I giardini più belli della Francia medievale furono realizzati da un architetto irpino: da Blois a Gaillon, arrivando alla reggia di Amboise: Pacello da Mercogliano, più famoso come Pierre de Mercoillenne, esportò nel XV secolo la cultura dei giardini monumentali.
I monumenti napoletani perduti
È proprio vero quando si dice che le cose belle a Napoli, purtroppo, non sappiamo valorizzarle a sufficienza. Ci troviamo nel XV secolo (Pacello nacque nel 1455) e, sotto il regno di Ferrante d’Aragona, Napoli stava vivendo il suo periodo di massimo splendore culturale.
La corte aragonese vantava alcune fra le residenze più belle d’Europa, che oggi non esistono più: la Villa di Poggioreale era un’immensa reggia con un parterre fatto di fontane, giardini labirintici e fiori di ogni tipo; la Villa della Duchesca era invece famosa per il suo giardino dalle forme regolari e geometriche, con un’immensa fontana monumentale e logge e porticati. Non ultimo, il Castel Capuano fu arricchito da . Tutte queste opere d’arte avevano un architetto in comune: l’architetto Pacello da Mercogliano, progettista dei giardini. E oggi ancora hanno un altro fattore in comune: sono sparite, divorate dall’edilizia popolare e smembrate per costruire i fondaci nel XVI secolo.
L’arrivo dei Francesi a Napoli
La dinastia aragonese era al tramonto e l’Italia, sul finire del ‘400, era diventata di nuovo teatro di battaglia: Carlo VIII di Francia, infatti, volle sfruttare le debolezze politiche italiane e decise di invadere l’Italia nel 1494. Era infatti un discendente degli Angioini di Napoli e, con questo pretesto, sperava di poter rimettere una mano francese nel Maschio Angioino, conquistando tutta l’Italia nella sua campagna.
Il re di Francia giunse a Napoli il 22 febbraio 1495 e i nobili della città non persero tempo nel tradire gli Aragona e lo incoronarono Re Carlo IV nel Castel Capuano. Come sempre, però, la politica è una cosa labile: presto Carlo IV fu odiato dalla stessa classe dirigente che l’aveva accolto a causa della prepotenza dei funzionari e dei militari francesi. Nel frattempo, i piccoli stati del Nord Italia si stavano riorganizzando per una controffensiva, sostenuti dai nemici della Francia. Questo evento creò un caos politico in Italia: fu l’inizio di più di 50 anni di guerre che finirono solamente con la perdita dell’indipendenza di Nord e Sud Italia.
Da Catello Mazzarotta a Pierre de Mercoillenne
Carlo VIII, però, non tornò a mani vuote in Francia: durante il suo periodo napoletano, infatti, si innamorò delle architetture rinascimentali degli Aragona e in particolare della Villa di Poggioreale, che oggi non esiste più. I giardini erano talmente raffinati, ricchi e vasti che impressionarono la corte francese. Pare che fu proprio il re in persona a chiedere chi avesse realizzato una simile meraviglia e, immediatamente, gli fu presentato l’architetto Catello Mazzarotta da Mercogliano. Ci volle poco per convincerlo a trasferirsi ad Amboise per lavorare sul progetto dei nuovi giardini reali.
Giunto oltralpe, Catello cambiò addirittura nome: diventò famoso come Pierre de Mercoillenne.
L’uomo dei giardini monumentali
Il gusto dei giardini rinascimentali fu amato dai francesi. In quel periodo operarono in Francia numerosissimi italiani portati da Carlo VIII e da Luigi XII nella sua madrepatria: troviamo anche fra’ Giocondo, con cui collaborò anche a Napoli, ma anche Leonardo Da Vinci, con cui Pacello da Mercogliano strinse amicizia ad Amboise.
Il giardino più bello che io abbia mai visto, uno spettacolo meraviglioso che si vede bene anche a dieci leghe di distanza
Il re di Francia commentò i giardini di Amboise
Il successo dell’architetto irpino fu tale che ebbe il titolo di “giardiniere del Re” da Luigi XII, che gli affidò anche la realizzazione del parterre del Castello di Blois. E poi fu assunto per quelli del castello di Gaillon, dove creò un’architettura tanto bella e monumentale che ebbe eco in tutta la Francia.
A Pacello da Mercogliano dobbiamo anche l’introduzione in Francia di alcuni prodotti tipici della sua terra: riuscì infatti a far coltivare con successo limoni, arance e peschi. Fu infatti sua la prima aranciera di Francia.
Stando ad alcune fonti, ma non tutti sono d’accordo, fu anche il padre di uno dei frutti più famosi di Francia: le prugne Reine-Claude (in Francia sono chiamate anche “prugne italiane“), che prendono il nome dalla regina Claudia di Valois-Orleans, moglie del re Francesco I di Francia e figlia di Luigi XII. Fu infatti lei a far innestare questo frutto mediorientale nei giardini reali, dato che ne era ghiotta.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Roberto Pane, Il Rinascimento nell’Italia Meridionale, Napoli, 1977
Francesco Zecchino, Pacello da Mercogliano: giardiniere alla corte di Francia, Elio Sellino Editore, Pratola Serra, 2004
https://www.francebleu.fr/emissions/histoire-en-touraine/touraine/histoire-en-touraine-335
https://www.persee.fr/doc/annor_0570-1600_2000_hos_29_1_2352
https://leslegumesduchateau.fr/le-chateau-de-gaillon/
http://lemercuredegaillon.free.fr/gaillon27/les_jardins_du_chateau.htm
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