Per comprendere il curioso nome dato alla Madonna dei Bagni di Scafati bisogna tornare indietro di diversi secoli, fino al 1500!
In quel periodo, lungo la strada consolare che da Napoli conduceva a Reggio Calabria, in una zona limitrofa della grande Nocera de’ Pagani, era posta un piccola edicola votiva con un’icona della Vergine Maria. Qui ha inizio l’appassionante storia de ‘o fuosse e ‘Vagne.
La scrofa risanata
La vicenda ha inizio nel ‘600 e per introdurla ci serviamo delle parole di Giuseppe Messina, sacerdote di Pagani autore di una Storia nocerina sagra di inizio ‘800.
“Accosto alla Cappelletta rurale dove stava la sagra Immagine, vi era un picciolo lagherello di acqua parte sorgiva, e parte collettiva, essendo il luogo tutto paludoso, come si è anche dì d’oggi, e vicino cui i porcaj portavano gli animali immondi per farli rinfrescare ne’ calori in quelle lote e acqua. Vi era fra questi una Troia [scrofa, ndr.] tutta ripiena di schifosa scabbia, e la quale non tanto lavata in quelle acque, si vidde tantosto mondata dalla sua stagionata rogna”
Una fonte miracolosa, dunque, sgorgava nei pressi dell’edicola. In pochissimo tempo accorse alla sorgente una moltitudine di fedeli, molti di essi malati, che nel tentativo di mondarsi da ogni male fisico e spirituale si immergevano interamente nelle acque sacre. Da qui il nome di “Madonna dei Bagni“. Come racconta lo stesso Messina:
“…molti colà per devozione della SS. madre se la bevono a sorsi dopo la recita di un Ave Maria; moltissimi anche Forestieri se la portano seco in alcuni fiaschi di creta, che ivi apposta si espongono venali, ne’ loro paesi per devozione per farla bere agli ammalati, o lavare i scabbiosi, ed altri simili mali impetiginosi”
Da edicola a cappella, da cappella a santuario
Il culto della Madonna dei Bagni crebbe a dismisura, al punto che fu opportuno prendere degli accorgimenti. Innanzitutto intorno alla fonte fu costruito un muro, per evitare che chiunque si gettasse al suo interno imputridendola. A turno quindi dei canonici versavano con dei secchi l’acqua sacra sui fedeli.
La piccola edicola votiva fu prima trasformata in cappella con annessi locali per il ricovero dei pellegrini. Dopo l’eruzione del Vesuvio del 1631 fu costruito non lontano il santuario a tre navate tuttora esistente. Sull’altare maggiore viene custodito un prezioso dipinto dell’artista Simone Villano, originario di Torre del Greco.
L’edificio sacro venne un po’ alla volta impreziosito di marmi e dipinti a seguito delle donazioni di numerosi devoti, anche altolocati. Il Principe di Angri, ad esempio, commissionò nel ‘700 altri due dipinti raffiguranti La nascita della Vergine e La presentazione della Vergine bambina al tempio.
Prodigi e riti della Madonna dei Bagni
La notorietà della Madonna dei Bagni crebbe anche grazie a una serie di prodigi che le fonti riportano, attribuibili in gran parte alle acque miracolose. Il Gualtieri, nella sua biografia di S. Pasquale Baylon, riporta una particolarità. La fonte, arida e asciutta per quasi tutto l’anno, nella mattina dell’Ascensione iniziava a sgorgare acqua fino a riempire la fossa, continuando per tutti gli otto giorni della festa.
E fino a pochi decenni fa presso la maggior parte delle famiglie dell’Agro Nocerino Sarnese vi era l’usanza, la sera della vigilia dell’Ascensione, di mettere in ammollo dei petali di rosa in un bacile. La mattina dopo ci si lavava il volto con quest’acqua, ottenendo così un effetto purificatore, alla stregua delle abluzioni nella fonte della Madonna dei Bagni.
Miracoli, storie e rituali che testimoniano il grande consenso popolare che la Madonna dei Bagni ha acquisito nel corso degli anni e che ai giorni nostri si è solo in parte affievolito.
La festa della Madonna dei Bagni: tra fede e folklore
Le festa della Madonna dei Bagni di Scafati si celebre tutt’oggi a partire dal mercoledì precedente all’Ascensione (quindi varia a seconda del calendario liturgico, come la festa della Madonna delle Galline di Pagani). Seppure in modo molto contenuto rispetto al passato, è possibile ancora osservare alcuni tratti peculiari di questa celebrazione popolare, a metà tra il folklore e la fede.
La sfilata dei carri abbelliti (moderne derivazioni dell’antico “Carrettone“), il “chirchio” (un cerchio di bicicletta adornato con fiori di carta, immagini sacre e penne di galline) spinto da un bastoncino, danze e canti folkloristici, il rito del “pennellamento” con il quale si intinge una penna di gallina nell’olio santo per benedire il popolo. Sono tutti piccoli dettagli che rendono speciale questa festa.
Oggi il fonte è stato coperto da una struttura in cemento e non è più possibile immergervisi dentro. Intorno vi sono dei rubinetti dai quali sgorga ancora l’acqua miracolosa. Un’acqua che, insieme all’effige sacra, è il fulcro dell’antichissimo culto della Madonna dei Bagni.
Foto di copertina di Mario Padovano della pagina “Contrada Madonna dei Bagni – Scafati”.
Fonti
- S. Somma – C. Zarra (a cura di), Giuseppe Messina. Storia Nocerina Sagra. Dissertazioni su Chiese, Monasteri, Collegi e Conventi della Città di Nocera de’ Pagani, Print Art Edizioni, Nocera Superiore 2018.
- G. Orlando, Storia di Nocera de’ Pagani, Napoli 1884-7.
- S. Russo, Tra fede e folklore: riti e rituali di ieri e di oggi nell’Agro nocerino-sarnese, Edizioni Nord-Sud, Scafati 2001.
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