La chiesa di San Giorgio Maggiore, nota come “Crocelle ai Mannesi”, sorge nel cuore di Napoli, nella piazzetta San Francesco d’Assisi, situata tra la metà di via Duomo e l’inizio di Forcella. Si può accedere alla chiesa entrando nella parte centrale del deambulatorio dell’antica abside e percorrendo tre archi che portano alla cella absidale.
San Giorgio e il drago: il dipinto segreto
All’interno dell’edificio, dirigendosi verso l’altare ci si ritrova nel coro della chiesa e proprio in quel punto ci troveremo di fronte ad un meraviglioso quadro di Alessio D’Elia, “San Giorgio che uccide il drago“. Alle spalle di questo dipinto, è stato nascosto un altro affresco attribuito ad Aniello Falcone, raffigurante San Giorgio e il drago. Questo reperto è stato portato alla luce durante dei lavori di restauro degli anni Novanta. Il dipinto viene svelato spostando il quadro di D’Elia con un telaio mobile.
Realizzato nel 1645, l’affresco di Aniello Falcone rappresenta la scena violenta di San Giorgio, santo e cavaliere, che sconfigge il drago. Il santo era una figura importante, veniva considerato il protettore di Genova, degli scout, dei cavalieri, dei soldati e degli arcieri. La leggenda racconta che Giorgio fosse un cavaliere errante originario della Cappadocia e di fede cristiana.
Il santo si recò a Salem, in Libia, dove il drago stava massacrando tutti gli abitanti. Per placare la ferocia del mostro gli venivano sacrificate delle vergini e una di queste sarebbe stata Silene, la principessa del villaggio che è rappresentata nell’affresco sulla sinistra. San Giorgio viene convocato al fine di salvare la ragazza, uccide il drago convertendo il villaggio al cristianesimo.
San Giorgio e il drago: Aniello Falcone
Ci sono varie ipotesi sui motivi per cui il quadro è stato tenuto nascosto negli ultimi secoli. Si racconta che Aniello Falcone sia uno dei fautori della rivolta di Masaniello contro i viceré spagnoli e che fondò, insieme ai compagni, la “Compagnia della morte“. Questa era una società segreta che complottava contro il regime spagnolo. La compagnia voleva vendicare la morte di un caro amico, Ettore Spada.
La tela, allora, doveva essere nascosta a causa del regime spagnolo ma D’Elia, che fu incaricato per coprire il quadro, non ebbe il coraggio di modificare l’affresco di Falcone, quindi venne coperto da una tela sulla quale lavorò D’Elia per il suo San Giorgio. Questo, infatti, tratta della stessa vicenda ma in momenti diversi: i colori sono più scuri del quadro nascosto e in basso il dipinto è arricchito da più personaggi, mentre nella zona superiore sono raffigurati degli angeli. L’espressione di fierezza del santo è la medesima, volta a rappresentare la vittoria del bene sul male.
La Chiesa di San Giorgio maggiore
La costruzione iniziale risale al periodo tra la fine del IV e l’inizio del V secolo come chiesa paleocristiana, ad opera del noto Vescovo San Severo. Nel 1640 si verificò un incendio che distrusse buona parte dell’edificio, ristrutturato poi grazie a Cosimo Fanzago. Nei lavori allo stile precedente della chiesa viene aggiunta un’architettura di stile tardo barocco. Infatti, partendo dalla navata all’ingresso si passa all’antica basilica paleocristiana per giungere, poi, alla chiesa barocca.
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