I film di Roberto Rossellini sono arrivati su RaiPlay e con loro è arrivata anche una Napoli in bianco e nero, ma senza tempo.
Napoli, infatti, è da sempre scenografia perfetta per film e fiction. Sono tante, e sempre più numerose oggi, le produzioni nazionali ed internazionali che approdano quotidianamente nella città di Partenope. Ognuna con l’ambizione di raccontarla e catturarne l’essenza. Se in queste settimane sono ricominciate le riprese di Mina Settembre con Serena Rossi e de Il Commissario Ricciardi con Lino Guanciale, tra gli anni ’40 e ’60, tra i primi a raccontare la città, la sua bellezza e la sua miseria, c’è stato il regista romano Roberto Rossellini.
Rossellini è stato uno dei più importanti registi, sceneggiatori e produttori italiani, nonché uno dei padri del cosiddetto “Neorealismo”, quella corrente cinematografica che grande spazio ha dato alle classi disagiate e lavoratrici. Caratteristica di questa corrente è stata l’ispirazione all’epoca contemporanea, con grandi riprese all’aperto, dando spazio al contempo alle città in cui sono ambientate le storie.
Tra le pellicole più acclamate, che è possibile vedere sulla piattaforma streaming della TV di Stato, “Paisà”, che ritorna, insieme alle altre pellicole, in una straordinaria versione restaurata.
“Paisà” di Roberto Rossellini
Girato in sei episodi tra Napoli, Maiori e la Costiera Amalfitana, Paisà è la seconda pellicola della Trilogia della guerra antifascista. Girata prevalentemente con attori non professionisti, nel secondo episodio, intitolato appunto “Napoli”, racconta la storia di un ragazzino napoletano di nome Pasquale, che incontra Joe, un soldato americano ubriaco al quale gli ruba scarpe e oggetti personali.
Ritrovato il piccolo ladro, Joe lo costringe a portarlo a casa per riavere la refurtiva, ma quando scopre un gruppo di piccoli scugnizzi bisognosi, Joe decide di lasciargli le scarpe. Parte da qui una storia che attraversa la Seconda guerra mondiale e i bombardamenti subiti da Napoli.
“Paisà” racconta la drammaticità della guerra, ai tempi ancora recente: la miseria e la perdita di Pasquale, ma anche la compassione e il senso di colpa di Joe, che rappresenta l’animo degli Alleati. Un incontro che segnerà entrambi per tutto il resto della vita.
Viaggio in Italia e Napoli ‘43
Ma Roberto Rossellini ritornerà a Napoli per altre due volte: la prima dirigendo la moglie, Ingrid Bergman, in Viaggio in Italia, mostrando non solo le strade della città di Napoli, ma anche uno dei suoi luoghi simbolo, il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dove la Bergman passeggia tra sale e opere ormai iconiche. Alex e Katherine Joyce, coppia inglese dell’alta borghesia, arrivano a Napoli per questioni ereditarie. Sposati da otto anni, si sentono ormai due estranei: lui arrogante e amante di Capri, lei perbenista e attratta dalla città che la circonda. Tra incomprensioni e un senso di malinconia decidono di divorziare. Scena cult e culmine del film a Maiori: una processione li separata durante la folla. Il disperato ricongiungimento e l’abbraccio lasciano un finale aperto, forse sospeso, facendo sperare lo spettatore per una riconciliazione.
Amori di mezzo secolo
Nello stesso anno, Roberto Rossellini gira Amori di mezzo secolo, un nuovo film a episodi, dedicandone uno, ancora una volta alla città di Napoli. “Napoli ’43“, questo il titolo del corto, è ambientato nel pieno della Seconda guerra mondiale. Durante i bombardamenti, attori e comparse che erano impegnati nelle prove di uno spettacolo al Teatro San Carlo, si rifugiano precipitosamente in un rifugio antiaereo. È in questo luogo, nel corso di una trepidante attesa, che la comparsa Carla e l’aviere Renato si guardano, dando vita ad un amore travolgente. Ma il destino sembra prendersi gioco del loro amore e di questa ritrovata felicità, forse separandoli per sempre con la tragica morsa improvvisa e cattiva della morte.
Con le sue opere Roberto Rossellini ha ispirato generazioni di registi, proprio come Napoli che continua ad essere proscenio d’eccezione delle storie che continuano ad emozionarci.
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