Il primo Codice Civile italiano porta il nome di Giuseppe Pisanelli, che ostenta orgoglioso il suo busto nella Villa Comunale di Lecce.

Il giurista pugliese fu infatti un “napoletano adottivo”: giunse a Napoli giovanissimo e, dopo essere diventato un illustre studente dell‘Università di Napoli (poi professore di diritto), diventò uno dei massimi esponenti della scuola giuridica napoletana di metà XIX secolo. Abitava in un modesto appartamento a Via Santa Teresa degli Scalzi, alle spalle del Museo Nazionale.

Giuseppe Pisanelli busto
Il busto di Pisanelli nella Villa Comunale di Lecce

Chi era Giuseppe Pisanelli?

Nato a Tricase nel 1812, nella provincia della bellissima Lecce (che all’epoca era il territorio di Terra d’Otranto), Giuseppe Pisanelli visse la sua intera vita viaggiando fra Napoli e Torino.
Giovane, intraprendente ed affamato di sapere, dopo essere stato Ministro della Giustizia a Napoli nel 1849 a soli trent’anni, viaggiò a Parigi e poi a Torino per stringere la mano ai più grandi professori di diritto dell’intera Europa. Era amico intimo di Antonio Scialoja e di Carlo Poerio e, dopo la cacciata dei liberali da Napoli alla fine dei moti rivoluzionari, riuscì a sfuggire alla galera imbarcandosi nella stiva di un brigantino francese, fuggendo a Genova e poi a Torino, che all’epoca stava cercando di diventare il punto di ritrovo di tutti gli uomini esiliati dai propri re, alimentando i desideri filounitari. Proprio all’interno del Regno di Sardegna il buon Pisanelli si fece subito notare per la sua naturale inclinazione: studiare i codici e scriverli. fece infatti uno studio estremamente approfondito sui limiti del codice civile e di procedura civile piemontese e, forte della sua enorme conoscenza giuridica, ne propose una revisione.

La sua proposta di riforma, pur non essendo un politico del Regno di Sardegna, fece molto discutere a Palazzo Carignano, ma si decise di aspettare. Nel caso di Pisanelli, l’attesa ne valse la pena.

Codice di procedura civile Torino
Il codice di Procedura CIvile del 1834 del Regno di Sardegna: è commentato da Pasquale Stanislao Mancini, Giuseppe Pisanelli e Antonio Scialoia, tre napoletani emigrati!

Una missione segreta: boicottare Garibaldi

Era tempo di cambiamenti e, ormai cinquantenne nel 1860, Pisanelli sognava di essere il padre di una Italia che in futuro sarebbe diventata una delle più grandi potenze europee.
Le sue doti politiche, oltre che giuridiche, erano talmente notevoli che ricevette da Cavour un incarico: boicottare la spedizione di Garibaldi.

Sembra paradossale, ma fu così: nei piani del machiavellico conte di Cavour, infatti, Pisanelli avrebbe dovuto raccogliere tutti i liberali ribelli a Napoli, in modo da organizzare un golpe e “liberare” il Regno delle Due Sicilie prima dell’arrivo di Garibaldi. Questo avrebbe fermato il carismatico capitano nizzardo in Sicilia, in modo da non fargli creare un incidente internazionale, e avrebbe garantito a Torino uno “stato fantoccio” con un governo direttamente comandato dalla diplomazia piemontese. Con Pisanelli al potere.

Tutto questo non accadde: Pisanelli non riuscì a organizzare nessun golpe, Garibaldi entrò a Napoli scortato da Liborio Romano e dalla Guardia Nazionale.
Una volta stabilito l’ordine, l’avvocato fu invitato dal dittatore nizzardo a diventare Ministro della Giustizia della Napoli occupata, ma il giurista leccese durò poco meno di un mese: si dimise per vedute politiche diverse. E Garibaldi rimase per sei mesi con uno Stato intero fra le mani, senza decidere cosa fare.

Ci pensò un altro avvocato, Raffaele Conforti, a risolvere la situazione: a suo avviso la scelta giusta da fare era il Plebiscito per l’annessione. E Garibaldi cedette. Anche questa fu un’azione politica abilmente manovrata da Cavour.

Giuseppe Pisanelli
Giuseppe Pisanelli

Il primo codice civile d’Italia

Giuseppe Pisanelli continuò la sua carriera politica e nel 1865, anno in cui rivestiva la carica di Ministro di Grazia e Giustizia, si fece promotore di un’innovazione storica: la stesura di un nuovo codice civile, che riuscisse a riunire tutte le eccellenze giuridiche degli stati preunitari sotto una normativa unica per tutta Italia. 
Il testo prese grande ispirazione dal Codice Napoleonico, che a distanza di mezzo secolo era ancora un metro di paragone del diritto.

Spinto dal suo zelo e dall’ideale di una Italia unita, si impegnò in prima persona nella repressione del brigantaggio, facendosi promotore di provvedimenti che costarono la vita a migliaia di persone, sulla scia della più famosa Legge Pica.

Le direttive per la repressione del brigantaggio di Giuseppe Pisanelli furono così feroci che la Guardia Nazionale dell’Aquila inviò al ministro un comunicato ufficiale in cui rifiutò di applicare le nuove leggi, “perché non abbiamo dimenticato gli incendi e le atrocità commesse“.

Ma Pisanelli, in accademia e in parlamento, fu anche uno dei più illustri professori di diritto che il Paese abbia conosciuto.
Il suo codice era un testo così moderno che anche il codice civile attuale, datato 1942, si ispira per larghi tratti al codice Pisanelli.

La lapide commemorativa, oggi quasi illeggibile, posta sul palazzo nel quale morì Pisanelli

La morte di Giuseppe Pisanelli

La vita del ministro non si concluse bene. Dopo una vita passata a combattere per il sogno di una Italia unita, Pisanelli si trovò tradito dalla corrente politica che appoggiò con tanto fervore.

Negli ultimi anni da parlamentare, infatti, fu lasciato solo dal suo stesso partito, la destra storica: gli furono promessi numerosi investimenti per il rilancio industriale del meridione, ma vide molti progetti di legge naufragare in un nulla di fatto.

E così, tagliato fuori dal mondo politico, non riuscì più a farsi eleggere nel parlamento e si ritirò a Napoli per svolgere di nuovo l’attività accademica a tempo pieno. Morì vent’anni dopo l’Unità, in una casa dietro il Museo Nazionale.

Il palazzo che ospitava il giurista leccese è stato restaurato nel 2015, dopo anni di abbandono.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
https://www.treccani.it/enciclopedia/giuseppe-pisanelli_%28Dizionario-Biografico%29/
https://storia.camera.it/deputato/giuseppe-pisanelli-18121229

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  1. Avatar Enzo Turco
    Enzo Turco

    Giuseppe Pisanelli non è nato a Lecce ma a Tricase ora in provincia di Lecce all’epoca Provincia di Terra d’Otranto.

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