di Elisabetta Maschio
“Vieni biondina, vieni ti porto ad Ischia. Dove si balla, si mangia, si beve e si fischia”, così recita una delle canzoni più famose dedicate all’isola verde. La dolcezza del clima e la bellezza dei panorami fanno dell’isola d’Ischia un luogo di vacanza ideale. Oltre all’idilliaco paesaggio, Ischia è caratterizzata anche da antiche tradizioni e da un ricco patrimonio culturale ed artistico. Feste e tradizioni popolari, infatti, oltre che per il loro significato religioso, vengono considerate una delle più grandi attrazioni turistiche presenti sull’isola. Non ci sono solo feste patronali ma anche ricorrenze antiche e meno antiche entrate di diritto nel patrimonio culturale dell’isola più grande del Golfo di Napoli. Tra le tante feste popolari che caratterizzano l’isola d’Ischia abbiamo scelto la Festa a mare agli Scogli di Sant’Anna.
Le origini della festa: la costruzione, i temi, il percorso
La festa a Mare agli scogli di Sant’Anna ha un ruolo di primo piano tra le ricorrenze popolari dell’isola d’Ischia. L’appuntamento festivo, che annualmente si tiene il 26 luglio, negli anni ha cambiato svariate volte nome: Sagra Marinara, Festa di Sant’Anna, Festa delle barche addobbate, Sagra del mare, Festa a mare agli scogli di Sant’Anna, Sagra agli scogli di Sant’Anna. La definizione “Festa a mare” discende da precedenti riti propiziatori che si davano come scadenze dei cicli naturali. A questa tradizione fortemente radicata si sovrappose la ricorrenza cattolica di Sant’Anna, protettrice delle partorienti. Originariamente la festa consisteva nel dare fuoco a numerosi falò che venivano accesi all’imbrunire, la legna veniva accumulata durante l’arco dell’anno e il segnale per l’accensione arrivava dall’Epomeo.
Oltre ai falò, durante quella giornata venivano fatte gare di nuoto e gare di canottaggio. L’inizio ufficiale della festa risale al 1932, prima di quell’anno il 26 luglio le famiglie dei pescatori svolgevano una sorta di rito alla cui base c’erano lo svago e la convivialità: ogni famiglia conservava piccole porzioni di cibo per consumarle a bordo delle barche la sera della festa. Dopo essere saliti a bordo, passando per la “corrente” ed immettendosi nello specchio d’acqua della Baia di Cartaromana, ci si recava sotto la chiesetta dedicata alla Santa protettrice delle partorienti. Ritornati nella baia, ci si scambiava un saluto ed una chiacchiera, erano tutti volti conosciuti.
Al calar della sera veniva acceso accanto alla chiesetta un falò, una sorta di segnale per dare il via alla cena. Tutte le donne a bordo delle imbarcazioni cacciavano il fagotto preparato la mattina all’interno del quale era conservata una ricca cena: coniglio alla cacciatora e melanzane alla parmigiana, il tutto accompagnato dal buon vino di paese. Verso mezzanotte, dopo una lunga serata tra musica e risate, si faceva ritorno al Ponte, i pescatori lasciavano le famiglie per poi andare a pesca di fragaglie. La prima barchetta ad essere allestita fu quella della famiglia Purificato, a bordo della quale c’erano anche Andrea Di Massa e Vincenzo Funiciello, figure centrali della storia della festa.
La barca dei Purificato per quella occasione era stata trasformata in una gondola veneziana, con tante piccole lucine e addobbi di ogni genere ad abbellire il tutto. Fu una grande sorpresa per tutti, la barca, infatti, fu accolta da grandi applausi che riecheggiarono per tutta la Baia.
L’anno seguente la novità fu portata da Giovan Giuseppe Sorrentino, altra figura importante per la festa di Sant’Anna: Sorrentino, infatti, fece il suo ingresso nella Baia seduto su un trono, circondato da schiavi e rematori. La barca era stata trasformata in una nave romana, ma, purtroppo, non fece in tempo ad arrivare al centro della Baia che si inclinò su un lato facendo finire “Nerone” ed i suoi schiavi in mare. Visto il piccolo imprevisto, Nerone ricostruì la sua imbarcazione e l’anno seguente venne accolto dagli stessi grandi applausi.
