Napoli-Portici

La prima ferrovia d’Italia è un orgoglio di Napoli che risale al lontano 1839. Parliamo più precisamente della ferrovia Napoli-Portici.

Certo, il tratto non copriva chissà quali grandi distanze, ma per l’epoca passata fu un grande passo in avanti tale da porre l’antico Regno delle Due Sicilie fra le più rinomate potenze europee. Ed era proprio questo l’obiettivo di Ferdinando II di Borbone, che durante il suo regno cercò di dar lustro al suo regno con primati tecnologici e scientifici destinati ancora oggi a far discutere.

Napoli-Portici Inaugurazione
La Napoli-Portici nel giorno dell’inaugurazione

Un ingegnere francese e un re

L’ideatore della ferrovia Napoli-Portici fu un ingegnere francese, l’ingegnere Armando Bayard de la Vingtrie. Decise di proporre il suo progetto a Re Ferdinando II e fu per questo motivo che si mise in contatto con il suo ministro Santangelo.

Il piano era veramente convincente ed interessante, ma paradossalmente all’inizio Ferdinando si mostrò diffidente per le spese e gli effettivi vantaggi di una tecnologia troppo moderna.
Fu così che l’ingegnere fece un vero e proprio all-in da gioco d’azzardo: disse a Ferdinando che avrebbe costruito l’intera ferrovia a proprie spese, tutto ciò che voleva in cambio era la gestione esclusiva per i successivi 99 anni. Virtualmente, quindi, si era assicurato le concessioni fino al 1938. Peccato che il Regno delle Due Sicilie sarebbe caduto molto tempo prima.

Mai scelta più giusta fu fatta da Armando Bayard: Il Re, superate le prime titubanze, fu molto affascinato dal progetto.

Fu allora che Ferdinando approvò la richiesta, emanando diversi decreti con i quali stabiliva i termini della concessione della costruzione.

Stazione Napoli-Portici
La stazione della Ferrovia Napoli-Portici nel giorno dell’inaugurazione

Ferdinando II e i lavori della Napoli-Portici

La ferrovia avrebbe collegato Napoli con Nocera ed avrebbe anche incluso una diramazione per Castellammare.

I lavori, però, inizialmente si presentarono più complicati del previsto: i binari che per concessione dovevano essere due, a causa del rallentamento dei lavori, non furono mai realizzati nella prima parte dei lavori. Si riuscì a costruire un solo binario…e neanche completo.
Il primo tratto, infatti, non copriva l’intera distanza prestabilita ma arrivava solamente al Granatello di Portici.

Il Re Ferdinando II, ovviamente, non poteva in alcun modo accettare questo fallimento nei lavori di un progetto da lui approvato, e fu per questo motivo che decise di porre a sorveglianza di Armando Bayard un ingegnere di sua fiducia affiancato da un ispettore generale di Ponti e Strade.

Mano a mano, i lavori divennero sempre più rapidi, grazie anche al coordinamento fra i singoli organi: i vagoni furono costruiti a Napoli (precisamente a San Giovanni a Teduccio) e le locomotive furono acquistate da una società inglese. La collaborazione con la società inglese, però, c’è da dire, fu solo momentanea: successivamente, infatti, anche le locomotive furono costruite qui a Napoli e furono piuttosto apprezzate in tutti gli altri stati italiani, tanto da essere esportate un po’ ovunque.

L prima ferrovia e il primo treno a Napoli nel 1839! by Lisa90EM

Nasce la Napoli-Portici

Ed eccoci giunti all’inaugurazione del primo tratto ferroviario: dopo mille difficoltà, il 3 ottobre del 1839, si inaugurò, con grandi cerimonie, la prima ferrovia italiana.

Il Re, infatti, aveva deciso di farsi già trovare a Portici, precisamente nella villa del Carrione, e lì aspettare il convoglio. A mezzogiorno diede il segnale per far partire il treno da Napoli, pronunciando anche un solenne discorso:

Questo cammino ferrato gioverà senza dubbio al commercio e considerando come tale nuova strada debba riuscire di utilità al mio popolo, assai più godo nel mio pensiero che, terminati i lavori fino a Nocera e Castellammare, io possa vederli tosto proseguiti per Avellino fino al lido del Mare Adriatico

E fu così che, in quel mite giorno di ottobre, partì il primo convoglio italiano con numerosi ospiti a bordo. Chissà che emozione per la gente dell’epoca quella di salire per la prima volta su un mezzo che si muoveva in totale autonomia!
Se per noi è un fatto naturale salire su di un vagone e viaggiare con vetture automatiche, lo stesso non si può dire per chi conosceva solo la forza di un cavallo.

E lì, con i primi sbuffi della locomotiva Vesuvio, partì la storia delle Ferrovie Italiane.

La ferrovia Napoli-Portici oggi

L’antica stazione napoletana della Napoli-Portici fu costruita nella cosiddetta “via dei fossi”, appena fuori le mura aragonesi: ampia sala d’aspetto, uffici, magazzini e rimesse per le vetture, tutto fu curato nei minimi dettagli per offrire i migliori servizi. Oggi è un rudere in totale abbandono.

Il progetto della ferrovia, che ebbe così tanto successo, ovviamente non fu d’utilità solamente ai reali, ma si presentò come un vero e proprio progetto di utilità sociale: fornì, infatti, un fondamentale servizio per tutti coloro che si recavano per lavoro a Napoli.

-Cristina Bianco

-Disegno della bravissima Lisa Mocciaro

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