«Forio non ha feste lussuose, perché fa sempre feste, e perché continue, tutte mediocri» : con questo giudizio, a dir poco lapidario, nel 1867 il più famoso storico dell’Ottocento ischitano Giuseppe D’Ascia liquidava l’indole fantasiosa dei Foriani. La realtà storica ha dimostrato, invece, che molte iniziative si sono rivelate di successo giungendo fino ai giorni nostri. Ciò che rappresentava all’epoca un semplice diversivo alla quotidianità agricolo-piscatoria è divenuto, in seguito, motivo e volano di attrazione turistica ed i contenuti, valorizzati, sono stati proiettati verso il futuro. Tra questi eventi, lo storico “Carnevale di Monterone” curato dall’Associazione Folkloristica Monterone che rappresenta appieno, insieme alla pluricentenaria “Corsa dell’Angelo della Pasqua”, l’identità del Popolo di Forio.

Lo storico appuntamento del Carnevale è stato inserito, con Decreto Dirigenziale della Giunta Regionale della Campania – Direzione generale per le politiche Culturali ed il Turismo n. 467 del 9 giugno 2022, all’interno dell’Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale della Regione Campania IPIC istituito nel 2017 e disciplinato nel 2018 con la seguente motivazione: “Si riconosce il valore culturale della candidatura ai fini della salvaguardia del patrimonio culturale immateriale campano, con specifico riferimento alla sezione celebrazioni del disciplinare (art. 3, comma 1 lett. b)”.

Banda di Carnevale (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

FORIO: FACCIAMO UN TUFFO NELLA STORIA

I primi colonizzatori della zona furono i Micenei di Punta Chiarito seguiti dai Calcidesi, ai quali si deve la “colonia di Pithecussai”.  Dalle falde del promontorio Imperatore alla valle di S. Montano, era una pianura fertile e ridente: i coloni vi si stabilirono erigendo da un lato, sulla spiaggia di Citara, il Tempio a Venere- Citerea dall’altro, sul promontorio di Vico,  la muraglia della fortezza, che doveva guardare la città e dominare la necropoli. Tremende eruzioni ed improvvisi terremoti scacciarono la colonia. Calmatisi gli eventi della natura fu un susseguirsi di arrivi e di conseguenti stanziamenti: Partenopei, Romani,  Siciliani per giungere alle devastazioni dei mori. Fu poi la volta dei Normanni , degli Svevi, della dinastia Angioina.

L’amenità dei luoghi piaceva agli usurpatori, nondimeno a coloro che già vivevano sul posto. Nel 1305 gli antichi coloni, allontanatisi per l’eruzione del 1301, tornarono e costruirono chiese e cappelle per essersi salvati dalla sciagura.  Gli Spagnoli sopravvennero con gli Aragonesi, con i Catalani ed andarono ad aggiungersi a quanti popolavano stabilmente il versante occidentale dell’isola. Troviamo, quindi, i primi Galiz, da cui i Calise, i Jonchez da cui Jonchese. Alcuni coloni, provenienti da Malta, avrebbero dato il nome al casato dei Maltese, altri provenienti da Matèra in Puglia al casato dei Mattera o Matarese, altri da Sorrento, da Amalfi o dalla Toscana sarebbero diventati i Sorrentino, gli Amalfitano ed i Fiorentino. Costoro, con i loro casato, diedero vita alle prime forme di toponomastica, giunte fino a noi.

Nel XVI secolo venne la pirateria. Forio sotto le grinfie del pirata Barbarossa, subì gravissimi danni. Le razzie dei pirati, che non risparmiarono le donne del posto, portò alla definizione, ancora oggi in uso: “Furiene sanghe ‘e Turche” .

I pirati attaccano Forio – Carro allegorico (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

Le estese pianure, gli allettanti arenili richiamarono ben presto gli agricoltori scampati all’invasione e con essi vi furono nuovi arrivi dalle zone adriatiche e dalla Romagna, che andarono ad unirsi alla colonia già presente in loco. I Foriani costruirono torri di avvistamento e  difesa su due linee per l’intera lunghezza del territorio, la più famosa di queste è il Torrione. Dal XVI secolo in poi, nonostante calamità naturali e pestilenze, l’operosità degli abitanti di Forio continuò ad essere costante ed ancora oggi vi sono eloquenti  segni  di quella civiltà evolutasi nel tempo, che seppe essere originale anche nelle espressioni di divertimento, tra le quali il Carnevale.

