40 sono le ore trascorse nel Sepolcro dal Cristo, trasposte in una macchina barocca.
San Domenico Maggiore, la Basilica aragonese per eccellenza, il Pantheon dei sovrani aragonesi a Napoli che, al suo interno, conserva proprio la macchina delle 40 ore.

I giorni del Triduo
Giovedì Santo, Venerdì Santo, Sabato Santo.
Sono questi i tre giorni che fanno da fulcro al Cattolicesimo.
Ognuno di questi giorni, ha un suo senso, una sua storicità, un suo ruolo nella storia del Cristo e nella storia del cristianesimo, soprattutto quello cattolico.
Il Giovedì Santo è il giorno che apre il Triduo. Le celebrazioni iniziano nella cattedrali e poi trovano il loro culmine nella Messa vespertina nelle singole chiese.
La celebrazione eucaristica nota come Messa in Coena Domini e Rito della Lavanda dei piedi, ricorda l’ultima cena del Cristo e il gesto che compì nel cenacolo, lavando i piedi ai suoi apostoli, poco prima che si compisse il tradimento di Guida Iscariota e che porterà all’arresto poche ore dopo, nella notte che precede il Venerdì Santo.
A Napoli questo è anche il giorno dello struscio a Via Toledo e della zuppa di cozze, ma è soprattutto il giorno dei sepolcri da visitare nelle chiese.
Per Sepolcri, nel linguaggio popolare si intendono anzitutto le piantine di grano realizzate nelle case durante il periodo quaresimale, ma è – nel concreto – l’Altare della Reposizione.
L’Altare della Resposizione è l’altare in cui è collocato il tabernacolo nel quale sarà deposta la pisside con le ostie consacrate. Saranno poi distribuite il pomeriggio del Venerdì Santo, a testimonianza del corpo del Cristo, deposto nel Sepolcro.
Resposizione e non Deposizione
Sono, questi, altari adornati di fiori, di luci, che risaltano nel buio delle chiese. Il loro nome deriva dal latino Repositorium da cui deriva la parole Reposizione e che, per l’appunto, significa Sepolcro, la tomba dove il corpo del Cristo è Deposto.
40 ore: le ore trascorse nel Sepolcro
Il corpo del Cristo è rimasto nel sepolcro quaranta ore. In quelle ore, in quel sepolcro che ospitava il corpo di un uomo prima flagellato e poi crocifisso, si sono scontrate morte e vita.
40 Ore? Sì. Il calcolo è presto fatto, partendo proprio da quanto indicato nei testi sacri.
I Vangeli, infatti, riportano che il Cristo è morto alle 3 del pomeriggio.
Non riportano il giorno, ma che si tratti del venerdì, è facilmente intuibile: è riportato infatti che il giorno dopo la morte, era il giorno della Panasceve – il sabato – ovvero un giorno festivo e, sempre i testi Sacri, riportano che le donne, nel giorno festivo del sabato non potendo andare al Sepolcro, come la legge ebraica comandava, vi si recarono il primo giorno utile e, il giorno dopo il sabato – la Domenica – lo trovarono vuoto.
Ne deriva che: la Domenica è Pasqua, i tre giorni che la precedono sono – di conseguenza – i giorni del Triduo.
I testi riportano che vi si recarono di buon ora. E’ interpretato come le 7 del mattino.
Le ore che trascorrono dalle 15 del venerdì fino alle 7 della domenica, sono esattamente 40. Le 40 ore.
La Macchina delle 40 ore in San Domenico Maggiore

Una grande macchina barocca, una struttura imponente ed emozionante, conservata all’interno di una delle cappelle della Basilica di San Domenico Maggiore.
La Macchina delle Quarantore è una struttura realizzata nella seconda metà del XVII sec., una macchina che doveva ospitare il Santissimo Sacramento.
21 composizioni in ferro battuto per 309 lampade ad olio, per dare luce al Sepolcro del Cristo.
Lo scopo era – ed è tutt’oggi – meramente devozionale, ciononostante la decorazione è sfarzosa, dorata, mastodontica, lontana dagli attuali Altari della Reposizione.
Chiusa all’interno di una cappella, è visitabile e non mancano – davanti ad essa – panche per il raccoglimento dei fedeli, come in tutte le cappelle dove sono realizzati gli Altari per la Reposizione.
La Pasqua ogni anno una data diversa: perché?
I giorni della Pasqua cambiano ogni anno la loro data ed è impensabile che – come si è fatto per il Natale – se ne possa stabilire una arbitrariamente.
Questo perché è storicamente riportato che il Cristo si reca a Gerusalemme per festeggiare la Pasqua ebraica che – ancora oggi – si festeggia tra marzo e aprile.
Inoltre – sempre riferendosi ai Vangeli – la notte del tradimento di Giuda che porta all’arresto di Gesù Cristo, c’era la luna a fare luce e illuminare il bosco del Getsemani, luogo in cui avvengono i fatti.
Ne consegue che la datazione è legata alle fasi lunari: quella della Pasqua è la prima domenica che segue la prima luna piena immediatamente dopo l’equinozio di primavera.
Pertanto è più che corretto dire che Pasqua proprio è la grande festa di Primavera!
Sitografia
treccani.it
sanfrancescopatronoditalia.it
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