Il simbolo di Pimonte, cittadina sita nel cuore dei Monti Lattari, è una gigantesca croce posta presso la cima del Monte Pendolo, vetta che si raggiunge facilmente dalla piazza dal paese. Noto semplicemente come “La Croce”, il monte offre una vista panoramica straordinaria, che spazia dai Campi Flegrei fino alla Valle del Sarno.
Il Monte Pendolo
Il Monte Pendolo, alto 618 metri, ha visto più di una croce posta sulla propria dorsale. L’attuale è stata inaugurata il 29 ottobre 2022, attraverso una benedizione e l’accensione dell’illuminazione, che nelle ore notturne la rende visibile anche da molto lontano. La croce precedente risaliva invece al 1962 ed è stata rimossa nello stesso 2022 per poterne collocare la nuova, alta 12 metri e larga 6. Non sono mancati i cittadini che hanno avuto la fortuna di aver assistito all’inaugurazione di entrambe.
Come arrivare alla Croce del Monte Pendolo
Il modo migliore per raggiungere il belvedere, in corrispondenza della croce del Monte Pendolo, è un comodo sentiero adatto a tutta la famiglia, per lo più asfaltato. L’itinerario parte dal centro di Pimonte, in Piazza Roma, nonché a pochi passi dal Municipio. Si prosegue su Via Rivozza, via Puntone e in ultimo via Pizzo. Solo nell’ultima parte la strada diventa sterrata, trasformandosi in un sentiero più tipicamente montano.
Il percorso, dalla Piazza alla Croce, è lungo 1,7 km. Circa trenta minuti sono sufficienti, a seconda dell’andatura, per arrivare al magnifico belvedere sul golfo di Napoli. L’unica difficoltà potrebbe essere la pendenza della salita. Si parte dai 400 metri sul livello del mare della piazza per raggiungere quasi i 600 metri. Si ritorna poi sulla stessa strada dell’andata.
Buona parte della strada è percorribile anche in automobile, ma la soddisfazione del raggiungere una vetta forse è maggiore se lo si fa con le proprie forze!
Non sorprende troppo che la croce sia così vicina alla vita quotidiana del paese, quasi a uno schiocco di dita dai bar della piazza e dal municipio. Pimonte d’altronde lega il suo nome alle montagne già nel nome. Deriva infatti dal latino apud montes, che significa “presso i monti”. Tra le montagne del territorio si trova anche l’antico Castrum Pini e si avvistano, quasi da ogni punto, i Tre Pizzi del Monte Sant’Angelo, le più alte vette dei Monti Lattari.
Il panorama dalla Croce
Dalla Croce si ammirano molti dei luoghi più noti della Campania nel mondo: il Parco Archeologico di Pompei, il Vesuvio, il golfo di Napoli, i Campi Flegrei con Capo Miseno e i profili di Ischia e Procida. Sono ben visibili però molteplici siti impropriamente detti “minori”: lo Scoglio di Rovigliano incuriosisce al largo della costa di Torre Annunziata, il litorale vesuviano, che ricorda quanto il vulcano sia essenzialmente una montagna sul mare, l’apparentemente timido Castello di Lettere e il corso del fiume Sarno, che sfocia proprio a pochi chilometri dai resti dell’antica Pompei. Impressionante è poi il contrasto tra la densità abitativa delle terre ai piedi del Vesuvio con la tranquillità e il poco affollamento dei paesi sui monti.
Proprio il Sarno dà il nome alla pianura sottostante. Sono le terre dell’omonima valle, nel cui suolo vulcanico ha attecchito il famosissimo pomodoro San Marzano, noto per essere l’ingrediente principale di ogni pizza che si rispetti. È curioso guardare le terre dei pomodori proprio dal Monte Pendolo, all’interno della catena dei Lattari, che sono invece il luogo di produzione per eccellenza del fiordilatte, altro componente principale di una margherita.
Le montagne di Pimonte, apparentemente lontane dalla caotica pianura, si legano così alle terre tra Napoli e Salerno attraverso i loro prodotti, che insieme a quelli della valle danno origine al piatto campano forse più noto al mondo.
Simboli vecchi e nuovi ai piedi del Vesuvio
Oltre la croce, nuovi costumi si stanno già configurando nel belvedere panoramico del Monte Pendolo. Un cartello invita a baciarsi e scattarsi un selfie, mentre numerosi lucchetti testimoniano il turismo delle coppie che qui giungono per suggellare il proprio amore. Altri simboli e abitudini, influenzati comunque dalla storia e dalla cultura di queste terre, non tarderanno ad arrivare. Come i pomodori, legati alla Campania seppur provenienti dalle Americhe. Come la strega Amelia, che abita sul Vesuvio ma che è stata inventata da un fumettista statunitense. Davanti al vulcano, d’altronde, l’ispirazione non manca, con la montagna che si lega al mare e alle città in unico grande abbraccio di storie e sapori.
Bibliografia:
Club alpino italiano. Sezione di Roma; Annuario Volumi 1-3; 1887
Sitografia:
https://www.comune.pimonte.na.it/zf/index.php/itinerari/index/dettaglio-itinerario/itinerario/5
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