L'arrivo di San Matteo a Salerno: un legame millenario

San Matteo evangelista è il patrono della città di Salerno, ma prima di giungere nel capoluogo campano le sue sante reliquie attraversarono diversi centri della regione. Da Velia a Capaccio, passando per Casal Velino e Rutino: un viaggio lungo i secoli e lungo il Cilento, agli albori di un culto millenario che lega indissolubilmente l’evangelista ai salernitani. Ripercorriamolo tappa dopo tappa!

San Matteo prima di Salerno: il viaggio delle reliquie
Statua bronzea che raffigura San Matteo evangelista. Si trova all’interno della cripta nel Duomo di Salerno, dove sono custodite le reliquie.

Da pubblicano ad evangelista

San Matteo, secondo la tradizione cristiana, fu uno dei dodici apostoli di Gesù Cristo. In origine era un pubblicano, ovvero un esattore delle tasse, che cambiò vita in seguito all’incontro con il Messia. In alcune fonti il suo personaggio viene accostato a quello di Levi. Ma San Matteo è noto soprattutto per l’attribuzione di uno dei quattro vangeli ufficiali riconosciuti dalla Chiesa, insieme a quelli di Giovanni, Luca e Marco.

Nell’iconografia più comune il personaggio di San Matteo è sempre affiancato da un angelo (o meglio un uomo alato), suo attributo. É uno dei quattro soggetti del cosiddetto “tetramorfo“, una raffigurazione che ricorre sia nel Vecchio Testamento (nella visione del profeta Ezechiele) che nel Nuovo, in special modo nel libro dell’Apocalisse. Il tetramorfo, con le sue quattro figure, è stato quinto utilizzato come simbolo dei quattro evangelisti: il leone per Marco, il toro per Luca, l’aquila per Giovanni e, per l’appunto, l’angelo per Matteo.

San Matteo prima di Salerno: il viaggio delle reliquie
Caravaggio, San Matteo e l’angelo, 1602, Cappella Contarelli, Chiesa San Luigi dei Francesi, Roma. Seppur in maniera molto rivoluzionaria rispetto ai modelli rinascimentali, San Matteo viene raffigurato nell’atto di scrivere il vangelo ispirato (oppure quasi “disturbato”) dall’angelo alato, suo simbolo.

Nella storia dell’arte sono molto le raffigurazioni di San Matteo affiancato da un angelo, intento a fornirgli l’ispirazione per scrivere il vangelo. Ma celebre è anche la tela di Caravaggio Vocazione di San Matteo” in cui il protagonista della nostra storia è rappresentato ancora in veste di pubblicano mentre conta dei soldi.

San Matteo prima di Salerno: il viaggio delle reliquie
Caravaggio, Vocazione di San Matteo, 1599-1600, Cappella Contarelli, Chiesa San Luigi dei Francesi, Roma. San Matteo è il personaggio barbuto seduto al tavolo che guarda verso Gesù, il quale a sua volta punta il dito verso di lui come a esortarlo a lasciare i beni materiali per seguirlo.

Il lungo viaggio delle reliquie di San Matteo

Dopo la morte di Cristo, Matteo operò il suo apostolato nel Medio Oriente e in Etiopia fu martirizzato. Le sue venerate spoglie furono portate prima in Bretagna e poi a Velia, città romana erede della greca Elea e oggi corrispondente all’incirca al territorio di Ascea, intorno al V secolo. Qui furono sepolte per circa quattro secoli fino a quando il monaco Atanasio le rinvenne, decidendo di spostarle nella vicina Casal Velino.

San Matteo prima di Salerno: il viaggio delle reliquie
Scavi archeologici di Velia. Da questo luogo ha inizio il secolare pellegrinaggio delle reliquie di San Matteo che, risalendo il Cilento, giunsero fino a Salerno. Foto di Carlomorino, CC BY-SA 3.0.

Secondo una tradizione consolidata le reliquie dell’evangelista furono collocate nell’attuale chiesetta di San Matteo a Casal Velino, la quale sorge sull’antica chiesa greca di San Zaccaria. Da lì furono poi spostate a Rutino dal vescovo Giovanni da Paestum e poi a Capaccio, nella chiesa cattedrale.

Furono i longobardi infine a traslare le reliquie di San Matteo a Salerno, per difenderle dalle continue incursioni dei saraceni nei territorio a Sud del capoluogo. Giunsero a Salerno il 6 maggio del 954 d.C., inizialmente collocate nella chiesa di Santa Maria degli Angeli. Fu solo Roberto il Guiscardo, il duca normanno, a trovare la loro definitiva collocazione nell’erigendo Duomo della città, consacrato da Gregorio VII nel 1084.

Da quel momento si instaura un fortissimo legame tra San Matteo e la città di Salerno che raggiunge il suo culmine due giorni all’anno: il 21 settembre e il 6 maggio, giorno in cui le sue spoglie fecero trionfale ingresso in città. E l’evangelista è presente addirittura sullo stemma della città, a rafforzare ulteriormente una storia d’amore che dura oramai da più di mille anni.

L'arrivo di San Matteo a Salerno: un legame millenario
L’interno della cripta di San Matteo nel Duomo di Salerno. Finalmente, dopo secoli di peregrinazioni, le spoglie dell’evangelista trovano qui la loro definitiva collocazione, al fianco ai primi santi martiri salernitani (Gaio, Fortunato, Ante e Felice) e a San Bonosio, primo vescovo della città.

Bibliografia

A. CAPANO – P.F. GIULIANI MAZZEI, La traslazione delle reliquie di san Matteo da Casal Velino a Capaccio e a Salerno. Analisi di un percorso tra agiografia e storia, Edizioni Il Saggio, 2019.

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