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Il Moiariello, è uno dei punti panoramici di Napoli meno noti e, proprio per questa ragione, prezioso e speciale come pochi. Un tempo era nota come la Collina dell’Osservatorio Astronomico, ma anche come “La collina di Domenico Cotugno“.

Si tratta di una salita che si trova sul punto più alto della collina di Miradois, un altro nome ormai poco comune nella toponomastica napoletana. In realtà ci troviamo proprio alle spalle di Capodimonte.

Una storia spagnola: Miradois e Moiariello

Molti credono che questo nome sia una storpiatura dello spagnolo “Mira a Todosnata nel XVI secolo perché, raccontava lo storico Gaetano Nobile, “dalla collina Miradois si vede tutta Napoli senza alcun disturbo. Qui non c’è niente di niente“.
In realtà il nome viene dal Marchese Miradois, che comprò questi terreni abbandonati durante il periodo dei viceré. Era il reggente della Gran Corte della Vicaria, che era il tribunale di Napoli per le cause civili e penali. Praticamente era uno degli uomini più potenti del Vicereame.
Ai suoi tempi il Bosco di Capodimonte non esisteva ancora e tutta la zona collinare di Napoli era un misto di boschi e campagne.

Del passato agricolo della collina non esiste più nulla, tranne i nomi delle due salite che portano dalla Sanità alle alture: Salita Miradois e Salita Moiariello.

Quest’ultimo nome nasce dal diminutivo di “Moio” o “moggio”, che era una antica unità di misura agraria. Il moggio equivale a un terzo di ettaro e probabilmente il toponimo si riferiva ad un terreno coltivabile molto piccolo.

Proprio questo era il terreno dove prima sorgeva la villa del Marchese Miradois. L’idea di costruire da queste parti un osservatorio astronomico venne a Giuseppe Bonaparte, inaugurando la Specola di San Gaudioso all’altezza di Salita Capodimonte. Poi, grazie a Gioacchino Murat, cominciarono i lavori al primo osservatorio astronomico del Regno di Napoli nel luogo in cui si trova ancora oggi.
Dopo la restaurazione e il ritorno dei Borbone a Napoli, Ferdinando I rimase molto affascinato dal progetto e decise di stanziare ulteriori finanziamenti per il perfezionamento dell’opera, poi nell’osservatorio fu aggiunta una statua di Urania che incorona Ferdinando I.

Torre del Palasciano Napoli Capodimonte
La Torre del Palasciano

La collina degli scienziati

L’intero Moiariello è appartenuto a generazioni di medici e scienziati napoletani e, ancora oggi, sia i nomi delle strade che gli edifici vicini ricordano alcuni dei personaggi più famosi della nostra storia.

L’intera zona della Sanità che parte da Via Foria e arriva a Salita Miradois, infatti, era destinata allo sviluppo delle scienze, dall’Osservatorio Astronomico alla vicina Salita Cinesi, destinata allo studio delle lingue e scienze orientali.

A pochi metri dall’Osservatorio c’è infatti la Torre del Palasciano, che è probabilmente uno dei punti più panoramici di Napoli. È una copia napoletana del Palazzo della Signoria di Firenze e fu costruita dal medico Ferdinando Palasciano, che fu uno dei padri della Croce Rossa.
Il palazzo voleva essere un omaggio nei confronti della moglie, Olga Von Vavilow. I due si conobbero infatti proprio a Firenze e, nel 1868, il medico innamorato decise di costruire ai margini della città la sua residenza.
L’unico problema è che ai suoi tempi, sul finire dell’800, la strada era pericolosissima e infestata da ladri e la moglie, una nobildonna di origini russe, non amava la zona. Anzi, era preoccupatissima per i rischi che correva il marito nel tornare a casa e ogni sera si affacciava dalla torre per guardare la carrozza mentre risaliva la strada di Capodimonte.
Oggi invece la leggenda vuole che Palasciano in persona, o almeno il suo fantasma, continui ad affacciarsi ogni sera al tramonto perché, anche dopo la morte, non vuole rinunciare al panorama che si vede da lì.