La nascita della festa avvenne in piena epoca fascista. Sotto gli auspici dell’O.N.D. si mirava a rivalutare le tradizioni locali e la stessa Festa di Sant’Anna ebbe il beneplacito del regime. Ma i rapporti con il fascismo non furono sempre idilliaci. Nel 1933, infatti, il Podestà, Cav. Vincenzo Iacono, ordinò la sospensione della Festa ma grazie al pronto intervento dell’allora Capitano della Capitaneria, Capo Botta, l’evento riuscì ad essere portato avanti. Dal 1940 al 1944 la Festa venne sospesa a causa degli eventi bellici che colpirono il territorio italiano. Nel ’44 venne ripresa nonostante non fosse ancora finita la guerra: non vennero sparati fuochi d’artificio e le barche iniziarono a perdere la primitiva artigianalità per assumere dimensioni sempre più caratteristiche.
Un gruppo di giovani decise di allargare i confini di questa ricorrenza puntando all’aspetto esterno e spettacolare che ne sarebbe derivato in modo da valorizzare ancor di più questa bella tradizione. Con il passare degli anni il gruppo, originariamente formato da giovani del Ponte e della Mandra, iniziò a crescere, le barche che sarebbero intervenute durante la serata del 26 luglio venivano addobbate liberamente dai partecipanti. Il comitato istituì così un premio simbolico per la barca più bella: ciò accrebbe ulteriormente l’interesse verso questa manifestazione.
Da questo momento si venne a definire un particolare tipo di festa che ebbe, e continua ad avere, nella rappresentazione teatrale su acqua la sua forte connotazione e raggiunse intorno agli anni Cinquanta una sua fisionomia così forte da imporsi nell’immaginario collettivo di molte generazioni, richiamando intorno a sé l’intera comunità. Nel 1952 la manifestazione fu organizzata dall’Ente Valorizzazione Isola d’Ischia che affiancò alla sfilata delle barche un tema canoro, offrendo così una linea guida ai costruttori in modo da ampliare i caratteri espressivi e popolari delle rappresentazioni.
In questo modo dal 1957 ci si ispirò alle canzoni proposte dal Festival della Canzone Marinara, organizzato nel vicino comune di Lacco Ameno. Affiancando le canzoni del festival alle barche, gli organizzatori risolsero un importante problema che tormentava i costruttori da sempre ovvero la scelta del tema da sceneggiare e l’organizzazione dello spazio. Nel 1964 la direzione del Casinò de la Vallee di Saint Vincent in Valle d’Aosta mise in palio cinque premi in denaro cumulabili a quelli dell’Ente Valorizzazione Isola d’Ischia che sarebbero stati assegnati alle barche che avessero rappresentato i temi delle canzoni partecipanti al concorso “Un disco per l’estate”.
L’apporto più significativo ed innovativo arrivò dai costruttori e riguardò soprattutto la tecnica da utilizzare e la struttura delle barche stesse: essi, infatti, pensarono di sistemare ai lati delle imbarcazioni due o più botti. Così facendo aumentò la superficie scenica appoggiando sulle botti le estremità delle tavole di legno usate per la scena. Questa tecnica, però, venne usata per poco tempo sia per la difficoltà nel reperire le botti sia perché queste ultime non fornivano la giusta ed adeguata galleggiabilità. Per questo motivo si optò per una rappresentazione fissa per evitare il capovolgimento e l’affondamento del natante, cosa accaduta in alcune edizioni. Con l’evoluzione della festa anche le barche subirono dei cambiamenti: si iniziarono ad usare, infatti, bidoni di metallo per rendere sicura la galleggiabilità.
L’idea del “pontone” (piano galleggiante ottenuto poggiando tavolati al di sopra dei bidoni di metallo tenuti insieme da travi di legno) aprì la strada a costruzioni maggiormente elaborate, più statiche e sicure. Questo momento fu decisivo ed importante per lo sviluppo e la definizione dei caratteri espressivi e spettacolari della Festa delle Barche. Per la realizzazione delle barche vennero coinvolti carpentieri, elettricisti, pittori e persone abituate alla pratica marinaresca per ormeggiare la zattera e per curare la parte del traino. Da tutti questi personaggi dipendeva il successo o il fallimento della barca. L’Ente Valorizzazione Ischia, per sostenere i costruttori e valorizzare ulteriormente la festa, supportò il lavoro dei vari gruppi offrendo loro un numero di fusti di metallo, poi in plastica, che variava a seconda delle esigenze del progetto da realizzare.
