È conosciuta come il gioiello architettonico del Fusaro l’affascinante opera costruita sull’isolotto del lago a Bacoli.

La storia della Casina Vanvitelliana ha inizio nella seconda metà del ‘700 quando il re di Napoli Ferdinando IV di Borbone vide in questa zona un’oasi perfetta per trascorrere le proprie giornate di svago lontano dall’affollata vita cittadina.

Il Lago del Fusaro

Il Lago del Fusaro non è sempre esistito. Originariamente al suo posto si apriva un golfo, all’epoca utilizzato dai greci per l’allevamento di mitilli e ostriche. Il Lago si formò solo intorno al I secolo dopo Cristo quando un lembo di terra separò il lago dal mare. Le sue acque erano talmente stagnanti che nell’antichità veniva definito come Acherusia palus “la palude infernale”. Si ebbe quindi una vera e propria svolta quando i Borbone scelsero questo luogo come riserva di caccia e pesca. Il progetto della Casina fu affidato all’architetto Carlo Vanvitelli e suo padre Luigi, conosciuto per aver contribuito alla costruzione della Reggia di Caserta. Venne realizzata così una vera e propria riserva di pace. Inizialmente, infatti, la struttura non era collegata alla terra ferma, ma si poteva raggiungere solo tramite imbarcazioni. Il pontile attuale venne costruito solo all’inizio del Novecento. Alcuni storici ritengono che la sua presenza abbia sminuito il significato originario della Casina come entità fuori dalla realtà circostante.

Lago
Il lago del Fusaro, Casina Vanvitelliana

Gli interni della Casina Vanvitelliana

Dal punto di vista architettonico la struttura settecentesca presenta tre corpi ottagonali che si intersecano l’uno alla sommità dell’altro. La Casina si sviluppa su due piani collegati all’esterno da ampi terrazzi e finestre. In ricordo del regno borbonico resta il simbolo della casata, la conchiglia, presente sul camino e al bordo del tavolo nella Sala Circolare al piano terra. Questa era destinata alle serate di gala, ma dello sfarzoso arredamento di un tempo purtroppo è rimasto ben poco. Al piano superiore si trova la Sala delle Meraviglie, così conosciuta perchè qui un tempo si trovavano i dipinti del pittore Hackert, amico di Vanvitelli. Una delle sue opere più celebri ritraeva proprio una battuta di caccia del re sul lago, oggi esposta negli Appartamenti Reali della reggia di Capodimonte.

Quadro Hackert
“Ferdinando IV a caccia di folaghe sul lago di Fusaro”, opera di Hackert

Gli artisti che si innamorarono della Casina

Molte furono le personalità che vollero trovare rifugio e quiete in quel piccolo angolo di paradiso, da Mozart a Rossini, fino ad ospitare il presidente Einaudi. La Casina Vanvitelliana è diventata anche scenografia al cinema. Compare nel film “Ferdinando e Carolina”, di Lina Wertmüller e in “Luca il contrabbandiere” di Lucio Fulci. Viene erroneamente spesso identificata come la casina di Pinocchio film di Comencini. In realtà la scene del film vennero girate in provincia di Viterbo, ma molti amano credere che qui si siano incontrati il burattino e la Fata Turchina. D’altronde non si può certo negare che in questo luogo si respiri un’atmosfera da favola.

Casina Vanvitelliana
Casina Vanvitelliana

Laura d’Avossa

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