“Vincenzo Malinconico, avvocato d’insuccesso.” Si tratta della serie tv, andata in onda su Rai 1, basata sui romanzi di Diego De Silva. La fiction segue il filone delle produzioni cinematografiche e televisive che negli ultimi anni hanno scelto la Campania e in particolare Napoli come set naturale a cielo aperto. La storia dell’avvocato Malinconico è però, diversamente da molte altre opere letterarie o audiovisive, ambientata quasi totalmente a Salerno.
L’autore Diego De Silva
Diego De Silva, autore dei romanzi su cui la serie è basata, nasce a Napoli nel 1964 e cresce a Salerno. Avvocato in una vita precedente, è orgoglioso della sua appartenenza territoriale e rivendica con fermezza la straordinaria abilità dei campani nel raccontare storie.
Noi di Napoli o della Campania abbiamo un modo tutto nostro di unire parole e gesti. Parole e corpo. Per esempio, per dire che una cosa non ci va bene diciamo che “non ci scende”, dunque colleghiamo una sensazione ad una espressione corporale. Questo ci porta a un uso largo, fantasioso, spesso comico della parola stessa. E, quindi, ad un gusto per il racconto che ci pervade tutti.
Diego De Silva – Corriere della Sera, 25 ottobre 2022
Chi è l’Avvocato Malinconico
Il suo alter ego, l’avvocato Malinconico, ha esordito nel 2007 nel romanzo “Non avevo capito niente”. Sul retro della copertina il personaggio è paragonato sia a Mr Bean che al giovane Holden. Un filosofo naturale, capace di parlare di amore come di camorra. Salerno non è nominata nel testo ed è solo attraverso la serie che scopriamo la residenza, vera o idealizzata, dell’avvocato.
Si tratta di un’opera, quella di Da Silva, capace di trattare allo stesso modo tematiche sia personali che comunitarie, dove la società a cui si fa riferimento è quella tipica di una città campana, con la criminalità che fa da sfondo alla vita di un avvocato che prova a vivere del suo lavoro. La serie, scegliendo Salerno come ambientazione, ben si sposa con la storia dell’avvocato Malinconico, professionista poco interessato al successo e che difficilmente avrebbe potuto vivere in una metropoli dai ritmi frenetici come Napoli. Nella più piccola Salerno il personaggio, interpretato da Massimiliano Gallo, trova lo spazio ideale per esprimere, ironicamente, la propria fragilità.
Forte è anche il tentativo della serie di differenziarsi dal successo di Gomorra e di smontare la mitologia criminale, descrivendo le abitudini della criminalità in modo tragicomico.
Il primo romanzo con protagonista Malinconico è inoltre quasi coetaneo del più noto bestseller di Roberto Saviano, pubblicato nel 2006. Anche in questo l’avvocato Malinconico è stato sfortunato. La serie dedicata a lui, e quindi a Salerno, per nascere ha dovuto pazientare molto più della nota Gomorra, andata in onda dal 2014 e dal 2021. Si tratta quindi di opere letterarie contemporanee tra loro, che però verranno raccontate al grande pubblico con un distacco di quasi dieci anni.
Le location di Salerno
L’ufficio dell’avvocato Malinconico è collocato nella serie all’interno di Palazzo Genovese, edificio storico centralissimo di Salerno, quasi gemello del Palazzo Sanfelice e del Palazzo dello Spagnolo del Rione Sanità a Napoli.
La scelta non è casuale, poiché i due edifici sono ormai entrati nell’immaginario collettivo come ambientazioni tipicamente napoletane, con prime forme di cineturismo che hanno già preso piede. Non è raro infatti avvistare visitatori nel Rione Sanità in cerca del palazzo che hanno visto in una determinata serie tv o in un film. Il Palazzo Genovese di Salerno, come i suoi lontani parenti napoletani, ben si presta come teatro naturale, con le sue scali ad ali di falco a fare da scenografia alle vicende dei protagonisti.
Presenti anche la Stazione Marittima, dove Malinconico si incontra con la figlia Alagia per mangiare segretamente in un fast food, il Lungomare Trieste, la Villa Comunale, i vicoli del centro storico e ovviamente il tribunale.
Curiosa è la destinazione che viene data al Duomo di Salerno, che nella serie diventa l’università frequentata da Alagia. Lo scenario è affascinante, per la bellezza dei luoghi, ma apre un interessante interrogativo politico e sociale per una popolazione che ha rinunciato già da molti anni ad avere l’università nel centro cittadino. L’Università degli Studi di Salerno si trova infatti a circa 12 km dal capoluogo, tra i comuni di Fisciano e Baronissi. Lecito è chiedersi quanto una città possa contribuire alla vita dei suoi studenti e viceversa.
Presente anche lo Stadio Arechi, con gli spalti vuoti che diventano l’insospettabile luogo di incontro degli esponenti della malavita organizzata. Le sedie color granata che compongolo la scritta Salernitana e un indirizzo appiccicato su una lettera sono gli unici elementi attraverso cui la città di Salerno viene ufficialmente menzionata nella serie.
Le location in Costiera amafitana e nel Cilento
Non mancano le inquadrature nella vicina Costiera amalfitana, irrinunciabile per le sue bellezze paesaggistiche. Malinconico si incontra con un “dipendente” di camorra, vestito sempre di giallo, in un colorato vicolo della Marina di Vietri. A Cetara abita invece la suocera di Malinconico, nella metafora di un distacco dalla mondanità. Il borgo è infatti ripreso nel suo periodo autunnale, quando la bassa stagione regala un meraviglioso isolamento ai suoi abitanti.
Maiori è invece protagonista con la Torre Normanna, dove sono ambientate alcune scene più passionali. Non poteva mancare un giro in auto lungo la mitica Strada Statale Amalfitana, la SS163, che però è forzatamente ripresa nel “lato giusto”, con il mare alla destra del senso di guida. Nel raggiungere la Costiera, provenendo da Salerno come nella puntata in cui la strada è ripresa, si ha invece il mare a sinistra, con la corsia opposta a coprirne la vista.
Significativa anche la scelta di girare alcune scene negli eleganti portici di Cava de’ Tirreni, un significativo omaggio alle bellezze dell’entroterra campano. Ripreso anche il Cilento, con l’Oasi Alento scelta come luogo ideale per una gita in canoa.
Salerno protagonista
Malinconico, pubblicizzato come avvocato di “insuccesso”, è già riuscito a celebrare le bellezze di Salerno e della sua provincia, seguendo l’onda delle tante serie televisive e opere cinematografiche che scelgono la Campania come ambientazione.
L’opera di De Silva è riuscita a raccontare la realtà che ci circonda dal punto di vista di un protagonista fragile quanto profondo, Nella serie i paesaggi salernitani sembrano in un certo senso completare la lettura del libro, ergendosi a protagonisti della storia. Una realtà dove l’umore è un tutt’uno con l’ambiente circostante, che condiziona nel bene e nel male ciò che ci portiamo dentro.
Bibliografia:
Diego De Silva; Non avevo capito niente; 2007.
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