Corteo del Carnevale (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

IL CARNEVALE DI MONTERONE A FORIO

Il Carnevale di Monterone è antichissimo. Inserito nel contesto culturale di Forio sull’Isola d’Ischia ed in particolare di Monterone è stato sempre espressione della creatività del popolo, che attraverso la partecipazione attiva ha espresso il proprio senso di appartenenza alla comunità. La popolazione  di Forio si è sempre sentita coinvolta  nella “pratica” del carnevale. 

Secondo quanto racconta lo storico foriano Prof. Agostino Di Lustro:  «[…] già nel secolo XVI a Forio, nel periodo di carnevale, doveva esserci particolare animazione , che poteva degradare anche in atteggiamenti ed atti riprovevoli per la Chiesa. Varie erano, infatti, le manifestazioni, che si svolgevano durante il periodo con sfilate di maschere, che si prolungavano per diversi giorni e culminavano nella sfilata di Carnevale, un pupazzo mascherato, che veniva portato in giro su una scala, accompagnato dalla “Musica di Carnevale”. Il tutto si chiudeva con il processo, la condanna, la lettura del testamento sulla  Piazza del Cerriglio ed il rogo. Tutta la festa era ed è ancora organizzata dal quartiere di Monterone […]» .

La storicità del Carnevale è comprovata dalla tradizione dei “Carnevaletti” presente a Forio già nel XVI secolo ed ancora attiva. Si tratta di giorni di adorazione eucaristica in riparazione ai “peccati” del periodo carnevalesco: « […] Per allontanare il popolo dai bagordi del Carnevale – continua a raccontare Di Lustro -,  fin dal 1585 troviamo istituiti a Forio in S. Maria di Loreto i “Carnevaletti negli ultimi tre giorni del carnevale […]» . Per la pietà del tempo non era edificante che la Quaresima fosse preceduta da giorni di libero divertimento. Più avanti, nel secolo XVII, dovevano distinguersi particolarmente i giovani, che spesso dall’isola si recavano nel continente presso la nobiltà per partecipare ai vari spettacoli di carnevale.

Peter Gunn in “Napoli un palinsensto”  scrive «[…] Durante il Carnevale del 1617 a Napoli, per volere del Viceré don Pedro Giron duca di Ossuna le donne diedero molte rappresentazioni in costume. Circa novanta fanciulle, mascherate da contadine, vennero da Forio a Palazzo. Ciascuna con un cesto contenente cose sfiziose: un porcellino poppante, un capretto, frutta e roba del genere, che offrirono a S. Eccellenza ed alla Vice-regina e furono bene accolte […]».

La storia del Carnevale dal XVIII al XX secolo ha continuato ad essere espressione dell’indole simpatica e festosa di Monterone, intrinsecamente inserita nella storia di Forio, che ha ricercato la spensieratezza anche nei momenti difficili delle guerre mondiali e del dopo-guerra, continuando fino ai giorni nostri senza perdere l’autenticità del passato.

Antico Carro Ante Literam (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

I PROTAGONISTI DEL XX SECOLO

La “celebrazione” del Carnevale di Monterone è stata, da sempre, l’attuazione di un rito finalizzato a decantare elementi insiti nella cultura del paese uniti alla “scherzosa esaltazione” di fatti e personaggi del posto. Fulcro centrale, soprattutto nel XX secolo , la riproposizione della famosissima “Banda di carnevale” : campanacci, zappe, pompe a spalla per il solfato, solfatrici, pignatte trasformati da elementi caratterizzanti la cultura contadina in veri e propri strumenti folkloristici.

La Banda di Carnevale: (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

Attraverso un corteo, gioioso e non funebre, come spesso accade  in analoghe cerimonie, la banda, in “divisa d’ordinanza” e la popolazione tutta hanno accompagnato e tuttora accompagnano il “Principe  Carnevale”, un fantoccio vestito di tutto punto, per le strade cittadine, osannandolo prima e mandandolo in fumo a fine serata, quale rito propiziatorio.

