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Eduardo Scarpetta è stato attore e prolifico autore di opere teatrali (tra le tante Miseria e Nobiltà e Il medico dei pazzi), ed è una delle figure di spicco della cultura napoletana tra Ottocento e Novecento. Dotato di una mente vivace e di una personalità carismatica, attraverso il teatro dialettale ha descritto vizi e virtù di una Napoli d’altri tempi, portando in scena sia opere originali che rielaborazioni in chiave partenopea di pochade francesi.

Eduardo Scarpetta
Ritratto di Eduardo Scarpetta – fonte Wikipedia.

Non solo teatro: incursioni nel cinema di Eduardo Scarpetta


Il nome di Eduardo Scarpetta è convenzionalmente associato al teatro. Ma in anni recenti, grazie anche alle ricerche condotte dagli eredi e da studiosi, sono ritornati alla luce alcuni lavori cinematografici che lo videro protagonista negli anni Dieci. Di queste pellicole, forse distrutte dallo stesso attore, ci sono giunte solo poche foto di scena e recensioni d’epoca. Ma andiamo con ordine.

Nel 1908, un anno prima del suo definitivo ritiro dalle scene teatrali, Eduardo rilascia alla rivista “LUX”, una delle primissime dedicate al cinema, una sua impressione su quest’arte rivoluzionaria, con particolare riferimento al genere comico.

Afferma che gli attori teatrali non devono disdegnare questa nuova dimensione artistica, anzi dovrebbero sperimentarla, perché la loro conoscenza dell’arte recitativa potrebbe apportare ad essa solo benefici. Forse perché spinto dal desiderio di rimettersi in gioco artisticamente, Scarpetta decide a partire dal 1914 di tentare l’avventura nel cinematografo. A questa scelta ha sicuramente contribuito l’esempio del figlio Vincenzo, l’unico erede ufficiale del suo patrimonio artistico teatrale; il giovane infatti era un amante delle novità e, rimasto affascinato dal cinematografo, aveva già da tempo firmato dei contratti per alcune produzioni.

Pubblicità del film Miseria e Nobiltà apparso su “Modernissimo Settimanale illustrato”, a. I, n. 9, 4 aprile 1915 – ora in Iaccio e Cozzi Pionieri del cinema napoletano edito nel 2016.

I film del 1914

Nel biennio 1914-1915 Eduardo prende parte a cinque film, tutti adattamenti di sue opere teatrali. Va ricordato che nel 1914 il cinema aveva raggiunto una maturità tecnica impensabile nei primissimi anni del ‘900; di conseguenza la possibilità di girare film più lunghi (lungometraggi) si adattava perfettamente alle articolate dinamiche narrative delle commedie scarpettiane.

La casa di produzione prescelta fu la milanese “Musical Film” di Lorenzo Sonzogno. Le pellicole realizzate nel 1914 sono tre. La prima, intitolata Un antico caffè napoletano, narra delle disavventure di Felice Sciosciammocca che, sebbene sia un ladro, si fa passare per una guardia. Poi c’è La nutrice, film incentrato sulla procace nutrice Lisetta, la cui bellezza fa battere i cuori di tutti gli uomini della famiglia in cui viene assunta; l’ultimo è la prima versione cinematografica di Miseria e Nobiltà, la commedia scarpettiana più celebre e che ebbe, rispetto agli altri quattro film, una maggiore risonanza mediatica.

I film del 1915

Al 1915 risalgono invece Tre pecore viziose e Lo Scaldaletto. Il primo è tratto dalla commedia omonima del 1881 a sua volta desunta dal francese Le procés Veauradieux e racconta le vicissitudini di tre uomini sposati che tradiscono le rispettive mogli. Il secondo trae origine dall’opera teatrale ‘O scarfalietto, scritta da Scarpetta nel 1881 e riduzione dell’opera francese La boule. Qui i protagonisti Amalia e Felice decidono di divorziare a causa dei numerosi litigi… e quello più memorabile riguarda proprio uno scaldaletto!

Foto di scena de Lo scaldaletto. Scarpetta è l’uomo affacciato al balcone – immagine tratta dal volume Felice Sciosciammoca, mio padre scritto da Maria Scarpetta nel 1950.

