Nota come la città del gusto, per la prelibata offerta di prodotti enogastronomici, Minori vanta anche importanti rinvenimenti archeologici, come la suggestiva Villa Romana di Minori, risalente al I secolo d.C. Questo piccolo comune di 2500 abitanti è anche denominato Eden della Costiera Amalfitana, e affascina ogni anno migliaia di turisti da tutto il mondo, non solo per l’ormai noto Sentiero dei Limoni.
Un piccolo gioiello di archeologia romana, esempio chiave delle competenze architettoniche degli antichi che oggi si ritrova incastonato tra gli alzati storici degli abitanti del luogo, tra le botteghe e le casette a ridosso del mare, e gli alberghi dell’area dall’aspetto un po’ vintage, anni ‘80.
La Villa Romana di Minori, patrimonio UNESCO dal 1997
Nonostante si tratti di un luogo dichiarato Patrimonio dell’UNESCO nel 1997, che è possibile visitare gratuitamente, la Villa Romana di Minori è ancora poco nota al grande pubblico, spesso location d’eccezione di spettacoli teatrali, fiere e altri eventi, è per molti turisti una fortuita scoperta culturale durante un soggiorno estivo.
Per il restauro, la valorizzazione e la fruizione di questo sito sono stati stanziati 5 milioni di euro. Un finanziamento che andrà ad arricchire anche l’itinerario di visita dell’Antiquarium, sotto l’egida della Soprintendenza di Salerno e Avellino.
Una scoperta casuale
La scoperta sarebbe avvenuta per caso nel 1932, quando durante alcuni lavori di ristrutturazione di abitazioni dell’area, venne alla luce una camera sotterranea appartenente alla villa. Gli scavi sistematici iniziarono invece nel 1934, ma alcune zone emersero solo a partire dagli anni ‘50. Erroneamente considerata una parte delle “terme romane”, gli studi nel corso degli anni, e la conformazione della costruzione, hanno poi confermato che si trattava di un’antica dimora, che presenta tuttavia un bellissimo impianto termale.
Il complesso impianto acquedottistico di Minori
Minori è sempre stata caratterizzata da numerose sorgenti d’acqua, e già nel I secolo d.C. gli antichi romani erano riusciti a realizzare un complesso sistema acquedottistico, di canalizzazioni, dando vita ad un articolato impianto termale. La Villa Romana di Minori vantava il cosiddetto tepidarium, il bagno con acqua tiepida, il calidarium, il bagno con acqua calda. Manca il frigidarium, il bagno di acqua fredda, che ritroviamo qui rappresentato dalla stessa vasca/piscina al centro del viridarium, il giardino intorno al quale la casa si articolava la domus, attraverso un peristilio, un portico, su cui si aprivano tutti gli ambienti dell’antica dimora.
Un ambiente straordinariamente raffinato
Le volte a botte a tutto sesto, finemente stuccate, ci raccontano di un ambiente che doveva apparire in origine molto ricco e molto raffinato, così come la raffigurazione musiva del tepidarium, dove è possibile ammirare la raffigurazione di un grande vaso con manici alti sopraelevati, di tipo kantharos, dal quale fuoriescono, in segno di abbondanza simbolicamente beneaugurale, elementi vegetali.
Di straordinario interesse nella villa sono proprio i mosaici, e le decorazioni in stucco che senza dubbio risentono degli interventi dei secoli successivi, e in particolare del III secolo d.C.
Il triclinio-ninfeo, riccamente decorato
Tra le meraviglie della Villa Romana di Minori il triclinio-ninfeo, un ambiente riccamente decorato, con un bellissimo affresco che presenta scene di caccia, e una fine decorazione in stucco della copertura. I romani erano riusciti a incanalare e cambiare il corso del fiume Regina Minor (che dà il nome al paese) a vantaggio di questo edificio, affinché i commensali potessero soggiornare godendo dei maggiori confort che il tempo poteva offrire: dagli ambienti riscaldati a giochi d’acqua, passando per le straordinarie decorazioni che, seppur scrostate dal tempo, preservano intatta la loro bellezza e storia.
Villa Romana di Minori, come ottenere l’ingresso gratuito
Compilando un semplice registro delle presenze, indicando il proprio nome e cognome, è possibile visitare oltre alla villa anche l’adiacente Antiquarium. Costruito nella metà degli anni ‘60, espone il materiale ceramico rinvenuto nelle diverse campagne di scavo. Brocche, boccali, piatti, vasellame d’uso comune, ma anche lucerne, che mostrano il monogramma di Costantino. Quest’ultimo elemento fa ipotizzare un uso continuativo della villa fino all’epoca cristiana.
Dallo stesso materiale ceramico è possibile dedurre la datazione del sito, che lascia ipotizzare un utilizzo ininterrotto che arriva fino al VII secolo.
Furono probabilmente le città medievali della Costa d’Amalfi a cambiarne destinazione d’uso, fino a quando nel corso del XX secolo non fu coperta da materiale alluvionale dalle piene di quello stesso fiume che per secoli ne aveva alimentato gli impianti.
La Villa ha fatto parte negli anni delle Giornate FAI di Primavera e d’Autunno, grazie ad un sofisticato impianto termale che ci affascina ancora oggi, continua a rappresentare uno straordinario esempio dell’ingegno degli antichi, che riuscirono a sfruttare e dominare gli ostacoli della natura per dare vita ad un’impianto unico. Oggi questo luogo è un gioiello archeologico da preservare e conoscere, perché oltre il sole, il mare e il buon cibo a Minori c’è ancora tutto un mondo da scoprire.
Bibliografia
Annals of the Oriental Institute of Naples, Archaeology and Ancient History, AA.VV.
Campania, S. De Caro, A. Greek
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