La lingua napoletana porta con sè un bagaglio di termini – utilizzati anche nella lingua italiana sia scritta che parlata – che trovano le loro origini nel passato più remoto della città: dai tempi della Magna Grecia fino agli anni dell’Impero romano.

La lingua napoletana
Napoli, Piazza Bellini – Mura greche – immagini di Pubblico Dominio al link https://commons.wikimedia.org/wiki/File:NapoliPiazzaBellini.jpg

Le origini della città alla base di tutto

L’origine greca della città di Napoli, il suo essere una sorta di “centro del mondo” della Magna Grecia, sono sicuramente la base sulla quale non solo si è costruito il patrimonio storico-artistico, ma soprattutto si è costruito il suo sapere, la sua lingua, la sua cultura, il suo dialetto (o per meglio dire, lingua).

La lingua napoletana tra greco e latino

La città di Napoli, durante il periodo della dominazione romana, usava ancora la lingua greca, sebbene quella ufficiale fosse quella latina che sono diventati alla base del suo parlato.

Dal basilico al caffè: la tavola napoletana parla greco e latino!

Napoli è nota anche per la sua cucina. Recenti indagini di mercato hanno confermato quello che Napoletani e turisti hanno sempre affermato: la cucina napoletana è una delle migliori al mondo!

Pasta al sugo? No, ragù col pezzo di carne di primo taglio scelto, con una ricca presa di basilico. Basilico, o meglio “vasinicola” deriva dal greco Βασινικόλα che significa degna di un re.

Pianta di basilico

Sulla tavola è importante che non manchi mai il pane, ma attenzione che non sia “siriticcio“, ovvero secco, che deriva dal latino “serus”, vecchio.

Tutto il pranzo magari è accompagnato da un ricco bicchiere di vino, o per meglio dire, il vinum dei latini.

Ma attenzione a non alzare troppo il gomito, perchè si rischia di finire in una grossa appiccicata, da appiccicarsi, che trova la sua origine nel latino ad + pix, picis ovvero arrabbiarsi e litigare.

Ma il napoletano non lascia la tavola se non dopo aver mangiato frutta, in inverno purtualli e in estate cresommole e cerase, ovvero arance, albicocche e ciliegie.

E non esiste un momento che non sia giusto per prendere un buon caffè, ma che sia buono e non una ciofeca, che deriva dal greco κόφος, κοφή, κόφον ovvero cattivo.

caffè napoletano – preparazione della Moka

Insomma a Napoli non si usa il dialetto, si usano le lingue classiche!

Sitografia

https://www.grecoantico.com

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