Nel castello di Nocera dei Pagani, tra le colline che guardano verso Salerno e il Vesuvio, riposano le fondamenta di una storia che affonda le radici nell’VIII secolo, quando l’Italia meridionale era dominata dai principati longobardi. Qui regnava Dauferio il Muto, primo conte di Nocera, un personaggio che riuscì nell’impresa di fondare una delle dinastie più durature del Mezzogiorno medievale. Il suo soprannome, “il Muto”, non deve trarre in inganno: questo signore longobardo fu tutt’altro che silenzioso negli intrighi politici del suo tempo, tessendo alleanze matrimoniali che cambiarono il corso della storia dell’Italia meridionale.

Dauferio non era solo un feudatario locale: era il capostipite dei Dauferidi, una casata che avrebbe dominato per secoli il territorio campano, dando al Mezzogiorno principi, imperatori e personaggi che lasciarono un segno indelebile nella storia medievale italiana. La sua vicenda ci racconta come, nel cuore della Campania longobarda, si intrecciassero destini familiari e strategie politiche che andavano ben oltre i confini regionali.

Il signore di Nocera nell’VIII secolo

Soprannominato “il Muto”, era conosciuto anche come “il Balbo”. Dauferio era feudatario nell’Actus Nuceriæ, e generalmente gli storici avallano l’ipotesi che fosse Conte di Nocera. Il suo dominio si estendeva su quello che oggi chiamiamo l’Agro nocerino-sarnese, una delle zone più fertili e strategiche della Campania, crocevia di traffici commerciali e snodo fondamentale tra Salerno, Napoli e l’entroterra campano.

L’VIII secolo era un’epoca di grandi trasformazioni per l’Italia meridionale. I Longobardi, arrivati dalla Germania nel VI secolo, avevano creato nel Sud un sistema politico complesso fatto di principati autonomi che spesso si combattevano tra loro, ma che rappresentavano anche l’ultimo baluardo dell’indipendenza italiana contro l’espansione bizantina e, più tardi, contro le mire espansionistiche dei Franchi.

Nel 795 sposò una nobildonna della quale non si conosce il nome. Da lei ebbe almeno sette figli: Dauferada, Romualdo, Arechi, Grimoaldo, Guaiferio, Maione ed Adelchisa. Era una prole numerosa, come si conveniva a un grande signore dell’epoca, ma soprattutto era una prole strategicamente importante: ognuno di quei figli avrebbe avuto un ruolo nella complessa politica dell’Italia meridionale.

L’alleanza con Sicardo di Benevento

Dauferio era uno dei maggiori alleati del principe Sicardo di Benevento, a testimonianza di ciò è il matrimonio tra il principe ed una delle figlie di Dauferio, Adelchisa. Questo matrimonio non era solo un’unione sentimentale, ma un patto politico di primaria importanza. Benevento era il più potente dei principati longobardi del Sud, e l’alleanza con Sicardo garantiva a Dauferio una posizione di rilievo negli equilibri peninsulari.

Adelchisa, diventata principessa di Benevento attraverso il matrimonio con Sicardo, si trovò al centro di uno dei drammi politici più cruenti dell’epoca. Sicardo fu assassinato da Radelchi che ne usurpò il trono nel 839, gettando il principato di Benevento in una guerra civile che avrebbe avuto conseguenze durature per tutto il Mezzogiorno.

Ma la famiglia di Dauferio non rimase passiva di fronte a questi eventi. Guaiferio, figlio di Dauferio il Muto, diede il proprio aiuto alla liberazione di Siconolfo, fratello di Sicardo, e lottò per vendicare l’assassinio del cognato. Era l’inizio di una serie di conflitti che avrebbero ridisegnato la mappa politica dell’Italia meridionale.

I Dauferidi: una dinastia che cambiò il Sud

Il fondatore fu Dauferio il Muto, primo conte di Nocera, secondo quanto riportato dal Collegio araldico, il quale identifica nella famiglia la sua discendenza. Ma Dauferio fu molto più di un conte locale: fu il capostipite dei Dauferidi, la casata di derivazione della famiglia nella linea dei Conti di Nocera, i cui diritti feudali furono riconosciuti dall’imperatore.

