Tra le canzoni più celebri dell’icona della musica partenopea, Pino Daniele (1955-2015), vi è certamente “Quando”, composta nel 1991. L’ispirazione del brano venne dalla richiesta dell’amico Massimo Troisi (1911-1999) di una colonna sonora in occasione del suo film “Pensavo fosse amore e invece era un calesse”.

Il testo, dalle profonde parole d’amore e di malinconia, si accompagna a dolci note che ricorrono ripetutamente nel corso del film, arrivando a rendere più intense le scene leggere e al contempo riflessive della storia.

La storia di “Quando”

Quando Massimo Troisi ascoltò per la prima volta la registrazione della canzone, accompagnato dalla compagna Anna Pavignano, nella camera d’albergo dove alloggiava Pino Daniele, ne rimase estasiato fin dal primo ascolto.

E’ troppo bella…ma guarda, è una cosa…mi dispiace per voi (rivolto alla telecamera). Pari proprio tu (a Pino Daniele). Che ti stai perdendo Anna! (rivolto alla compagna che non sta ascoltando in cuffia). E’ una cosa…stile Pino Daniele…questa è proprio, è proprio bella, questa è già ‘o sapor ‘ddo film.

MASSIMO TROISI- VIDEO DEL PRIMO ASCOLTO DI “QUANDO”

Troisi desiderava una colonna sonora per il suo film “Pensavo fosse amore e invece era un calesse” (1991), riguardante una giovane coppia di fidanzati in procinto di sposarsi.

Tommaso e Cecilia sono sul punto di compiere il grande passo quando, però, la gelosia di lei li porta a perdersi. Lui ama davvero lei o un’altra? Farà bene a sposarlo? Lui la tradirà? Cecilia, piena di dubbi, decide di lasciarlo per intraprendere una breve avventura con un altro uomo, più vecchio e ricco, ma non di bell’aspetto. Nel frattempo Tommaso cerca di recuperare il rapporto con la sua promessa sposa, ricorrendo anche (inutilmente) a una fattucchiera.

I due successivamente tornano insieme e iniziano di nuovo ad organizzare il matrimonio, fin quando, giunto il giorno delle nozze, Tommaso non si presenta all’altare. Dà appuntamento a Cecilia in un bar dove, riunitisi, decidono entrambi di continuare la loro storia d’amore ma senza il vincolo del matrimonio. Infatti, la coppia di fidanzati si organizza per vedersi la sera stessa, stabilendo di restare sempre l’uno accanto all’altra.

A Massimo Troisi serviva una colonna sonora che parlasse d’amore, sì, ma anche di scelte, di futuro, di sofferenza e di nostalgia. Pino Daniele, così, trovò la chiave di lettura per l’intero film, attraverso la sua “Quando”.

Il significato di “Quando”

Un uomo che ama una donna, che cerca la sua attenzione, i suoi occhi, la sua bocca. Un uomo che non ne ha mai abbastanza della “sete” di lei, sete che non si esaurisce mai.

Pino Daniele ci conduce verso un mondo d’amore puro, ma, al tempo stesso difficile. Il futuro lo spaventa, spaventa un uomo che desidera per l’avvenire unicamente la felicità condivisa con la sua donna. Ma l’avvenire forse è incerto: “e vivrò, sì vivrò tutti i giorni per vederti andar via, fra i ricordi e questa strana follia”. Probabilmente l’innamorato è contrastato dalla paura di perdere la sua donna, e il rifugio dei ricordi del passato con lei sono il posto sicuro in cui nascondersi.

“Chi vuole un figlio non insiste”: la frase più celebre e enigmatica del testo. Il significato potrebbe essere quello di non programmare qualcosa, come una gravidanza, ma di prendere la vita così come viene, tenere stretto quello che ci offre.

“Lo sai che non ti avrò e sul tuo viso sta per nascere un sorriso”: forse entrambi gli amanti, come nel film di Troisi, sono consapevoli che non saranno mai legati eternamente, e lo accettano con un sorriso dolce-amaro.

Ad ogni modo, ognuno di noi può, lasciandosi trasportare dalla lieve melodia e dalla soave voce di Pino Daniele, interpretare a proprio piacimento il brano. Ciò che è certo è che Troisi trovò in “Quando” la canzone che aveva il “sapore” del film e che ne intensificava ogni singola scena in cui la melodia ritornava.

Tra i capolavori di Pino Daniele nel mondo musicale e quelli di Troisi nell’ambiente cinematografico, “Quando” e “Pensavo fosse amore invece era un calesse” rappresentano due delle loro migliori creazioni. E noi Partenopei non possiamo che esserne orgogliosi.

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