Napoli e Partenope. La città e il mito della sua fondazione. Due volti della stessa anima. Celebrata dall’ultimo film di Paolo Sorrentino, “Parthenope” appunto, in concorso al Festival di Cannes, la Sirena ha sempre avuto un forte legame con la città, al pari del suo Santo Patrono, San Gennaro.

L’origine di Partenope
Tra le melodie incantatrici e il fascino magnetico delle sirene, la figura di Partenope spicca per la tragica bellezza. Figlia di Forco, Acheloo e Terra o della Musa Melpomene, a seconda del mito che la racconta, la sua storia è intrisa di mistero e dolore.
La leggenda narra che Partenope, insieme alle sue sorelle Ligea e Leucosia, possedesse un canto ammaliatore capace di stregare i marinai, conducendoli a una morte certa tra le rocce. Ma la loro esistenza subì una svolta drammatica quando incontrarono Ulisse, il leggendario eroe greco. Il suo astuto stratagemma, consistente nel tappare le orecchie dei suoi compagni di viaggio con la cera e legarsi all’albero maestro, lo rese immune al loro canto fatale.
Al contrario delle altre città, fondate da eroi greci e latini, Napoli sceglie una sirena addolorata e sconfitta che, incollerita per l’insensibilità di Ulisse alla malia del suo canto, avrebbe scelto di lasciarsi morire alla foce del Sebeto. Alcuni narrano che fu trasformata in scoglio, altri invece che il suo corpo fu trasportato dalle onde sulla sponda marina tirrena e fu sepolto sull’Isolotto di Megaride, dove oggi sorge il Castel dell’Ovo.
Proprio in quel luogo, in un clima di disordini e lotte intestine, nacque Neapolis, la città nuova, che sarebbe divenuta la splendida Napoli. È qui che sorse l’antica città dei Cumani, che la riconsacrarono proprio al mito di Partenope.

Le gare dedicate a Partenope
Sono tanti i culti e persino le tradizioni che è possibile ricondurre alla mitica Sirena. A cominciare da un’antica corsa con le fiaccole, che si compiva ogni anno in suo onore. Le cosiddette Lampadedromie, vere e proprie gare. Non si tratta di una semplice corsa, ma una staffetta a squadre dove i cursores, come fiamme viventi, si passano un testimone ardente, una fiaccola che simboleggia il fuoco sacro della vita e la scintilla del sapere. I corridori attraversavano le antiche vie di Neapolis fino al cenotafio di Partenope, sfidano il tempo e l’oscurità per custodire la preziosa luce.

L’origine della pastiera napoletana
Ma non tutti sanno che alla Sirena Partenope risalirebbe anche la tradizione di un dolce divenuto tipico nella cultura, e soprattutto cucina, napoletana: la pastiera.
Secondo una leggenda, ad inventare il dolce tipico pasquale napoletano, sarebbe stata proprio la Sirena Partenope, la quale, ogni primavera, emergeva dal Golfo di Napoli, per salutare la gente del posto e allietarle con il suo canto. Gli abitanti, letteralmente incantati dalla soave melodia, per ringraziare la sirena incaricavano le più belle fanciulle dei villaggi di consegnare i doni della natura: farina, ricotta, uova, grano tenero, zucchero, spezie e acqua di fiori d’arancio. La sirena dispose le offerte ai piedi degli dèi, i quali a loro volta amalgamarono gli ingredienti con le arti divine, dando così origine alla prima Pastiera, dolce quanto il canto della stessa Sirena Partenope.
La Sirena Partenope nella cultura di massa
Ma Paolo Sorrentino non è stato il primo o l’unico artista ad aver dedicato una sua opera a Partenope. Prima di lui, qualche anno fa, ci aveva pensato il misterioso cantante Liberato, intitolando proprio a Partenope uno dei brani dell’album che ha pubblicato il 9 maggio 2022, protagonista del video non poteva che essere una sirena.
Partenope, dunque, è la sirena dal canto struggente, che non solo diede il suo nome alla città, detta appunto partenopea, ma ne incarnò anche l’anima profonda: passionale, tormentata e indissolubilmente legata al mare. La sua storia, tramandata nei secoli, continua ad affascinare e commuovere, ricordandoci il potere della musica, la forza dell’amore e la fragilità della vita.
Bibliografia
CONVIVIA. Il gusto degli antichi, Giovanna Greco
Partenope, Treccani
La santa e la sirena. Sul mito di fondazione di Napoli, Elisabetta Moro
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