L’amicizia tra Matilde Serao ed Eleonora Duse nasce nella Napoli di fine Ottocento, una città che, proprio come quella di oggi, cambia solo in superficie, ma non nel suo spirito più profondo. Il ventre di Napoli, antico, onesto e intatto, vive nelle storie grottesche e meravigliose di Giambattista Basile nel Seicento, così come nella crudele lucidità di Matilde Serao nel suo romanzo più famoso, Il ventre di Napoli (redatto nel 1884). In questo scenario eterno, fatto di vicoli, luci e ombre, due donne straordinarie intrecciano un legame capace di segnare per sempre la storia culturale della città.

La Napoli eterna: dove due mondi convivono

La Napoli di fine Ottocento assomiglia a quella di oggi: antica e sfaccettata come le strade del suo centro storico, viva come le sue botteghe, cruda come le sue periferie. Nel ventre della città convivono due mondi che sembrano incompatibili: la borghesia che corre verso la modernità e la moltitudine che sopravvive alla giornata.

Le malattie dei poveri restano senza diagnosi, mentre quelle dei ricchi si tingono di termini esotici e raffinati. Una forbice sociale che sembrava invalicabile. Eppure Matilde Serao, che non nacque tra i privilegi, costruì con le sue parole un ponte invisibile: dai vicoli più umili ai salotti più eleganti, tutti leggevano la sua voce.

Quando Napoli diventa casa

Matilde Serao divenne napoletana a 4 anni, quando la famiglia lasciò la Grecia per tornare in Italia dopo l’Unità. Figlia di un napoletano esule antiborbonico e di una madre greca, trovò in Napoli madre, maestra e interlocutrice costante della sua penna.

Il talento della Serao la portò rapidamente a diventare una delle figure più influenti dell’Italia postunitaria. Fu un’imprenditrice culturale ante litteram:

  • scrittrice
  • editorialista
  • fondatrice de Il Mattino, insieme a Edoardo Scarfoglio

Pur non potendo firmare la direzione del quotidiano – ruolo precluso alle donne dell’epoca – Serao costruì il suo potere attraverso le parole. Nella rubrica “I Mosconi”, osservava la nuova società con ironia, lucidità e uno sguardo sempre rivolto ai più fragili. Fare giornalismo, allora, era una missione: Napoli contava uno dei più alti tassi di analfabetismo d’Italia.

La Divina arriva da Nord: Eleonora Duse e il richiamo partenopeo

Un legame diverso, ma altrettanto profondo, legò alla città la Divina Eleonora Duse, nata a Vigevano in provincia di Pavia. La sua vita cambiò radicalmente quando, alla fine del 1878, appena ventenne, mise piede a Napoli con la compagnia Ciotti-Belli Blanes. La città partenopea, pur non essendo capitale, rimaneva una metropoli culturale vivace e cosmopolita, con un pubblico teatrale esigente e appassionato.

Eleonora, figlia di due attori girovaghi di origine veneta, proveniva da una lunga tradizione teatrale: il nonno Luigi Duse era stato un celebre attore di commedie goldoniane a Padova, ma la fortuna aveva abbandonato i suoi discendenti. Eleonora crebbe nel nomadismo delle compagnie teatrali, tra stenti e sacrifici, senza mai frequentare una scuola.

Teatro dei Fiorentini: la consacrazione napoletana

Fu durante una rappresentazione che il capocomico Giovanni Emanuel la notò e le offrì un posto come prima attrice nella nuova compagnia stabile del Teatro dei Fiorentini, uno dei palcoscenici più prestigiosi della città. Eleonora accettò e rimase a Napoli, dove lavorò accanto alla grande Giacinta Pezzana, che divenne la sua mentore e maestra.

Al Teatro dei Fiorentini, Eleonora trovò finalmente un ambiente confortevole e stimolante. La Pezzana la difendeva dalle invidie, le dava consigli tecnici preziosi e la incoraggiava a esplorare nuovi repertori. Fu proprio a Napoli, nel 1879, che Eleonora ottenne il suo primo grande trionfo interpretando Teresa Raquin di Émile Zola: una performance cruda, intensa e naturalistica che sbalordì pubblico e critica.

Il pubblico napoletano riconosce il genio

Nonostante il periodo napoletano fosse breve, circa un anno e mezzo tra la fine del 1878 e l’inizio del 1880, Napoli lasciò un’impronta indelebile nell’anima di Eleonora Duse. La città la formò come artista, le fece scoprire un teatro nuovo e audace, le aprì le porte degli ambienti letterari più vivaci d’Italia.

