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Nell’alveo fecondo del Seicento pittorico napoletano, dove nomi altisonanti come Stanzione, Mattia Preti e Luca Giordano catalizzano le luci dei riflettori, il nome di Giuseppe Marullo e il suo singolare talento rischiano rimanere in ombra. Complice una figura avvolta in un alone di mistero, che emerge timidamente dalle pagine di Bernardo De Dominici. Lo storico napoletano descrive l’autore come conterraneo di Massimo Stanzione, suo mentore e maestro, e di altri artisti quali Finoglio e De Popoli

Giuseppe Marullo
Giuseppe Marullo, San Pietro liberato dagli angeli, Museo del Prado

Giuseppe Marullo, introduzione 

Marullo era oriundo di Orta di Atella, nel Casertano, ma anche la sua data di nascita resta avvolta nel mistero. L’unica traccia certa è la firma apposta sulla data della sua prima opera, il 1631, che lo colloca agli inizi del XVII secolo. 

Nonostante la fama di Marullo non abbia mai raggiunto i vertici toccati dai suoi illustri contemporanei, la sua opera testimonia una maestria pittorica. L’autore, nei suoi lavori, ricorre ad una tavolozza ricca e corposa, narrando storie sacre e profane con una verve narrativa e una resa naturalistica di indubbio pregio. 

Composizioni in cui si stagliano grandi figure, rivelando un’attenta osservazione della realtà, filtrata attraverso la sensibilità personale che si scosta dai canoni rigidi del classicismo seicentesco. Emerge, infatti, una maggiore libertà espressiva, un gusto per l’innovazione che lo avvicina idealmente alle istanze del Barocco incipiente. 

Poche opere pervenute 

La scarsa mole di opere pervenute non permette di tracciare un percorso artistico completo. Tuttavia, le tele superstiti, disseminate in collezioni private e musei minori, sono sufficienti a far apprezzare il talento di questo pittore che merita di essere sottratto all’oblio e riscoperto come una delle voci più interessanti del panorama artistico napoletano del Seicento. 

I frammenti di vita del Marullo ci giungono attraverso alcuni scritti che sono stati raccolti e rielaborati da Bernardo De Dominici, che li utilizzò come riferimento per il suo Vite de’ Pittori, Scultori ed Architetti Napolitani, il cui valore è riconosciuto da studiosi come Schütze e Willette, che ne hanno analizzato provenienza e contenuto. 

La formazione di Giuseppe Marullo 

L’eredità artistica ricevuta da Stanzione ebbe un notevole impatto sulla formazione di Marullo. 

La scomparsa di alcuni dei massimi esponenti della pittura napoletana nella prima metà del XVIII secolo, tra cui lo stesso Stanzione nel 1656, aprì la strada a nuove tendenze più propriamente barocche, incarnate da artisti come Mattia Preti e Luca Giordano. 

Giuseppe Marullo, Trasfigurazione di Cristo – Cappella del Santissimo Salvatore, Napoli

Giuseppe Marullo, pur rimanendo fedele alla sua formazione classica, non rimase immune da questo nuovo gusto, aprendosi gradualmente a suggestioni barocche, come si evince da alcune opere tarde, dove la sua tavolozza di colori si fa più ricca e vibrante, le composizioni più dinamiche e i soggetti più teatrali. Ne è un esempio la bellissima Trasfigurazione di Cristo, all’interno della Cappella del Santissimo Salvatore adiacente alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta a Napoli. La figura di Cristo emerge da un indefinito spazio, con le vesti brillanti e la mano benedicente, mentre sotto di lui i profeti Elia e Mosè. 

Stessa monumentalità delle figure, stagliate in una tela di dimensioni minori, è La Cena di Emmaus, al Museo Correale di Sorrento, in cui persino Gesù sembra avere lo stesso volto che ritroviamo alla Pietrasanta a Napoli. Qui le figure occupano l’intero spazio visivo, con la figura di Cristo che troneggia al centro della scena.  

Importanza della sua opera 

Nonostante l’affermazione del Barocco, e una impostazione distante dalle nuove tendenze, Marullo continuò ad ottenere commissioni in città. Il pittore mantenne la fama di pittore abile e affidabile, preservando una posizione di rilievo nel panorama artistico locale. 

Giuseppe Marullo rappresenta un ponte ideale tra il classicismo seicentesco e il Barocco. La sua pittura, benché radicata nella tradizione, seppe accogliere le nuove suggestioni, contribuendo all’evoluzione del gusto artistico del tempo. 

Marullo non fu un autore rivoluzionario, ma un interprete dei cambiamenti, attento e sensibile. Le sue opere, custodite all’interno di edifici di culto di Napoli e persino in musei oltreoceano, coniugano classicità e sperimentazione. 

Nonostante Giuseppe Marullo non abbia rivestito un ruolo centrale di protagonista del Seicento napoletano, forse oscurato dai grandi nomi del Barocco, la riscoperta e la valorizzazione della sua opera ci permettono invece di approfondire la conoscenza di un periodo di transizione artistica, complesso e ricco di fermenti, offrendoci un nuovo punto di vista sulla storia dell’arte del Seicento a Napoli. 

Bibliografia 

Giuseppe Marullo: opera completa, A. Della Ragione 

Pittura del Seicento a Napoli, da Caravaggio a Massimo Stanzione, Nicola Spinosa 

Dizionario biografico degli italiani, vol. 71, Mario Epifani  

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