Una critica severa

La critica del tempo però non apprezza gli sforzi di Eduardo. Del film La nutrice, per esempio, viene criticata l’inutilità di alcune scene, la prolissità di altre e la presenza di momenti comici poco sviluppati. Un riscontro negativo che sicuramente dovette inasprire l’idea che Scarpetta aveva del cinema. Questa esperienza non certo felice si rivela però oggi, grazie agli scatti pervenuti, una preziosa testimonianza della poliedrica mimica facciale del commediografo.

Inoltre, la vocazione cinematografica che ha sempre caratterizzato Napoli, traspare in maniera evidente dalle foto di scena, in cui è possibile riconoscere inediti scorci di una Campania d’antan. Ad esempio, per il film Miseria e Nobiltà sono state girate alcune scene in Via del Parco Margherita e a Posillipo, mentre la scena finale, quando viene svelato l’inganno dei falsi nobili, è probabilmente ambientata nei lussureggianti giardini dell’Hotel Vittoria di Sorrento. La lavorazione di tutti i film, però, fu comunque molto difficile perché animata da continui contrasti tra Scarpetta e le varie maestranze.

Programmazione di alcune sale cinematografiche di Torre del Greco nel 1917. Tra i film proposti c’è anche Miseria e Nobiltà – fonte collezione digitale Museo Cinema Torino.

Film distrutti da Eduardo Scarpetta?

I film rimasero in circolazione per un tempo non molto lungo. Sicuramente hanno avuto una distribuzione nazionale, che ha toccato città come Roma e Milano, in particolare il film Miseria e Nobiltà. Deluso dall’esperienza, Scarpetta, secondo quanto scritto dall’altro figlio Domenico, ritirò le pellicole dal mercato. Un’operazione disastrosa sotto il profilo economico: Scarpetta è forse uno dei pochi attori per cui il cinema ha costituito una perdita più che un guadagno.

Inoltre, come riportato in alcuni diari dello stesso attore, i film rischiarono il sequestro per una causa intentata al produttore Sonzogno. Come riferisce la figlia Maria in un volume dedicato al padre «Dopo aver visto i film in privato, mio padre non volle mai più metter piede in una sala cinematografica […] considerando la faccenda un sottoprodotto dell’attività teatrale». I film dunque dovrebbero essere persi per sempre. Ma chissà, forse in un remoto archivio estero o presso qualche collezionista privato è possibile scovarne una copia: sarebbe una scoperta straordinaria, sotto molti aspetti. In primo luogo ci permetterebbe di conoscere la fisicità e la gestualità di Scarpetta, il suo modo di riempire e dominare la scena; in secondo luogo ci farebbe scoprire versioni inedite delle sue commedie. Difatti queste produzioni non devono essere intese come mero teatro filmato, ma veri e propri film con caratteristiche narrative peculiari.

Bibliografia

M. Scarpetta, Felice Sciosciammocca. Mio padre, Morano, Napoli, 1950

M. Mangini, Eduardo Scarpetta e il suo tempo, Montanino, Napoli, 1962

M. Franco – S. Masi, Il mare, la luna, i coltelli. Per una storia del cinema napoletano, Pironti editore, Napoli, 1988

V. Martinelli, Il cinema muto italiano 1914 – prima parte – i film degli anni d’oro, Bianco e Nero-Nuova ERI, Roma (collaborazione e prefazione di Aldo Bernardini), 1993

V. Martinelli, Il cinema muto italiano 1914 – seconda parte – i film degli anni d’oro, Bianco e Nero-Nuova ERI, Roma (collaborazione e prefazione di Aldo Bernardini), 1993

V. Martinelli, Il cinema muto italiano 1915 – seconda parte – i film della Grande Guerra, Bianco e Nero-Nuova ERI, Roma, 1992

P. Iaccio – M. B. Cozzi Scarpetta, Pionieri del cinema napoletano. Le sceneggiature di Vincenzo e i film perduti di Eduardo Scarpetta, Liguori, Napoli, 2016 – nell’appendice fotografica del volume sono raccolte le foto di scena dei film di Scarpetta

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