Anche il percorso delle barche subì delle notevoli variazioni: venne creata, infatti, una corsia destinata proprio alla sfilata. Tale cambio fu necessario visto il gran numero di barche che sostavano all’interno della Baia che rendevano difficile la sfilata delle varie installazioni. L’introduzione di questo canale privilegiato da un lato facilitò il compito del traino ma dall’altro rovinò l’effetto sorpresa che era al centro delle passate edizioni. Prima, infatti, le barche venivano allestite nei pressi della Chiesetta di Sant’Anna dove stazionavano fino alla sera del 26 luglio. In questo modo il pubblico per poterle vedere doveva aspettare la sfilata vera e propria. Con l’avvento della nuova corsia, il posto prescelto per l’allestimento delle Barche fu lo scivolo posto sotto al Castello Aragonese, dove ancora oggi sostano le installazioni prima della sfilata. Tale posizione garantiva un attracco ed un riparo sicuro per le barche che negli anni sono andate aumentando a dismisura.
Le imbarcazioni degli spettatori, invece, accedevano alla Baia dal lato esterno della stessa. La platea di Sant’Anna divenne di anno in anno sempre più numerosa: motonavi stracolme di turisti arrivavano nella Baia, gli abitanti dell’isola e della vicina Procida giungevano sotto al Castello a bordo di piccoli e medi natanti pur di non perdersi quella magica serata. Il successo della festa dipese soprattutto dall’ottima qualità delle Barche, dalla varietà e ricchezza dei temi e dalle novità che ogni gruppo voleva portare sul suo palcoscenico galleggiante.
Dal 1970 al 1975, avvertendo un senso di nostalgia, l’organizzazione decise di ritornare ai vecchi temi legando così la festa al repertorio classico della canzone napoletana. La canzone prescelta doveva essere trasposta in maniera impeccabile sia dal punto di vista estetico che spettacolare. Per questo motivo venivano scelte canzoni che garantivano uno sviluppo narrativo definito, con una sequenza precisa di situazioni (descrizione, accadimento inaspettato, culmine).
Dal ’76 all’81 ritornò il tema libero, le trame compositive proposte risentirono, per la maggior parte, di aspetti legati alle tradizioni isolane anche se altre continuarono sulla scia della canzone napoletana. In questi anni, con l’avvento della televisione, molti costruttori si rifecero a serie televisive o film come “La farsa di Sandokan”, “Bim sala bim”, “La pace”. Nel 1982, anno del Cinquantenario, l’organizzazione della Festa passa nelle mani del Comune di Ischia ed il tema centrale fu “Storie e tradizioni Ischitane”. Questo tema fu inatteso ma al tempo stesso fece emergere numerose linee di tendenza.
L’istituzione del “Palio dei comuni”
La festa di Sant’Anna, come già detto, nasce dalla collaborazione di un gruppo di giovani della Mandra, del Porto e del Ponte. Di pari passo alla crescita della manifestazione, crebbe anche l’aspetto competitivo della stessa visto il gran numero di iscritti residenti sullo stesso territorio e soprattutto per il crescente impegno profuso da tutti. Inizialmente la partecipazione di barche provenienti da altri comuni dell’isola era veramente scarsa: nel 1954 ci fu la prima partecipazione del comune di Lacco Ameno, che si ripresentò nel 1957.
Il comune di Casamicciola partecipò nel 1971 e nel 1974 mentre nel 1975 giunse ad Ischia la prima barca realizzata dall’isola di Procida che suscitò negli isolani grande curiosità. Fino a quel momento, come si può notare, la festa non aveva attratto l’interesse degli altri comuni isolani, ma solo di alcune zone dell’entroterra del comune di Ischia, come San Michele e Sant’Antuono, fino ad arrivare alla zona di Buonopane nel comune di Barano.
Negli anni ’90, però, arriva l’importante cambiamento: l’organizzazione, infatti, trasforma la festa in un vero e proprio “Palio dei Comuni” al quale avrebbero partecipato i sei comuni isolani, la vicina isola di Procida e i due comuni di Capri. In alcune edizioni l’invito si estese anche al comune di Viareggio, famoso per il suo Carnevale, ai comuni della area Flegrea, come Bacoli, e ad altri comuni del territorio campano.
