Le Velate sono quelle opere statuarie – complesse e meravigliose – avvolte in un velo marmoreo che dona loro mistero e misticità.

le velate: dettaglio della Pudicizia
Dettaglio de La Pudicizia – Crediti immagine al link:https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Pudicizia_velata,_foto_di_David_Sivyer.jpg

Le velate: la Pudicizia alla Cappella Sansevero

Una delle opere più note al mondo tra le statue velate é sicuramente quella del Cristo Velato alla Cappella Sansevero.

L’opera di Giuseppe Sammartino ha aperto non pochi dibattiti, in particolare per quel che concerne il velo che ricopre il corpo esamine del Cristo.

Alchimia dalle mani del Principe Raimondo di Sansevero? O grandezza nel maneggiare lo scalpellino tra le mani da parte dello scultore?

Sta di fatto che, oltre al Cristo, l’altra opera che – tra quelle velate presenti nella Cappella – tiene banco, è di certo la Pudicizia.

Fedelmente riprodotta anche come murales sulla facciata laterale di un palazzo napoletano nel quartiere di Fuorigrotta, la Pudicizia è l’omaggio del Principe alla madre, morta quando lui aveva meno di un anno.

Le velate per eccellenza: la Pudicizia

L’opera è datata al 1752 e porta la firma del veneziano Antonio Corradini, scultore tra i padri del filone delle statue velate, che enorme successo ebbero nel XVIII sec., sua è anche la Donna Velata, conservata al museo del Louvre di Parigi.

A lui sarebbe iscritta anche la paternità del bozzetto o comunque del progetto del Cristo Velato realizzato poi dal Sammartino.

Nell’opera statuaria che rappresenta la Pudicizia, drappeggi del velo della donna si raccolgono lateralmente insieme ad un ramo di rose, il volto è spostato lateralmente, lo sguardo nascosto ( e perso?) nel tempo, di un’opera senza tempo.

Un velo la copre. Un velo copre il corpo di una madre. Come quello che i figli pongono sui corpi esanimi delle madri, prima di dare loro un ultimo saluto.

Le statue velate ai giorni nostri: Jago

Il Cristo velato del Sammartino – posto al centro della cappella Sansevero – non solo ha destato curiosità e ammirazione sin dalla sua realizzazione, ma ha visto diversi studiosi – anche dell’età contemporanea – cercare di capirne i segreti.

Il nome dello scultore – che tra i più hanno lo hanno studiato – è sicuramente quello di Jacopo Cardillo, meglio noto come Jago.

Jacopo Cardillo: breve biografia

Nato ad Anagni il 18 aprile 1987, quello di Jacopo Cardillo – Jago – è un nome affermato e apprezzato nella scultura internazionale. Formatosi al Liceo Artistico, si iscrive – senza completarla – all’Accademia di Belle Arti.

Al suo attivo decine di opere e numerosi riconoscimenti come il prestigioso Mastro della Pietra al MarmoMacc, e spesso è ospite all’accademia delle arti di New York, la prestigiosa New York Academy of Art.

Il Figlio velato

Jago – Il Figlio Velato – Dettaglio Crediti Immagine:https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Jago_figlio_velato.jpg

Ispirato al Cristo Velato del Sammartino, il Figlio Velato – conservato all’interno della Cappella dei Bianchi nella Chiesa di San Severo fuori le Mura al rione Sanità di Napoli – rappresenta un bambino disteso, coperto da un velo, con gambe e braccia leggermente divaricate.

I suoi occhi sono chiusi, il suo viso è leggermente girato.

Il basamento su cui poggia, è una sorta di pavimentazione, una strada: si può con certezza dire che “il bambino è disteso a terra“.

Un’opera di protesta, realizzata a New York per poi trovare definitiva collocazione in un o dei quartieri più iconici di Napoli, un’opera che è là a denunciare quanto spesso i bambini subiscono il male delle scelte scellerate degli adulti.

Il Cristo Velato e Il Figlio Velato

Un parallelismo, questo, che può sembrare strano.

Si tratta di due opere che – però – hanno tanto in comune.

Il Cristo velato e Il Figlio Velato.

Al di là dell’aggettivo che ne qualifica la tipologia, al di là del velo che li ricopre, si tratta di due figli: da un lato il figlio di Dio fatto uomo, massacrato fisicamente e poi ucciso su una croce, dall’altro un ragazzino ricoperto da un velo, che lascia intendere si tratti di un corpo esamine.

Sono entrambi distesi, sono entrambi figli, morti, per la scelleratezza umana.

Due capolavori

Il capolavoro del Sammartino e il capolavoro di Jago.

Due opere, una che apre e l’altra che continua, a distanza di secoli, il filone dell’arte scultorea delle opere velate.

Un velo. Un marmo.

Un velo bianco ma trasparente, da cui traspaiano dolore, emozione e intensità.

Da sempre e Per Sempre.

Sitografia di Riferimento

Per la lettura iconografica: https://it.wikipedia.org/wiki/Figlio_Velato#/media/File:Il_Figlio_velato._Chiesa_di_San_Severo_fuori_le_mura._Cappella_dei_Bianchi._0587.jpg

https://www.lifegate.it/jago-figlio-velato

https://it.wikipedia.org/wiki/Jago_(scultore)#Riconoscimenti

https://www.museosansevero.it/la-cappella-e-il-cristo-velato/le-statue/pudicizia

https://www.baroque.it/arte-barocca/scultura-barocca/antonio-corradini-sculture-velate-del-barocco.html

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