Margherita Sarrocchi, nata a Gragnano (provincia di Napoli), intorno al 1560, è stata una intellettuale e una poetessa, nota specialmente per il suo poema epico “La Scanderbeide”.

La biografia di Margherita Sarrocchi
La Sarrocchi, rimasta orfana, fu affidata al vescovo Guglielmo di Sirleto, che la portò con sé a Roma, indirizzandola poi allo studio delle materie umanistiche. Margherita Sarrocchi studiò, infatti, letteratura, matematica, latino e greco (col supporto del grecista e umanista Luca Valerio).
Fin da giovanissima scrisse poesie che furono inserite in varie raccolte del tempo e, rimasta presto vedova, si dedicò a frequentare gli ambienti intellettuali romani, conoscendo, così, letterati e scienziati.
L’incontro per lei più significativo fu quello con Galileo Galilei, con il quale mantenne sempre un assiduo rapporto epistolare. Le lettere ritrovate di Margherita Sarrocchi dimostrano un sincero interesse e una profonda curiosità nei confronti delle scoperte dello studioso.
La poetessa riuscì, inoltre, a entrare a far parte delle Accademie degli Umoristi e degli Ordinati a Roma e degli Oziosi a Napoli, nonostante il suo status di donna. Infatti, al tempo, era praticamente preclusa la possibilità di accesso alle donne in questo tipo di ambiente. Fu, immaginiamo, stimolante per la giovane Margherita conoscere lì grandi autori epici come Torquato Tasso e Giovan Battista Marino (con cui ebbe anche una relazione amorosa).
Visse la restante parte della sua vita con il maestro Luca Valerio, che le fu accanto durante la stesura di uno tra i primi poemi eroici scritti da una donna: “La Scanderbeide”.
“La Scanderbeide”
Poema epico pubblicato per la prima volta nel 1606 e diviso in undici canti in ottave, “La Scanderbeide” tratta delle avventure del condottiero albanese Scanderbeg. Questi deve conquistare il regno d’Albania, usurpato dal sultano turco Murad.
Alla prima edizione, contenente molti episodi di carattere amoroso, ne seguì un’altra di 23 canti nel 1623 (5 anni dopo la morte della Sarrocchi). L’autrice qui si concentrò maggiormente sulle vicende belliche.
Alcuni studi riportano la possibilità che Margherita Sarrocchi avesse scritto a Galilei per chiedergli un parere sulla revisione, invitandolo anche a intervenire e modificare l’opera a suo piacimento. In realtà, però, non conserviamo testimoniante di alcuna intromissione da parte dello scienziato sul testo. Questo è da attribuire, quindi, integralmente alla Sarrocchi.
I personaggi femminili in Ariosto, Tasso e Sarrocchi
Sebbene apparentemente il protagonista sia un uomo, Scanderbeg, i personaggi realmente importanti in questo poema sono quelli femminili. Nel testo, infatti, gli uomini appaiono statici, grigi, affatto eroici. Sono piuttosto le donne a portare a delle vere e proprie svolte e soluzioni all’interno della storia, come Rosmonda, la figlia del sultano e forte guerriera.
La Sarrocchi trovò sicuramente un modello di ispirazione in Ariosto e Tasso, autori rispettivamente dell’ “Orlando Furioso” e della “Gerusalemme liberata”. Questi erano stati i primi a porre in evidenza i personaggi femminili e a renderli essenziali nei punti cruciali delle vicende narrate.
Tasso, in particolare, descrisse le figure femminili come delle guerriere ed eroine, prive di quelle caratteristiche muliebri, di fascino e di debolezza solitamente attribuite alle donne. Quelle che incarnavano, nella storia narrata, un modello positivo erano prive di ogni riferimento alla femminilità: si ponevano, piuttosto, nelle vesti di valorose guerriere al pari degli uomini.
Rosmonda
Possiamo riscontrare, dunque, le medesime caratteristiche nei personaggi femminili della Scanderbeide. Donne prive della “macchia d’amore”, sentimento da loro mai conosciuto e di cui non si interessano, forti contro ogni tipo di tentazione, mirano unicamente a seguire il loro destino e a combattere per la loro patria.
Tra le principali donne del poema, Rosmonda è una guerriera che, consapevole del proprio fascino femminile, lo cela al di sotto della propria armatura e non lo usa in alcun modo a suo vantaggio. Vuole porsi sullo stesso livello dei soldati uomini contro i quali si ritrova a combattere, contando soltanto sul suo valore e non sul suo affascinante aspetto estetico.
Lascia un commento