Il 22 giugno 1983, Roma fu teatro di una sparizione che avrebbe segnato per sempre la storia d’Italia.
La scomparsa
Emanuela Orlandi, 15 anni, cittadina vaticana, scomparve nel nulla mentre si dirigeva a una lezione di musica. Figlia di un messo pontificio, viveva all’interno delle mura vaticane, un luogo che avrebbe dovuto rappresentare sicurezza e protezione. Ma quel giorno, la sua vita si interruppe bruscamente, lasciando un vuoto incolmabile.

Le radici
La madre di Emanuela, Maria Pezzano, è originaria di Carife, un piccolo paese dell’Irpinia, in provincia di Avellino. Arroccato tra le colline e punteggiato da ulivi e viti, Carife è uno di quei luoghi dove il tempo sembra fermarsi e la comunità custodisce ancora i valori semplici e profondi della terra. È qui che Maria ha vissuto l’infanzia.
Nel corso degli anni, Maria ha portato con sé Carife nel cuore, anche quando si è trasferita a Roma, dentro le mura vaticane. Da piccoli, Emanuela e Pietro vi tornarono qualche volta in estate, respirando l’aria fresca della montagna, giocando tra i vicoli e i campi, circondati dall’affetto dei parenti e dal silenzio rassicurante del paesino. Carife era per loro un rifugio, un frammento di infanzia felice.
Il mistero
La sparizione di Emanuela Orlandi si intreccia con una serie di eventi e personaggi che hanno alimentato teorie e sospetti. Un blogger ha recentemente affermato che Emanuela fosse incinta al momento della sua scomparsa e che sarebbe morta a seguito di un aborto clandestino. Queste dichiarazioni si basano su informazioni fornite da una fonte anonima, identificata come LC, che avrebbe assistito a una visita ginecologica di Emanuela e successivamente sarebbe stata incaricata di distruggere i documenti relativi. Le autorità italiane hanno sequestrato i dispositivi di comunicazione del blogger, che è sotto indagine per favoreggiamento, ma si rifiuta di rivelare l’identità della sua fonte. Pietro Orlandi, fratello di Emanuela, ha respinto queste affermazioni come false e diffamatorie, sottolineando che al momento della scomparsa, Emanuela stava avendo il ciclo mestruale e non era incinta.
Un fratello, una voce instancabile
Dopo la scomparsa di Emanuela, fu proprio Pietro Orlandi a raccogliere il peso della memoria. Da più di quarant’anni, è diventato il volto pubblico della battaglia per la verità. Con determinazione, ha attraversato tribunali, piazze, interviste e manifestazioni, portando avanti il nome della sorella. Non ha mai ceduto, neanche davanti alle omissioni, alle smentite, alle insinuazioni.
“Se si fosse trattato della figlia di qualcun altro, tutto questo non sarebbe successo,” ha spesso dichiarato. Pietro è convinto che dentro le mura del Vaticano si celino risposte. Ha denunciato il silenzio delle istituzioni e chiesto, più volte, che si spalanchino quegli archivi che potrebbero raccontare la verità taciuta per decenni.
Riapertura delle indagini
Nel 2023, la magistratura vaticana ha riaperto ufficialmente il caso, rispondendo alle richieste della famiglia Orlandi. Il promotore di giustizia vaticano, Alessandro Diddi, ha dichiarato che le indagini continueranno senza limiti di tempo, in collaborazione con le autorità italiane, fino a quando il caso non sarà risolto. Questa decisione è stata accolta positivamente dalla famiglia Orlandi, che ha sempre sostenuto che la verità si trova all’interno delle mura vaticane.
Ipotesi investigative
Il procuratore Giancarlo Capaldo ha recentemente presentato una nuova ipotesi riguardante la scomparsa di Emanuela. Secondo Capaldo, l’abduzione potrebbe essere avvenuta all’interno del complesso di Sant’Apollinare, dove Emanuela si trovava prima della sua scomparsa. Questa teoria si basa sulla presenza di Enrico De Pedis, noto come “Renatino”, capo della Banda della Magliana, e del sacerdote Pietro Vergari, che avevano legami con ambienti criminali. Capaldo suggerisce che De Pedis potrebbe aver organizzato l’abduzione all’interno del complesso, sfruttando la sua connessione con il sacerdote e la mancanza di testimoni oculari.
Attività della famiglia Orlandi
Pietro Orlandi continua a essere una figura centrale nella ricerca della verità. Recentemente, ha partecipato al podcast “Pulp Podcast” condotto da Fedez e Mr Marra, dove ha discusso dello stato delle indagini e delle nuove testimonianze emerse. Ha anche organizzato un sit-in il 18 gennaio 2025 a Roma per chiedere giustizia e trasparenza nelle indagini. Inoltre, ha dichiarato di aver ricevuto informazioni secondo cui Emanuela sarebbe stata trasferita a Londra dopo la sua scomparsa, ipotizzando un coinvolgimento dei servizi segreti su richiesta del Vaticano.
“Il Coraggio della Verità” per Emanuela
Sabato 7 giugno alle ore 16:30, presso il Museo Archeologico di Carife (via Melina), si è tenuto l’incontro pubblico “Il coraggio della verità: il caso Emanuela Orlandi”.
Protagonista dell’evento Pietro Orlandi, suo fratello. Orlandi torna a Carife, paese natale della madre Maria Pezzano, per condividere con la comunità il lungo cammino intrapreso alla ricerca della verità e della giustizia. L’ingresso libero.
L’incontro è stato un momento di riflessione profonda, memoria e impegno civile, in un luogo simbolico legato alle radici familiari di Emanuela.
Conclusioni
Il caso di Emanuela Orlandi rimane uno dei misteri più inquietanti della storia recente italiana. Nonostante le nuove indagini e le ipotesi investigative, la verità completa non è ancora emersa. La famiglia Orlandi continua a lottare per ottenere giustizia e risposte, sperando che le nuove piste e la collaborazione tra le autorità italiane e vaticane possano finalmente portare alla luce ciò che è accaduto a Emanuela.


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