città fu governata dai Rettori Pontifici che andarono a vivere a la Rocca, nella parte più protetta della città, visto che non furono mai ben visti dal popolo.
Benevento e le streghe
Durante l’epoca della Controriforma inizia a diffondersi a Benevento il fenomeno della stregoneria. Uno degli esempi più noti sono i riti pagani propiziatori dei guerrieri longobardi, eseguiti intorno ad un albero sacro. Addirittura la città secondo il trattato “Della superstiziosa Noce di Benevento“, ne era la capitale. Tutto questo avvenne per secoli fin quando Romualdo, il duca longobardo, si convertì al cristianesimo per ottenere l’appoggio della Chiesa contro i Bizantini.
Benevento: la conversione e il Natale
Il vescovo della città, San Barbato, condusse un’aspra lotta contro il paganesimo al fine di eliminarlo completamente, quindi riuscì a convertire l’intera popolazione. Infatti venne anche tagliato l’albero sacro al posto del quale sorse una chiesa dedicata alla Vergine Maria. La religione iniziò a romanizzarsi e il 25 dicembre venivano festeggiati i “Dies Natalis sol invictus“. A ridosso del solstizio d’inverno, questi riti avvenivano ancora di notte, nelle campagne.
La festività centrale divenne la Pasqua perché la data di nascita di Gesù era ancora incerta. Nell’anno Mille il Natale assunse valenza grazie soprattutto alla visita di San Francesco nel chiostro di Santa Sofia.
Tradizioni natalizie beneventane
Benevento è famosa per le sue prelibatezze, infatti nel periodo natalizio i piatti che non mancano mai in tavolo sono il cardone, il torrone, l’agnello, gli “ammugliatielli” e le salsicce fatte con carne e cervello di maiale. La ricetta del cardone viene tramandata da 2000 anni, ma col tempo sono state apportate delle variazioni. La ricetta originale era con le cipolle, un piatto povero, ma col tempo l’hanno arricchita con polpette di carne e uova. Ne parlava anche il poeta Marziale dicendo che “cardus et cepae“, ovvero cardone e cipolle, sono le due principali prelibatezze di Benevento.
Gli ammugliatielli sono le interiora dell’agnello preparate con vari aromi e spezie. Il torrone, invece, fa parte di una tradizione millenaria, i Romani lo chiamavano “cupedia” che vuol dire leccornia. Nel XVII secolo la sua fama si è diffusa del tutto, veniva regalato per le festività a prelati ed altri personaggi influenti di Roma. Gli ingredienti sono rimasti invariati: mandorle, nocciole, miele e albume d’uovo, che oggi vengono amalgamati e tostati, non cotti a vapore. Infatti il termine “torrone” deriva dal latino “torreo” che vuol dire abbrustolire.
Sitografia
Comune.benevento.it
Lascia un commento