Il pubblico napoletano, con la sua passione viscerale e la sua capacità di riconoscere il talento autentico, fu il primo a comprendere la rivoluzione che Eleonora portava sul palcoscenico: una recitazione intima, psicologica he rompeva con i manierismi teatrali ottocenteschi. La Duse era “senza trucchi” nel senso più concreto del termine: rifiutava qualsiasi cerone, qualsiasi artificio cosmetico, tanto sul palcoscenico quanto nella vita privata. Il suo volto restava sempre nudo, sempre vero.

Napoli rappresentò per la Duse il luogo della maturazione artistica e della scoperta emotiva. Anche quando il suo destino la portò a Torino con la compagnia di Cesare Rossi e poi nelle grandi capitali europee e americane, mantenne sempre un legame affettivo con la città partenopea e con le persone che lì aveva incontrato, in particolare con Matilde Serao.

Quando la penna incontra il palcoscenico: nasce un’amicizia

L’amicizia tra Matilde Serao ed Eleonora Duse sbocciò in modo naturale, quasi inevitabile, proprio durante quel periodo napoletano.

Fu nel 1879, mentre Eleonora recitava al Teatro dei Fiorentini, che le due donne si conobbero. Il talento della giovane attrice ventenne non sfuggì a Matilde Serao, già affermata giornalista

Le due erano quasi coetanee (Matilde nata nel 1856, Eleonora nel 1858) e tra loro nacque subito una consonanza profonda. Quando Eleonora rimase incinta dalla turbolenta relazione con Martino Cafiero, affascinante giornalista e direttore del Corriere del Mattino, e venne abbandonata, fu proprio Matilde a starle vicina, ad assisterla in quel momento difficile. Un gesto che consolidò per sempre il loro legame. Fu un episodio doloroso che Eleonora affrontò con dignità, continuando a recitare fino al nono mese di gravidanza prima di ritirarsi a Marina di Pisa, dove partorì un figlio che morì dopo poche settimane.

Da una parte Serao, brillante ma intrappolata in un matrimonio difficile. Dall’altra la Duse, libera, appassionata, voluttuosa, eppure tormentata.

Due donne lontane da ogni stereotipo, unite da una dedizione totale al proprio lavoro. Due artiste capaci di guardare dentro la società e dentro sé stesse, riconoscendosi come simili.

Fu un legame intellettuale, emotivo e umano, che rese entrambe più forti e più consapevoli del proprio ruolo nella Napoli dell’epoca. Un’amicizia talmente profonda che, anni dopo nel 1894, fu proprio Matilde Serao a far incontrare Eleonora Duse con Gabriele D’Annunzio, segnando un altro capitolo cruciale nella vita dell’attrice.

“Luci sulla città”: il romanzo che illumina un legame

Nel romanzo Luci sulla città, lo scrittore Massimiliano Virgilio ricostruisce l’intimità tra Serao e Duse attraverso dialoghi e confidenze che sanno di verità. L’autore è chiaro: non è cronaca né biografia, ma letteratura nata da uno studio meticoloso. Un’opera che fa parlare due grandi donne del passato con una voce così contemporanea da sembrare scritta per la Napoli di oggi.

Virgilio cammina al fianco delle sue protagoniste: lungo i marciapiedi assolati, nei caffè dove rubano momenti di solitudine alla vita pubblica, tra i salotti mondani dove la loro presenza accende curiosità e ammirazione. Si svela così un rapporto tessuto di complicità sincera, libertà coltivata e confessioni intime.

Un’eredità che attraversa i secoli

L’amicizia tra Matilde Serao ed Eleonora Duse non fu solo una parentesi privata, ma un tassello fondamentale della Napoli culturale di fine Ottocento. Due donne diversissime, eppure entrambe consapevoli di muoversi in un mondo che non era stato costruito per loro e che proprio per questo decisero di cambiare.

Serao lasciò in eredità un giornalismo moderno, vivo, attento ai bisogni reali della città. La Duse, invece, lasciò un teatro nuovo: intimo, psicologico, rivoluzionario.

Insieme hanno raccontato, ciascuna a modo proprio, quel ventre di Napoli che non cambia: antico, pulsante, coraggioso. Un ventre che ancora oggi continua a generare storie. E amicizie capaci di attraversare i secoli.

Gaia Lucrezia Russo


Approfondimenti e fonti

Per approfondire la figura di Matilde Serao: https://storienapoli.it/tag/matilde-serao/

Biografia Treccani di Matilde Serao: https://www.treccani.it/enciclopedia/matilde-serao

Biografia Treccani di Eleonora Duse: https://www.treccani.it/enciclopedia/eleonora-duse

Immagine di copertina realizzata con gemini ai

Immagine del libro di Virgilio ottenuta con Adobe Firefly

Le restanti immagini: https://commons.wikimedia.org/wiki/Main_Page

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