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Quattro Giornate Napoli Vomero Pagliarone
La lapide a Via Santo Stefano che commemora l’inizio delle Quattro Giornate di Napoli

Prima delle Quattro Giornate, la storia della Masseria Pagliarone ricorda momenti ben poco indimenticabili, come dice lo stesso nome: era un casale di campagna che sorgeva a Via Santo Stefano, un vicoletto in terra battuta dall’aspetto molto simile all’attuale Via Saverio Gatto, la strada che ospita la metropolitana dei Colli Aminei.

E’ il 27 Settembre 1943 e, proprio in questo luogo, si verifica la prima insurrezione contro i tedeschi, che in mattinata avevano catturato circa 8.000 civili.
Un gruppo di cittadini, infatti, aggredì un automezzo blindato, uccidendo una pattuglia tedesca proprio di fronte alla masseria. Da quel momento, i tedeschi cominciarono a vendicarsi, freddando centinaia di cittadini in risposta all’agguato: secondo le regole dettate dal generale in comando, infatti, ogni tedesco ucciso dalla resistenza sarebbe stato “vendicato” uccidendo 10 civili.

Questo episodio unì i napoletani in un solo intento, facendo dimenticare età, ideologie o classi sociali: l’insurrezione ha come protagonisti uomini liberi.
I marinai del porto s’improvvisarono esperti sabotatori che fecero saltare il ponte della Sanità; Enzo Stimolo, ex-tenente dell’esercito italiano, guidò un manipolo di cittadini alla conquista di Castel Sant’Elmo, mentre i tedeschi si erano asserragliati all’interno; Gennarino, un ragazzino di 12 anni, diventò un sabotatore di carri armati, fino alla sua cattura e morte; Adolfo Pansini, studente del Liceo Sannazaro (che fu la sede della resistenza), morì a vent’anni per le sue gesta eroiche.
Per fare una lista degli eroi di Napoli dovremmo scrivere almeno altri 10 articoli: ogni quartiere di Napoli ha decine e decine di nomi, che, fino a qualche giorno prima, erano ordinari impiegati, artigiani e contadini.
E così i tedeschi, che avevano piegato il mondo intero, si arresero a Napoli.

Quando poi arrivarono gli americani un “oggi” di 72 anni fa, la città scoprì di essersi salvata da chissà quante battaglie che avrebbero raso al suolo molti più monumenti ed edifici di quanto non avessero già fatto le bombe ed i nazisti.

Ed oggi?
Una targa alla memoria delle Quattro Giornate su un muro, commemorazioni sui giornali, e molte corone alla memoria gettate nei cassonetti della spazzatura da chi, pensando di fare un attacco politico, non ha fatto altro che umiliare la dignità dell’intera città.

-Federico Quagliuolo

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