Il faro di Santa Lucia è un fortilizio risalente al Cinquecento, che sorge tra alcuni palazzi in stile Liberty costruiti ad inizio Novecento, ben visibile tra via Serapide e via Pallonetto, non lontano dalla famigerata piazza dove si erge l’imponente statua di Umberto I.
Il Faro di Santa Lucia: “Il teatrino dei vicoli”
Lo scrittore Giuseppe Marotta, in uno dei suoi libri parla del “teatrino dei vicoli” per indicare l’incrocio di strade in cui si trova il Faro, la Palepoli costruita dagli antichi Greci che si affaccia sul mare, circondata da via Caracciolo, il Borgo Marinari e Castel dell’Ovo. Questo crocevia una volta era conosciuto come il rione dei pescatori e oggi, via Santa Lucia, sembra trovarsi in un luogo a parte rispetto a tutto quello che la circonda.
Il faro, che sembra essere stato un fortilizio, sorge imponente tra i gradini e i vasci di tutte le stradine che lo incorniciano. Anche se adesso fa parte dell’edificio che lo affianca, la Santa Lucia adorata tra la fine del Settecento e dell’Ottocento, era spesso ritratta affacciata al mare. L’acqua circondava quella che oggi è la strada principale del quartiere dove i pescatori raccoglievano anche l’acqua “zuffregna” (sulfurea) del Chiatamone, detta anche “Acqua delle sorgenti del Monte Echia”.

Il borgo dove sorge il faro
Nel Seicento la spiaggia venne sostituita dalla costruzione della stradina per volere del vicerè Pedro di Toledo mentre, altri lavori eseguiti durante l’Ottocento, hanno dato alla stradina l’aspetto che oggi mostra. Nonostante le trasformazioni urbanistiche abbiano negato il suo legame con il mare, quest’ultimo rimane comunque simbiotico.
Oggi questa stradina si trova perfettamente a metà, quasi contesa, tra due realtà della nostra città: da un lato la Napoli popolare tra vasci, scalinate e quartieri caotici, dall’altro la Napoli più all’avanguardia con i numerosi alberghi e locali, il via-vai della automobili, i poli turistici come Castel dell’Ovo e il Borgo Marinari.
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