Vi siete mai chiesti cosa significasse essere un ufficiale di marina nell’Ottocento, quando l’Italia non esisteva ancora come stato unitario? La storia di Guglielmo Acton è perfetta per capirlo: un nobile che visse in prima persona il passaggio dal Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia, tra battaglie navali, sbarchi garibaldini e politica coloniale.

Un Nobile con il Mare nel Sangue

Guglielmo Acton nacque a Castellammare di Stabia il 25 marzo 1825, figlio di Carlo e di Zoë Guique, contessa d’Alba. Non era uno qualunque: discendeva da Sir John Edward Acton, un ministro borbonico arrivato dalla Toscana nel 1778 che aveva costruito proprio il cantiere navale di Castellammare. Insomma, il mare era una tradizione di famiglia.

Nel 1841, a soli 16 anni, Guglielmo iniziò la sua carriera nella Marina del Regno delle Due Sicilie. Il suo primo comando importante? La pirocorvetta Stromboli, una nave che sarebbe finita dritta dritta nei libri di storia.

Lo Sbarco dei Mille: Quando la Storia Bussò alla Porta di Guglielmo Acton

Il 1860 fu l’anno che cambiò tutto. Lo Stromboli di Guglielmo Acton si trovò coinvolto nello sbarco dei Mille di Garibaldi a Marsala – praticamente uno degli eventi più importanti del Risorgimento italiano.

La situazione era surreale: le navi garibaldine Piemonte e Lombardo arrivarono a Marsala protette da due cannoniere inglesi, l’Argus e l’Intrepid, che erano lì per difendere gli interessi britannici (soprattutto gli stabilimenti vinicoli di Ingham, Woodhouse e Whiyaker).

Acton, al comando dello Stromboli insieme al piroscafo Capri, avvistò le navi garibaldine ma non ricevette ordini precisi. Invece di aprire subito il fuoco, prese a rimorchio la fregata Partenope, rimasta immobilizzata dalla bonaccia. Una decisione che forse cambiò il corso della storia italiana.

Quando iniziò il cannoneggiamento, gli inglesi non stettero a guardare. Il comandante dell’Argus, Winnington Ingram, salì a bordo dello Stromboli e disse chiaramente ad Acton che lo avrebbe ritenuto “personalmente responsabile se qualche colpo di cannone avesse danneggiato le proprietà vinicole britanniche”. Il risultato? Si perse tempo prezioso, i garibaldini sbarcarono, e il resto è storia.

Il Monarca: Quando l’Italia Costruiva Navi da Record

Dopo Marsala, Acton fu imbarcato come comandante in seconda sul Monarca, un vascello a tre ponti che al momento del varo (5 giugno 1850) era “la più grande nave da guerra mai costruita in Italia“. Costruita nel cantiere di Castellammare di Stabia, questa nave divenne il modello per le future navi scuola Cristoforo Colombo e Amerigo Vespucci negli anni ’30 del Novecento.

Il 14 agosto 1860, mentre il Monarca era ancorato a Castellammare, la nave garibaldina Turkery (ex Veloce della Marina Borbonica) tentò un abbordaggio. Acton, “benché ferito nella sparatoria che seguì, organizzò il contrattacco e mise in fuga l’aggressore”. Per questa azione ricevette la Croce di Ferro dal Re Francesco di Borbone.

Il Cambio di Bandiera: Da Borbonico a Sabaudo

Come molti ufficiali dell’epoca, Guglielmo Acton fece una scelta che oggi potrebbe sembrare controversa: optò per il nascente Regno d’Italia. Gli fu assegnato il comando della pirofregata Maria Adelaide e con essa partecipò all’assedio di Gaeta, l’ultimo baluardo del Regno delle Due Sicilie.

La sua condotta fu così valorosa che molti del suo equipaggio ricevettero la Medaglia d’Argento al Valor Militare “per essersi distinti durante il blocco e l’assedio della fortezza di Gaeta”.

Battaglia di Lissa Gugliemo Acton

Lissa: La Battaglia che Ferì l’Orgoglio Italiano

Nel 1866, Acton partecipò alla battaglia di Lissa come Capitano di Vascello al comando del Principe Umberto. Fu il primo scontro navale della nuova Marina italiana durante la III Guerra d’Indipendenza, e fu un disastro.

L’ammiraglio austriaco Tegetthoff sconfisse la flotta italiana comandata da Carlo Pellion di Persano, causando la perdita delle corazzate Re d’Italia e Palestro. La sconfitta fu così bruciante che Tegetthoff pronunciò la famosa frase: “Navi di ferro, teste di legno“. Il fazzoletto nero dal doppio nodo della divisa dei marinai italiani fu istituito proprio a ricordo di questa sconfitta.

Nonostante la disfatta generale, Acton si distinse “per la sua condotta in battaglia e per l’opera di salvataggio degli equipaggi delle navi affondate“, ricevendo una Medaglia d’Argento al Valor Militare.

Dai Mari dell’Africa alla Politica

La carriera di Acton non si limitò alle battaglie navali. Nel 1869 fu affiancato a Giuseppe Sapeto per una missione esplorativa sulle rive del Mar Rosso. Il 15 novembre si diressero verso la baia di Assab per “acquistare il posto giusto per uno scalo commerciale nell’ambito della nascente politica coloniale italiana”. La missione ebbe successo: sottoscrissero una convenzione per l’acquisto dei terreni su cui sarebbe sorta la futura città di Assab al prezzo di 6.000 talleri di Maria Teresa.

Ministro e Politico

Il 15 gennaio 1870 Acton raggiunse l’apice della sua carriera: fu nominato Ministro della Marina. Il 30 dello stesso mese divenne anche deputato per la X legislatura nel collegio di Belluno.

Dopo l’esperienza ministeriale, continuò la sua carriera militare: nel 1879 fu promosso Vice Ammiraglio e nominato Comandante in Capo della Squadra Permanente. Nel 1888 entrò a far parte della Casa Militare del Re Umberto I come Aiutante di campo generale onorario, dove rimase fino al 1891.

La Fine di un’Epoca

Guglielmo Acton morì a Napoli il 29 novembre 1896, chiudendo una vita che aveva attraversato uno dei periodi più turbolenti e affascinanti della storia italiana. Dal Regno delle Due Sicilie al Regno d’Italia, dalle guerre di indipendenza alla politica coloniale, la sua biografia è uno spaccato perfetto dell’Ottocento italiano visto dal ponte di comando di una nave.


Fonte: Antonio Cimmino, “Guglielmo Acton (dalla Marina Borbonica a Ministro della Marina del Regno d’Italia)”

https://nobili-napoletani.it/Acton.htm
https://www.larmadilloeditore.it/prodotto/guglielmo-acton/

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