“Un posto al sole” è la prima soap opera realizzata interamente in Italia, e nello specifico, presso il centro di produzione Rai di Napoli.
“Un posto al sole”: un inizio lontano
Il 21 ottobre del 1996 andava in onda su Rai 3, la prima puntata di quella che sarebbe stata poi la soap opera più longeva della TV italiana.
Lo spot che la pubblicizzava già lasciava intendere che si trattava di un gruppo di persone che “amano, lottano, per conquistare un posto al sole”. Insomma un nutrito gruppo di persone che affrontano la vita e i suoi problemi al viso aperto, sotto il sole di Napoli.
Nato da un’idea di Gianni Minoli, quello che si racconta è il quotidiano di un piccolo condominio di Posillipo, dove s’intrecciano le vite e le storie dei condomini.
“Un posto al sole”: la prima storica puntata
La storia inizia in un quartiere popolare dove vive Anna Boschi (Samuela Sardo), giovane studentessa che lavora presso i Conti Palladini e scopre di aver ricevuto in eredità un appartamento all’interno del palazzo di loro proprietà.
La scoperta è duplice: Anna è la figlia illegittima di Giacomo, il primo dei Conti.
L’unica clausula per la proprietà: Anna deve vivere nell’appartamento e, costretta dagli eventi, si trasferisce al palazzo, alla “Terrazza“, come comunemente sarà definito l’appartamento. E’ proprio dalla Terrazza che si muovono concretamente gli eventi del palazzo.
Qui iniziano ad arrivare ospiti nelle camere che la giovane è costretta a fittare, anzitutto all’amica storica, Silvia (Luisa Amatucci) che lavora nel bar vicino al palazzo, il Caffè Vulcano, di proprietà di Alberto Palladini, il figlio primogenito del Conte, di professione avvocato.
I fatti si muovono velocemente, le sequenze narrative seguono gli eventi reali. Le vite degli abitanti si incrociano nel quotidiano, negli affetti, nel lavoro, negli studi.
Gli anni si susseguono e, nel mentre, si alzano anche gli ascolti televisivi della soap. I personaggi diventano persone di famiglia che, tutte le sere, entrano garbatamente nelle case del loro pubblico. Le loro vite, escono dalle mura delle loro case (costruite sul set) e s’incrociano lungo le vie della città.
Strade che i Napoletani riconoscono in tv e che vengono mostrate al grande pubblico televisivo, in un tempo nel quale era ancora lontano il turismo di massa che ha invaso la città negli ultimi anni.
Palazzo Palladini, ovvero Villa Volpicelli a Posillipo, diventa meta di turisti che vogliono visitare quello che è diventato “il condominio più famoso d’Italia”.
E come nella maggior parte dei condomini, un ruolo fondamentale è quello del portiere, il custode del palazzo.
Raffaele Giordano, il portiere che tutti vorremmo
E’ Raffaele Giordano, interpretato da Patrizio Rispo, il portiere del palazzo più famoso di Napoli. Raffaele è un uomo semplice, umile. E’ protagonista delle giornate che si vivono al palazzo, uomo giusto che non ha timore di scontrarsi apertamente contro la legge del più forte.
Rimasto vedovo e legatosi sentimentalmente solo anni dopo la morte della moglie, ha nel cognato un amico fraterno: Renato Poggi (Marzio Honorato), ex banchiere in pensione ed ex amministratore del condominio. Il loro affetto, in stile Totò e Peppino, spesso allieta e alleggerisce le giornate loro e quelle dei condomini.
Raffaele, nel suo ruolo di portiere, cura le piante e si occupa della posta e delle pulizie. Ha sempre un cruciverba nella guardiola per ammazzare la noia e un occhio al portone a vigilare su chi entra e chi esce ed un occhio al calcio Napoli.
Il figlio si chiama Diego (interpretato dall’attore Francesco Vitiello), in onore di Maradona!
Un successo lungo oltre vent’anni
Da quel lontano 21 ottobre del 1996 sono passati quasi trent’anni.
Superate oltre le 6000 puntate, gli attori, come spesso accade nell’immaginario collettivo del pubblico che li segue fedelmente, diventano un tutt’uno coi personaggi.
La fiction, sebbene sia e resti tale, s’incrocia con la realtà, il pubblico partecipa attraverso i commenti social e spesso si verificano veri e propri schieramenti.
“Un posto al sole” buca lo schermo entrando educatamente nelle case. Entrando nelle case, partecipa alla vita del suo pubblico con momenti diventati iconici: ad esempio il brindisi natalizio di Patrizio Rispo nelle vesti di Raffaele che fa insieme ai telespettatori, guardando nelle telecamera e rivolgendosi direttamente a loro; oppure i saluti estivi, a fine stagione con l’arrivederci a dopo le vacanze.
Non solo “Un posto al sole“
La storia del cinema a Napoli è fatta di successi e grandi nomi Spesso la città è stata ed è set cinematografico: luoghi e strade ormai diventati iconici grazie alle scene girate in esterna, ma non solo.
Tutte le strade sono oramai riconoscibili: da Posillipo a Mergellina, da Cavalleggeri d’Aosta al centro storico, dalle chiese monumentali ai musei.
Questo, tra l’altro, ha permesso la trasposizione diretta della realtà napoletana all’interno della stessa soap, sebbene spesso le scene – anche in esterna – siano girate con mesi di anticipo.
Ad esempio, quando il lockdown del 2020 ha impedito le riprese, la sospensione forzata della fiction ha dato vita allo spin off “Un po’ sto a casa”: i condomini confinati s’interfacciavano solo con Raffaele, attraverso i citofoni. Od anche quando la città di Napoli era addobbata coi festoni azzurri in occasione dei festeggiamenti per il terzo scudetto vinto dalla SSC Napoli nel 2023, anche il portone del palazzo è stato addobbato con bandiere azzurre.
Un posto al sole: il via alla fiction napoletana
Un posto al sole ha aperto la strada alla fiction napoletana. Tantissime le fiction di successo che si sono succedute: La Squadra, Mina Settembre, I Bastardi di Pizzofacone, Resta con me, Il commissario Ricciardi, non ultimi ma di genere diverso Gomorra e il successo di Mare Fuori.
Una storia, quella del cinema napoletano, che non conosce tramonto e godendosi quotidianamente la sua creatura più longeva: “Un Posto al Sole“.
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