Il mandarino dei Campi Flegrei è la delizia “made in China” che non ti aspetti. Se spesso associamo alla Costiera Amalfitana l’immagine di agrumi deliziosi e Sorrento ci evoca il sapore del limoncello, non dobbiamo sottovalutare l’area Flegrea con i suoi terreni vulcanici e fertilissimi.

Proprio nel Sud Italia scoppiò la moda del mandarino ad inizio XIX secolo e, da Palermo e Napoli, si diffuse presto in tutto il mediterraneo.

Oggi il mandarino dei Campi Flegrei è un prodotto tutelato dalla Regione Campania grazie ai tanti sforzi dell’associazione “L’Immagine del Mito“, che ha anche organizzato la “Festa del mandarino dei Campi Flegrei” per celebrare il nostro agrume.

Dalla Cina ai Campi Flegrei: il mandarino delle Due Sicilie

Il mandarino non è un frutto nostrano ed è arrivato in Italia appena due secoli fa grazie a due nomi e cognomi che ancora oggi dobbiamo ringraziare: il siciliano Giuseppe Tineo e il figlio Vincenzo, entrambi direttori dell’Orto Botanico di Palermo, che fu una delle istituzioni scientifiche più importanti d’Europa ai tempi della sua fondazione nel XVIII secolo.

Le piante di mandarino erano un dono fatto dai cinesi ai visitatori e furono portate in Europa dagli Inglesi nel 1805, ma dai britannici la pianta fu trattata solo come oggetto di studio, anche perché sull’Isola non c’erano le condizioni ideali per la sua coltivazione.
Diverso fu il fato per i mandarini introdotti in Sicilia che, dal porto di Palermo, si diffusero nel resto del Mediterraneo. Grazie ai costanti contatti fra le due capitali del Regno di Sicilia e di Napoli, questo squisitissimo frutto arrivò nel 1816 nel giovanissimo Real Orto Botanico di Napoli di Michele Tenore e subito dopo nei giardini di Capodimonte, diretti da un giovane Friedrich Dehnhardt, uno dei botanici più famosi d’Europa ai suoi tempi. Nel 1850 la Sicilia era la prima esportatrice di mandarini in Europa. Presto fu affiancata e poi superata dalla Spagna, che nel 1845 conobbe i mandarini proprio grazie al commercio con Palermo e Genova.

Basterà pensare che il frutto fu introdotto in America proprio grazie ad un dono portato dal console del Regno delle Due Sicilie a New Orleans intorno al 1850.

Mandarino dei Campi Flegrei
Il mandarino dei Campi Flegrei

Il mandarino dei Campi Flegrei, una specialità salutare

Intorno alla metà del XIX secolo nacque il nostro mandarino dei Campi Flegrei: fu infatti un esperimento ben riuscito dei botanici dell’Orto di Via Foria, che diede origine ad una floridissima coltivazione di agrumeti nella zona flegrea. I botanici scelsero con grande attenzione la zona di coltivazione: la natura vulcanica e la vicinanza al mare del terreno fra Pozzuoli e Miseno regalano frutti dal sapore delicatissimo e dal contenuto nutrizionale eccezionale che allietano le tavole invernali, da gennaio a marzo.

Secondo le tradizioni contadine, spesso le bucce di mandarino si bruciavano su una brace per diffondere un buon odore in casa. Oppure, nei periodi detox, sono ideali per produrre tisane o aromatizzare cibi e insalate.

Grazie alla enorme fonte di vitamine di C, A ed E, oltre ai sali minerali, il mandarino dei Campi Flegrei è un toccasana per il sistema immunitario, previene la ritenzione idrica ed aiuta il sistema nervoso, oltre a contrastare l’invecchiamento (e non è un caso se i mandarini sono largamente usati nei prodotti cosmetici).

Il Liquore di Mandarino dei Campi Flegrei

In generale i liquori nascono spesso per tradizioni contadine che “alcolizzavano” odori e prodotti della terra con procedimenti e ricette tramandate per secoli nelle famiglie. Pensiamo ad esempio al Nocillo, il liquore magico per eccellenza.

Il liquore di mandarino dei Campi Flegrei non fa eccezione. Era infatti un prodotto solitamente realizzato in famiglia in occasione di feste, da servire ai parenti o da regalare agli ospiti.

Ricetta del liquore di mandarino dei Campi Flegrei

Ingredienti:

Un litro di alcool a 95°
1lt di acqua
700gr di zucchero
12 mandarini dei campi flegrei

Bisogna togliere la buccia dei mandarini eliminando quanto più possibile la parte bianca, poi vanno lasciate nell’alcol per due-tre giorni, curandosi di agitare il recipiente ogni tanto.

Vanno poi prese le bucce ed inserite nel recipiente con l’acqua per altrettanti giorni.

Si prepara infine lo sciroppo, portando ad ebollizione l’acqua con lo zucchero, poi si versa lo sciroppo nell’alcol e, infine, si filtra la soluzione ottenuta per evitare che ci siano rimasugli di bucce. Di lì, si versa il prodotto nelle bottiglie da conservare in frigo o al buio al fresco.

-Federico Quagliuolo

Riferimenti:
https://eresources.nlb.gov.sg/infopedia/articles/SIP_205_2005-01-28.html
http://agricoltura.regione.campania.it/Tipici/tradizionali/liquore-mandarino-campi-flegre.html
https://www.lavanguardia.com/ciencia/planeta-tierra/20180207/44609531935/genoma-citricos-origen-evolucion-mandarinas-naranjas-china.html
http://www.agricoltura.regione.campania.it/pubblicazioni/pdf/mandarino_campi_flegrei.pdf

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