I quattro premi speciali
• PREMIO “NERONE”, dedicato a GIOVAN GIUSEPPE SORRENTINO
Il Premio Nerone nasce per ricordare uno dei personaggi chiave della storia moderna della Festa a Mare agli Scogli di Sant’Anna: Nerone al secolo Giovan Giuseppe Sorrentino. Falegname di professione ma pirotecnico di fama. Il tocco particolare alle sue realizzazioni erano i fuochi d’artificio che ogni volta chiudevano la sfilata delle barche da lui realizzate. E’ stata una figura unica proprio per la genialità del suo spirito goliardico e per il carattere gagliardo che lo ha sempre contraddistinto. Ha iniziato e portato avanti nella festa un nuovo modo di proporre tematiche e soluzioni tecnicamente ardite di cui pochi altri successivamente sono stati reali interpreti. Il premio a lui intitolato viene annualmente assegnato dai figli del compianto Nerone, Raffaele e Carlo, i quali valutano ogni volta la barca che ha meglio interpretato lo spirito e la tradizione della festa.
• PREMIO “FUNICIELLO”, dedicato a VINCENZO FUNICIELLO
Nasce per ricordare uno degli artisti contemporanei ischitani tra i più noti ed apprezzati, noto per i suoi collage di stoffa ma anche, e soprattutto, perché fu uno degli iniziatori della versione artistica di questa manifestazione. Il maestro Funiciello (1905-1987) sapeva esprimere tutto sé stesso in ogni tecnica: olio, acquerello, inchiostro di China che sceglieva per i suoi disegni impressionanti in bianco e nero. Ma è nel collage (pittura di tessuti) che si specializzò nella seconda metà della sua vita. Una tecnica che scoprì per puro caso, durante il suo soggiorno in Germania, a Berlino.
E come dimenticare ancora le sue partecipazioni alla “Festa della Vendemmia” a Campagnano? E poi la musica, Vincenzo Funiciello era anche un provetto mandolinista. Nonostante il Maestro Funiciello sia scomparso già da molti anni, gli ischitani non lo hanno mai dimenticato e ne conservano un ricordo vivo ed affettuoso. Il premio a lui intitolato viene assegnato dai discendenti al miglior bozzetto artistico.
• PREMIO “ANDREA DI MASSA”, alla memoria di uno dei più grandi costruttori
Il “Premio Andrea di Massa”, è dedicato alla memoria di uno dei maggiori realizzatori di barche degli anni 80-90. Eclettico e poliedrico artista figlio di Ischia, che ha introdotto il gigantismo nella Festa (la realizzazione di imbarcazioni di grandi dimensioni). Viene assegnato dalla famiglia del compianto artista sulla base della valutazione della complessità tecnica, della maggiore innovatività e della grandezza della barca realizzata.
• PREMIO DELLA GIURIA POPOLARE, dedicato all’indimenticabile giornalista ischitano DOMENICO DI MEGLIO
Il Premio della Giuria Popolare è invece legato ad un’altra figura storica ischitana, quella del compianto ed indimenticabile giornalista ischitano Domenico Di Meglio. Viene assegnato annualmente valutando l’umore “insindacabile” della folla che assiste alla festa ricorrendo al cosiddetto “applausometro”, in altre parole il vero senso della partecipazione popolare alla festa.
Nell’edizione 2023 della “Festa a mare agli Scogli di Sant’Anna” è stato aggiunto ai premi speciali il Premio “MARIO MAZZELLA”, dedicato alla memoria dell’artista famoso per l’essenzialità figurativa e stilistica delle sue opere dalle tipiche architetture isolane e dai colori pastello. Il premio viene assegnato dagli eredi dell’artista isolano apprezzato in tutto il mondo, alla barca che più ha rispettato l’equilibrio tra forma e colore.
L’incendio del castello
Il momento clou della Festa, dopo la sfilata delle Barche, è sicuramente la simulazione dell’incendio del Castello Aragonese, evoluzione dell’originaria usanza di accendere dei falò di segnalazione sulle collinette soprastanti lo specchio di mare tra l’antica fortezza e gli scogli, ma anche metafora dei frequenti attacchi che questa ha subito nel corso dei secoli e dalla capacità degli ischitani di resistervi e andare avanti. Questo momento ogni anno viene accompagnato dalle note della bellissima “Blue Dolphin”, composta dal pianista e compositore Stephen Schlaks, che in occasione dell’edizione 2023 ha accompagnato dal vivo l’incendio. Subito dopo la simulazione, il pubblico presente potrà assistere all’immancabile spettacolo di fuochi pirotecnici che concludono una delle serate più magiche dell’estate ischitana.
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Crediti
Photo credits: Elena Mazzella per l’immagine di copertina
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