Santa Maria delle Grazie al Moiariello
Chiesa di Santa Maria delle Grazie al Moiariello, copyright della foto: pagina Facebook.

La chiesetta dei templari

Accanto alla torre del Palasciano c’è “Cappella Cotugno“, che ci fa scoprire un altro dettaglio sule origini di questo posto.

Prima dell’arrivo di Palasciano, infatti, tutto il terreno apparteneva al leggendario Domenico Cotugno, che era considerato un di mago nel campo della medicina.
In sua memoria rimane solo una piccola cappella del 1741, che si chiama ufficialmente Santa Maria delle Grazie al Moiariello, ma che poi prese il nome

Purtroppo fu completamente saccheggiata da alcuni sfollati del terremoto del 1980, dato che furono sistemate alcune famiglie proprio in un edificio adiacente. Alcuni vandali decisero di distruggere la chiesetta, che al tempo era abbandonata e, per questa ragione, abbiamo perso i dipinti e le maioliche del ‘700. Da poco è stata restaurata dai Cavalieri Templari Cattolici, che adesso la tengono ancora in gestione, anche se purtroppo gran parte della sua bellezza è andata via per sempre.

Una piccola curiosità: la stessa strada in cui si trova il piccolo villaggio del Moiariello si chiama “Via Ottavio Morisani“, che ricorda un illustre ginecologo di fine ‘800.
Proprio come l’illustre Friedrich Dehnhardt e il pompiere Francesco Del Giudice, fu uno dei pochi dirigenti borbonici che dopo l’Unità d’Italia rimase al suo posto. Il suo valore era indiscusso, tant’è vero che ha mantenuto la cattedra fino al 1907, quando praticamente aveva quasi 80 anni.

Dalle terrazze quadro Irolli Moiariello
“Dalle Terrazze”, quadro di Vincenzo Irolli. Fu dipinto all’altezza del Moiariello

Il panorama dal Moiariello

Basta superare la prima curva di Ottavio Morisani per rimanere a bocca aperta.
Alcuni residenti chiamano scherzosamente Salita Moiariello “la Posillipo dei poveri”, anche se questo panorama è in alcuni tratti ancora più intenso e originale di Posillipo, trovandosi esattamente al centro della città antica. Il Centro Direzionale è allineato perfettamente al Vesuvio e sparisce nell’immenso tappeto di palazzi antichi, fra i quali si distingue l’Albergo dei Poveri. È un panorama mozzafiato.

La strada prosegue a senso unico immergendosi fra gli edifici, come se fosse una vera e propria discesa sotto il cemento e il tufo di Napoli. Porta all’interno della Sanità, nel lato che emerge dalle parti di Via Foria
Il dedalo di strade che aspetta i visitatori che scendono dalla salita del Moiariello fa capire perfettamente quanto era complicato arrivare sulle colline napoletane prima del Ponte della Sanità. Si tratta, per giunta dell’unica strada ancora attiva, oltre a Salita Miradois si intende, che ci collega con la zona collinare di Napoli.

Il percorso finisce a Via Giuseppe Piazzi, che è stata intitolata ad un astronomo napoletano ed è sede del Giardino di Babuk, che è un altro luogo fuori dal tempo.

La passeggiata virtuale comincia sulla parte superiore di una collina che ha preso il nome di un magistrato e finisce in una strada dedicata ad uno scienziato. A Napoli tutto torna, anche nei nomi delle strade.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
https://books.google.it/books?id=iiJGkOByeT8C&pg=PA382&dq=miradois&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj8v5GgwsrqAhXMDewKHe1oBMMQ6AEwCHoECAcQAg#v=onepage&q=miradois&f=false
https://books.google.it/books?id=qijZI0-GTnsC&pg=RA4-PA224&dq=miradois&hl=it&sa=X&ved=2ahUKEwj8v5GgwsrqAhXMDewKHe1oBMMQ6AEwB3oECAkQAg#v=onepage&q=miradois&f=false

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