Se pensi che l’Irpinia sia solo colline e vigneti, aspetta di scoprire Castelvetere sul Calore. Questo piccolo borgo della provincia di Avellino nasconde una storia ricchissimal. Prepariamoci a un viaggio tra castelli longobardi, apparizioni mistiche e feudatari che si passavano il paese come una carta da poker.

Le Origini: una fortificazione longobarda
Il nome dice tutto: Castelvetere deriva da “Castrum Vetus”, letteralmente “castello vecchio”. Il castello venne edificato dai Longobardi nella parte più alta dell’abitato, ai piedi del Monte Tuoro, diventando il cuore attorno cui si sviluppò l’intero paese.
Ma c’è un mistero che ancora oggi fa discutere gli storici: qualche rudere di epoca romana testimonia una storia precedente ancora in gran parte da accertare, come l’identificazione ipotizzata con la città di Caulonia citata da Virgilio.

Quando Castelvetere sul Calore fu donato per intero, assieme ai suoi abitanti.
La prima data certa nella storia di Castelvetere? Il 991 d.C., quando il conte Siconolfo di Conza decise di donare il suo feudo al Monastero di San Benedetto a Salerno. Sì, hai capito bene: all’epoca si potevano letteralmente regalare interi paesi come fossero oggetti di famiglia.
Ma la storia si fa davvero interessante nel 1094, con una donazione che ci fa capire bene i costumi del tempo. Il conte Ugone di Boiano donò Castelvetere all’abate Madelmo di Santa Sofia con un documento che, tradotto dal latino, suona così: “Ti regalo questo castello con tutti gli abitanti che ci vivono dentro, e se qualcuno prova a contestare questa decisione, dovrà pagare 150 once d’oro purissimo e sarà maledetto insieme a Giuda”.
Da quel momento, il paese continuò a passare di mano continuamente.
- 1187: Elia di Gesualdo lo sub-affitta a Ruggiero di Castelvetere
- 1373: I Filangieri prendono il controllo
- 1426: Caterina Filangieri lo porta in dote a Sergianni Caracciolo
- 1418: Ferdinando I d’Aragona lo vende per 12.000 ducati alla famiglia Gesualdo
- 1636: I Ludovisio entrano in scena
- 1684: Giuseppe de Beaumont diventa l’ultimo barone. Ancora oggi esiste una vigna della famiglia.
Ogni cambio di proprietà portava con sé storie di ribellioni, congiure e tradimenti. I Del Balzo persero tutto per essersi ribellati a Carlo di Durazzo, mentre Giacomo della Vanessa finì ucciso per aver partecipato alla congiura dei baroni contro Ferdinando I d’Aragona.

L’Apparizione che Cambiò il Nome: Da Castello di Santa Maria a Castelvetere
Ecco dove la storia si fa leggenda. Prima dell’anno Mille, la Madonna delle Grazie apparve a una vecchietta del paese, chiedendole di far costruire una chiesa in suo onore. Quando la donna raccontò la sua visione, naturalmente nessuno le credette – anzi, la presero per pazza.
Ma la Madonna non si arrese facilmente: la notte seguente apparve nuovamente alla donna, e questa volta l’apparizione fu così convincente che l’intera comunità decise di credere alla storia. Feudatari e popolazione furono talmente colpiti dall’evento che ribattezzarono il loro castello “Castello di Santa Maria”.
Questa devozione portò alla costruzione di ben due chiese dedicate alla Madonna: una abbaziale parrocchiale (Santa Maria Assunta) costruita dai feudatari, e una più piccola (Santa Maria delle Grazie) edificata dalla comunità. Ancora oggi, ogni 28 aprile si celebra la festa di Santa Maria, una tradizione che attraversa i secoli.

Il Castello che Diventò Chiesa: Una Trasformazione Unica
La chiesa Parrocchiale dell’Assunta pare abbia inglobato parte dell’originario edificio longobardo. In pratica, il castello medievale è letteralmente diventato una chiesa, trasformando una fortezza militare in un luogo di culto.
Nel 1853, Ferdinando II di Borbone elevò l’antica Chiesa di Santa Maria Assunta al grado di “Ricettizia Numerata” sotto il titolo della Visitazione di Maria Santissima delle Grazie, creando un sistema ecclesiastico complesso che univa le due tradizioni devozionali del paese.
Un Borgo che Ha Fatto Storia
Castelvetere sul Calore non è solo un nome pittoresco sulla mappa dell’Irpinia. È un concentrato di storia italiana, dove ogni pietra racconta secoli di dominazioni, cambi di potere, devozione religiosa e tradizioni popolari che si tramandano da mille anni.
Dal castello longobardo alla chiesa settecentesca, dalle apparizioni mariane alle guerre feudali, questo piccolo borgo rappresenta un microcosmo perfetto per capire come si è formata l’identità del nostro Mezzogiorno. Una storia che dimostra come, anche nei paesi più piccoli, si possano nascondere tesori di memoria e cultura che meritano di essere scoperti e raccontati.
Fonti storiche: Documento originale dell’Archivio Comunale di Castelvetere sul Calore, manoscritto dell’Arcivescovo Domenico de Matteis (1915)
Lascia un commento