Il Principe Carnevale: (Foto: Vito Colella)

I “musicisti”, seguendo le direttive del Maestro, ripropongono il caratteristico “suono”. La “direzione” presuppone conoscenze ritmiche, che si tramandano di generazione in generazione. Le nozioni relative alla banda  son passate, sia verbalmente che manualmente,  da padre in figlio. La preparazione degli “strumenti” ha avvicinato i più giovani alla storia ed agli strumenti di lavoro dei loro nonni. Alla tradizionale sfilata si sono aggiunte le gare tra compaesani, le maschere, i carri, i suoni ed i canti.

Il M. Giovane Vincenzo Magnanimo (Fonte: Archivio Storico del Fotografo Gerardo Calise)

IL CARNEVALE DI MONTERONE DAI PRIMI ANNI DEL XXI SECOLO AD OGGI

Con il passare degli anni, con la scolarizzazione e soprattutto con lo sviluppo dello spirito associazionistico, l’originario gruppo spontaneo di organizzatori avente il cuore propulsivo nella contrada di Monterone è confluito nell’ Associazione Folkloristica Monterone e coinvolgendo anche i giovanissimi è divenuto punto di incontro con tutte le Associazioni presenti sul territorio e con l’intera popolazione. Ciò ha consentito di maturare e di crescere.

Nel più recente passato, infatti, alle “doti naturali” si sono aggiunte l’arte e la creatività di esperti, che di anno in anno contribuiscono spassionatamente alla crescita dell’evento stesso. Grande importanza in questo processo ha avuto la scuola. Già a partire dalle scuole dell’infanzia, infatti, per continuare fino alle secondarie di primo grado, la tradizione del  Carnevale è diventata elemento di studio ed approfondimento. Ancora oggi i più piccoli vengono invogliati a rappresentare graficamente il Carnevale ed a mettere in scena semplici coreografie, che ricordano i ritmi ed i movimenti della “banda”.

Bimbi in Festa: (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

I più grandicelli, nei laboratori di drammatizzazione, imparano poesie a tema, che poi recitano sul “palco dei grandi” durante il pomeriggio di martedì grasso. Gli adolescenti, infine, si approcciano alla costruzione degli strumenti folkloristici della banda ed attraverso lo studio della “cartapesta” imparano a creare i primi elementi dei carri. Gli adulti si dedicano alla costruzione vera e propria dei carri, frutto dello studio dei luoghi, dei monumenti e degli usi del posto, e si preparano per le gare sportive, il più delle volte, allenandosi per settimane.

“Viva l’Italia” –  Carro allegorico (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

Unitamente alle tradizionali gare come il tiro alla fune e la corsa nel sacco vanno ricordate le originali gare di abilità consistenti nel mangiare un piatto di spaghetti con il solo ausilio della bocca e bere un quarto di latte da una bottiglia trasformata in biberon con l’immancabile ciuccio.

Gara del “Suga Suga” (Fonte: Pubblicazione “Storico Carnevale di Monterone Forio” – IPIC, a cura del Comune di Forio e di Gaetano Maschio)

Negli anni non sono mancate le sfide tra le contrade del paese, basate sulla storia e sulle tradizioni di Forio. Con il sostegno pubblico, agli elementi tradizionali si sono aggiunti momenti di spettacolo di livello nazionale, che hanno completato la proposta senza snaturare l’elemento culturale dell’atavica bellezza.

La creatività, la cooperazione, il senso di partecipazione, la costanza, il garbo relazionale tra le parti coinvolte, in una parola lo spirito di Amicizia, rappresentano i valori fondanti dell’iniziativa, che pone le sue basi sui cardini inconfondibili ed inconfutabili del vivere umano.

Diventa un sostenitore!

Storie di Napoli è il più grande ed autorevole sito web di promozione della regione Campania. È gestito in totale autonomia da giovani professionisti del territorio: contribuisci anche tu alla crescita del progetto. Per te, con un piccolo contributo, ci saranno numerosissimi vantaggi: tessera di Storie Campane, libri e magazine gratis e inviti ad eventi esclusivi!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *