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L’imprecazione mannaggia ‘a marina di solito si usa per nascondere una bestemmia, ma è anche legata a una leggenda popolare. D’altronde, da sempre i napoletani hanno un’immensa fantasia nell’inventare storie attorno a modi di dire o luoghi della città senza memoria.

Alcune di queste espressioni, dalle origini antichissime, le abbiamo sentite ripetere più e più volte dai nostri nonni, altre, invece, sono di origine più recente, ma non per questo meno utilizzate! Ad alcuni, poco avvezzi al napoletano, l’utilizzo di questi detti potrebbe sembrare senza senso alcuno, ma la verità è che ognuno di essi nasconde un significato sempre magicamente adatto all’occasione in cui viene sfoderato! Sicuramente, uno dei modi di dire più utilizzati è “mannaggia ‘a Marina!”. Chi di noi non lo ha mai sentito dire a qualche passante arrabbiato con qualcuno o qualcosa, o chi non lo ha mai usato per disappunto o dispiacere?

Francesco II a Gaeta
Francesco II a Gaeta

Mannaggia ‘a marina, nacque, secondo una leggenda metropolitana, nel lontanissimo 1860, sotto forma di maledizione.

Ed eccoci allora nella città di Napoli con il protagonista autore dell’espressione suddetta: Francesco II di Borbone, re delle Due Sicilie. Il Re, infatti, quando venne a sapere dello sbarco in Calabria dell’esercito dei Mille, non ci vide più dalla rabbia.

Usò le espressioni più becere, fino all’esclamazione finale: “Mannaggia ‘a Marina!”. La rabbia del Re, inoltre, era anche mista a delusione in quell’occasione: la sua flotta armata, infatti, non solo era il suo orgoglio, ma era stata anche il fiore all’occhiello del padre Ferdinando II che per primo l’aveva allestita. Per capire l’importanza della marina napoletana basta immaginare che proprio il codice marittimo napoletano era all’epoca uno dei più avanzati d’Europa e fu adottato anche dall’Italia, una volta unita.
Proprio per questo motivo, infatti, era ancor più difficile riuscire ad accettare l’ignobile tradimento perpetrato ai suoi danni da parte degli ufficiali, in favore di Garibaldi che, nel 1860, stava sbarcando in Sicilia.

Proprio l’Eroe dei Due Mondi si espresse in calorosi ringraziamenti per la Marina. Dall’altra non ci è difficile immaginare Re Francesco II, chiuso nelle sue stanze,  imprecando ancora ed ancora: “mannaggia ‘a Marina”!

I fatti andarono diversamente

La Real Marina, in realtà, eseguì per filo e per segno tutte le disposizioni utili a prevenire lo sbarco dei Mille, che le erano state impartite dal Sovrano, convinto di aver realizzato una tattica di difesa ineccepibile. La Storia ci dirà che i calcoli non furono proprio corretti.

A conferma di ciò ci fu anche un processo intentato a carico di 2 comandanti delle navi, i quali furono successivamente prosciolti, dato che avevano rispettato gli ordini impartiti. Inoltre, Luigi di Borbone, comandante della marina da guerra borbonica, non era in contrasto con il Re, tanto da essere inviato nel 1860 a Londra nel tentativo di convincere gli inglesi ad inserirsi in una trattativa con Garibaldi al fine di limitare le conquiste alla sola Sicilia. Non ebbe responsabilità per lo sbarco a Marsala e per l’interruzione dei rifornimenti.

Ringraziamo per questi preziosi chiarimenti storici Claudio Romano, consulente scientifico dell’Ufficio Storico Marina Militare.

-Cristina Bianco

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  1. Drummer1122 Avatar
    Drummer1122

    Sarebbe bello toranre indietro con la macchina del tempo e far vedere ai traditori di Francesco II che “bel posto” è diventato il Meridione d’Italia a causa di quel loro tradimento. Vi ricordo che l’emigrazione di massa dei meridionali è iniziata 20 anni dopo l’unità d’Italia.

  2. roberto Avatar
    roberto

    Sarebbe interessante sapere se vi furono ufficiali della Marina borbonica che nel 1860 aderirono alla causa dell’unità d’Italia.

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