Tra i detti napoletani più noti e più utilizzati nella quotidianità vi è quello di “Scarte frùscio e ppiglie primmera! “, che, letteralmente, pare intraducibile.

Ricostruiamo ora insieme l’etimologia e la storia di un modo di dire napoletano che “più napoletano” di così non esiste!

Analisi linguistica di “frùscio”

La traduzione letterale del proverbio “Scarte frùscio e ppiglie primmera!” (“Scarti flusso e raccogli primiera!) non restituisce davvero il suo significato. “Frùscio”, infatti, è una parola napoletana difficilmente traducibile in italiano, il cui significato non è realmente quello di “flusso”.

Alcuni linguisti e dialettologi hanno inteso il “frùscio” per il “fruscìo”, quindi per rumore leggero, continuo, sibilante, prodotto da qualcosa che striscia, sfrega. La traduzione, però, è erronea. “Frùscio”, infatti, deriva dal verbo latino frustiare: fare a pezzi, sciupare, consumare. In napoletano, nasce anche l’espressione “Frusciarse”, ovvero vantarsi, gloriarsi, pavoneggiarsi senza motivo.

Dunque, il “frùscio” dovrebbe alludere a qualcosa di sciupato, consumato, di poco valore, insignificante. In tal senso, questa parola non ha nulla a che vedere con il “flusso” o con il “fruscìo”.

Il gioco di carte della Primiera

Il proverbio napoletano sopra menzionato nasce grazie ad un gioco d’azzardo di carte, dal nome “Primiera“. Lo scopo del gioco è quello di “fare primiera”, ovvero possedere quattro carte (una per ogni seme) che hanno il punteggio più alto. Il punteggio non è “facciale”, ma “prestabilito”: il 7 vale 21 punti, il 6 18, l’asso 16, il 5 15 etc. a decrescere. Il giocatore che si ritrova con quattro carte, di quattro semi diversi, che hanno valore più alto rispetto a quello degli altri giocatori, vince.

In questo gioco d’azzardo, il frùscio è un tipo di combinazione di carte che, se il giocatore si ritrova in mano, ha diritto ad una vincita, anche se di posta inferiore rispetto a quella della primiera.

“Scartare il frùscio”, dunque, allude all’azione compiuta dal giocatore che, non accontentandosi appunto del fruscio capitatogli, chiede al mazziere di sostituire due o tre carte proprie con altre del mazzo, sperando di far così primiera e vincere un premio di maggior valore. Il giocatore, in tal caso, sceglie di affidarsi alla sorte: potrebbe pescare carte che gli permetteranno di far primiera o, più probabilmente, carte di minor valore che non gli consentiranno nemmeno più di fare frùscio.

Lasciare il certo per l’incerto è la tipica mossa del giocatore d’azzardo: scarta il frùscio sperando di pescare la primiera.

Scarte frùscio e ppiglie primmera!

Il significato allegorico di “Scarte frùscio e ppiglie primmera!”

Il proverbio, che cela un profondo sarcasmo, tipico del napoletano verace, indica l’andar di male in peggio, il cader dalla padella nella brace. Colui che tenta di cambiare la propria condizione sperando di migliorarla, ritrovandosi poi in circostanze ancora peggiori rispetto a quelle di partenza, potrà ironicamente dire a sé stesso: “Scarte frùscio e ppiglie primmera!”, intendendo l’aver aggravato anziché migliorato il proprio stato.

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  1. Avatar Arturo Maremonti
    Arturo Maremonti

    Bravi!

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