La città sannita che protesse gli angioini. La lunghissima storia di Morcone comincia, in realtà, in tempi antichissimi. E lo scopriamo proprio nel punto più alto della città, sul suo castello con le mura che hanno origini sannite.
La storia della città va scoperta strada dopo strada, conoscendo i nomi, le vite e gli eventi di un luogo che, ad ogni visita, sa riempire il cuore.
Una posizione privilegiata
La struttura di Morcone segue l’urbanistica tipica della zona sannita e irpina: un castello sulla parte più alta della collina che, ai suoi piedi, vede svilupparsi la città.
Ciò che rende speciale questa città, però, è proprio la sua posizione: a metà esatta fra Campania e Molise (tant’è vero che ha fatto parte di entrambe le regioni nella sua lunga storia), presente anche al centro dell’antichissimo tratturo Pescasseroli-Candela, che unisce l’Abruzzo con la Puglia e sul quale si è sviluppata per 600 anni tutta l’economia dell’entroterra del Sud Italia. Tutte le merci provenienti dall’oriente che giungevano in Puglia, quindi, passavano anche per Morcone.
L’antica Via Appia, d’altronde, ai tempi degli Aragona già era ridotta in macerie e per buona parte inagibile.
Completa il quadro perfetto la sua posizione: domina la valle del Tammaro, alle spalle comincia la catena dei monti del Matese e tutt’attorno è protetta dalle sue vie strette e caratterizzate da infinite scalinate. Anche il territorio comunale è estremamente esteso: si tratta di ben 100 chilometri quadrati. Per fare un paragone, l’intera area metropolitana di Napoli è di 117kmq.
Dai sanniti al castello dei giovani Re di Napoli
Sappiamo poco delle origini di Morcone. Oltre alle pietre che si trovano al di sotto dei ruderi del castello longobardo, in realtà, anche l’origine del nome stesso della città è misterioso, anche se con una buona dose di certezza si riferisce alla forma della collina sulla quale sorse il primo insediamento. La posizione fu anche una grandissima fortuna per la città: i geologi ritengono che Morcone sia uscita quasi illesa dai disastrosi terremoti che hanno distrutto la Campania a causa della particolare posizione del terreno sul quale sorge la città.
Sappiamo solo la sua storia più recente, almeno a partire dai longobardi: fu infatti una postazione strategica ai tempi del Ducato di Benevento e, quando arrivarono i Normanni, il castello fu fortificato e assunse la forma attuale.
La vera ospite famosa di Morcone, però, è stata Margherita di Durazzo, donna dalla straordinaria intelligenza politica, madre del giovane Ladislao, futuro re di Napoli, e di Giovanna II, anche lei futura regnante.
Ci troviamo infatti nel pieno della guerra di successione fra Carlo III di Durazzo e Luigi d’Angiò, che gli contendeva il trono. Era il 1380 e, per un anno, la futura regina di Napoli visse in città assieme ai suoi due figli: Morcone era infatti una località ben protetta, eccellente per sferrare attacchi a sorpresa ai nemici e ideale per governare il regno nel lungo periodo di transizione.
Nel frattempo, il marito Carlo era impegnato nelle campagne militari, in attesa dell’inevitabile fine della Regina Giovanna, che fu assassinata a Muro Lucano.
Nel 1381 Carlo III fu incoronato Re di Napoli e la famiglia reale lasciò Morcone, non senza dare un attestato di benevolenza alla città: diventò infatti una “Universitas” e un feudo reale. La città, che si autogovernava sin dal XI secolo (era infatti indicata come Civitas), ebbe ancora maggiori privilegi. Almeno finché non finì la dinastia dei Durazzo.
È interessante sapere che Margherita di Durazzo fu di fatto molto presente come regina: era infatti la reggente del Regno, quando il marito era in guerra o in missione. Fu molto autoritaria, ma anche rispettata dalla corte. Aveva poi un particolare debole per l’antico mondo longobardo: non amava Napoli e, quando morì il marito, decise di trasferirsi a Salerno e la sua tomba si trova proprio nel Duomo di San Matteo.
Curiosità e luoghi interessanti
Il fascino della riscoperta dei paesi di provincia sta nel camminare per le strade, conoscere le storie e le vite degli abitanti che, da più di mille anni, frequentano il territorio.
Le scale del Vescovo
Scendendo dal castello di Morcone, una delle scalinate più belle e panoramiche ha un toponimo dedicato ad un fantomatico vescovo. Si riferisce ad un fatto storico molto rilevante: per un breve periodo, fra il XI e il XII secolo, la città fu sede vescovile. E quest’antichissima tradizione è ricordata in una strada.
Il lavatoio
Anche le fontane hanno una storia da raccontare. E nella “piazza del pozzo“, dove un tempo sorgeva presumibilmente l’unica fonte d’acqua cittadina, oggi sorge una fontana che ricorda storie d’innovazione e civiltà.
Quando fu infatti inaugurato l’acquedotto a Morcone, giunto nel XIX secolo, fu una gran festa per il paese: la fornitura di acqua potabile era tutt’altro che scontata e spesso era un problema notevolissimo. I romani rimediavano spesso con cisterne,
La chiesa della Madonna della Pace… col cannone
Il termine pace ha molte accezioni. In questo caso si riferisce alla pace sociale, quella portata da un raccolto abbondante. Secondo una leggenda locale, infatti, questa chiesa fu fondata a seguito di una terribile carestia: dopo numerose preghiere alla madonna, alla fine, tornarono finalmente i campi ricchi di frutta e grano. E alla fine si decise di costruire questa chiesa.
C’è però una particolarità: nel campanile c’è un cannone risalente alla prima guerra mondiale. Fu in quel caso portato nel 1916 per buon augurio e far finire la guerra: in effetti potremmo dire che la cosa andò bene: dopo pochi mesi Armando Diaz diventò capo di Stato Maggiore dell’Esercito Italiano e il primo conflitto mondiale si concluse.
Un luogo da visitare
La ricchezza della provincia ai confini della Campania è quella di aver conservato un’anima, una vita, emozioni e sentimenti del passato che si trasmettono perfettamente a chi sa soffermarsi sui dettagli, sui nomi delle strade e sa incamminarsi fra le geometrie cittadine, che hanno tutte un senso.
La visita di questi paesi trasmette lo stesso profondo senso di umanità che travolge il visitatore quando ammira il panorama sulla collina del castello di Montesarchio o quando trova la pace nell’Abbazia del Goleto o fra le stradine colorate di Valogno.
Insomma, non bisogna solo andare alla ricerca di opere d’arte indimenticabili o primati straordinari per vivere un racconto: a volte basta una passeggiata in un luogo antico ed orgoglioso della sua lunga storia per riconnettersi a quel senso profondo di umanità, quello cercato dagli artisti sin dai tempi di Sannazaro, e che oggi è troppo spesso viene annientato dagli immensi scempi edilizi degli ultimi sessant’anni.
-Federico Quagliuolo
Un articolo dedicato al fantastico invito del nostro follower e amico, Maurizio Lombardi, e a Lorenzo Piombo, esperta guida della città.
La Bella Morcone – Home
https://www.comune.morcone.bn.it/vivere-ilcomune/cenni-storici/
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