Se si potesse fare un concorso fra le opere d’arte che rappresentano il senso di incompiutezza, il ponte di San Giacomo dei Capri sarebbe sicuramente fra i primi classificati.

Con i suoi piloni grigi ricoperti di rampicanti, il guard rail arrugginito, l’asfalto ancora in condizioni eccellenti e lo strapiombo improvviso in una vallata verde, il ponte potrebbe essere serenamente classificato come opera d’arte incompresa più che come asse viario costruito male.

Ponte di San Giacomo dei Capri
Il ponte di San Giacomo dei Capri

Tante buone intenzioni

Nel 1982, anno in cui fu approvata la costruzione del ponte, l’idea era quella di creare una soluzione per decongestionare il traffico del Rione Alto. La strada antica di San Giacomo dei Capri era (ed è) eccessivamente stretta per la circolazione delle automobili.

Il traffico della zona ospedaliera risente infatti delle leggerezze di progettazione che caratterizzarono l’edilizia selvaggia degli anni ’60 e ’70, che non lasciò spazio a piazze, strade larghe e altri luoghi in cui scaricare il traffico cittadino o creare luoghi di aggregazione in città. E non è un caso se oggi i Colli Aminei e Rione Alto sono fra i quartieri più trafficati di Napoli.

San Giacomo dei Capri, però, era una strada di origini antiche. Non si sa quando fu realizzata, ma sicuramente negli anni ’70 fu traumatica la trasformazione da sentiero pastorale a trafficatissima strada cementata.

Fino agli anni ’50 serviva infatti a condurre le greggi nei pascoli del Rione Alto, dove l’erba era particolarmente tenera.

Il ponte avrebbe collegato direttamente la strada con Via Jannelli, creando anche un praticissimo collegamento con la tangenziale.

Ponte di San Giacomo dei Capri Google Maps
Il ponte, che avrebbe collegato San Giacomo con il parco privato prima di Via Jannelli. Sotto ci sono i tunnel della tangenziale

I conti senza l’oste

I progetti, per un totale di 800 milioni di lire, furono approvati rapidamente. E ancora più rapidamente partirono i lavori per costruire il ponte. Almeno finché non furono paralizzati, pochi mesi dopo, da un ricorso.
Il complesso di edifici alla sinistra di San Giacomo dei Capri, infatti, era un parco privato. E i proprietari si opposero con ogni mezzo alla costruzione del ponte, addirittura costituendo un comitato pro-San Giacomo dei Capri. Il timore era quello di ritrovarsi con le automobili a pochi metri dai balconi delle proprie abitazioni, rovinandone il valore e la vivibilità.

Il Comune allora sperò di completare almeno l’allaccio del Ponte di via San Giacomo dei Capri alla strada pubblica, ma le cose non andarono secondo i piani nemmeno lì.

I risarcimenti offerti per le espropriazioni, infatti, furono reputati troppo bassi da parte dei proprietari dei terreni e delle case di San Giacomo. Nacque un contenzioso che portò il Comune in tribunale e, dopo anni e anni, la causa si arenò lasciando i residenti nelle proprie case, ma con un ponte davanti alla finestra. Con i piloni che diventarono un ottimo supporto per piazzarci le parabole Sky.

Molti residenti, inoltre, hanno spiegato che non era necessario il ponte, dato che era già esistente una strada asfaltata che collegava San Giacomo con Via Jannelli (ma è proprietà privata, ndr).

Il Ponte di San Giacomo dei Capri e un futuro che non c’è

Il futuro del ponte inesistente è un vero e proprio mistero. Negli anni sono stati lanciati tantissimi progetti, dalla creazione di un giardino pensile alla semplice messa in sicurezza per creare un’area di sgambamento per cani.

Quel che è certo è che abbattere il ponte in sicurezza, nel mezzo di un’area densamente abitata, costa molto di più di una ricostruzione o un completamento dell’opera. E per questa ragione si preferisce semplicemente scegliere di non fare niente.

-Federico Quagliuolo

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