La dinastia fondata da Dauferio non si limitò a governare Nocera. Guaiferio di Salerno, figlio di Dauferio il Muto, fu il primo della stirpe dei Dauferidi a sedere sul trono di Salerno, che fu retto ininterrottamente dalla sua famiglia fino al 977. Una dinastia che durò più di un secolo, attraversando le trasformazioni che portarono dalla dominazione longobarda alla conquista normanna.

Ma l’influenza dei Dauferidi andò ancora oltre. Di nobile stirpe e strettamente imparentato con la dinastia regnante di Benevento, ebbe tra i suoi figli Guaiferio, principe di Salerno, e Adelchisa, moglie del principe Sicardo di Benevento, la cui sorella fu madre dell’imperatore del Sacro Romano Impero Guido II. Una rete di parentele che collegava il piccolo regno di Nocera con le più alte sfere del potere europeo.

Nocera, crocevia della storia medievale

La scelta di Nocera come sede del potere di Dauferio non era casuale. Questo territorio, situato nel cuore della Campania tra Salerno e Napoli, era strategicamente fondamentale per il controllo delle vie di comunicazione dell’Italia meridionale. Chi controllava Nocera controllava i traffici tra la costa tirrenica e l’entroterra, tra il principato di Salerno e il ducato di Napoli.

Il castello di Nocera, di cui oggi rimangono solo rovine suggestive, fu per secoli il simbolo del potere dei Dauferidi. Da qui partivano le decisioni che influenzavano gli equilibri politici di tutto il Mezzogiorno. Era un potere che si basava non solo sulla forza militare, ma anche su una rete di alleanze matrimoniali che legava Nocera alle principali corti dell’Italia meridionale.

L’eredità longobarda in Campania

La storia di Dauferio il Muto ci racconta molto sulla Campania altomedievale, quando questa regione non era ancora unificata sotto un’unica dominazione, ma frammentata in principati, ducati e contee che spesso si combattevano tra loro. Era un’epoca di grande vitalità politica e culturale, in cui i signori locali riuscivano a costruire destini autonomi e a influenzare la grande politica italiana ed europea.

Dauferio rappresenta perfettamente questo spirito imprenditoriale della nobiltà longobarda: un signore locale che riuscì a trasformare un piccolo feudo in una base di potere dinastico, utilizzando matrimoni strategici e alleanze politiche per proiettare la sua famiglia sulla scena nazionale e internazionale.

Un muto che parlò alla storia

Oggi, passeggiando per l’Agro nocerino-sarnese, tra i comuni che sorgono sull’antico territorio di Dauferio, è difficile immaginare che questi luoghi abbiano avuto un ruolo così importante nella storia medievale italiana. Eppure, ogni castello diroccato, ogni chiesa antica, ogni toponimo di origine longobarda racconta ancora la storia di quel conte “muto” che riuscì a parlare alla storia attraverso i suoi discendenti.

La dinastia dei Dauferidi si estinse nel X secolo, ma la loro eredità continuò a vivere nelle famiglie nobiliari che ne rivendicarono la discendenza. Ancora oggi, il Collegio Araldico riconosce nella famiglia Di Nocera i legittimi eredi di quella stirpe, testimoniando come una storia iniziata nell’VIII secolo continui a vivere nel XXI.

Dauferio il Muto ci insegna che nel Mezzogiorno medievale, anche i signori apparentemente periferici potevano giocare un ruolo da protagonisti nella grande storia europea. Il suo nome, legato per sempre alla città di Nocera e al territorio campano, rappresenta una delle radici più profonde dell’identità meridionale: quella capacità di trasformare la marginalità geografica in centralità politica, di fare della Campania non una terra di confine, ma un crocevia di civiltà.


Bibliografia e fonti

  • Enciclopedia Treccani, voce “Dauferio, detto il Muto” (Dizionario Biografico degli Italiani).
  • Wikipedia, voci “Dauferio Balbo” e “Guaiferio di Salerno”.
  • Wikipedia, voce “Di Nocera” (famiglia nobile).
  • Collegio Araldico Romano, documentazione sulla famiglia Di Nocera.
  • Studi sui principati longobardi dell’Italia meridionale, VIII-X secolo.

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