Nel Comune di Santa Maria Capua Vetere in provincia di Caserta, nato sulle rovine dell’antica Capua a cui Cicerone nel I secolo a.C. diede l’ appellativo di Altera Roma, si erge in tutta la sua imponenza un meraviglioso Anfiteatro, una delle testimonianze più pregnanti e maestose della colonizzazione romana in Campania.

Prima di narrarvi la storia, mi parrebbe opportuno fare un piccolo cenno sull’etimologia della parola amphitheatrum. Essa compare in età augustea e va intesa come ‘spazio destinato agli spettatori (theatron) che corre intorno (amphì) all’arena’ suggerendo così sia la forma dell’edificio sia l’importanza di un luogo interamente dedicato al popolo!

L’ Anfiteatro Campano costruito alla fine del I secolo d.C. a soli 25 metri dell’arena repubblicana celebre per la rivolta di Spartaco del 73 a.C. è il secondo per dimensioni dopo il Colosseo. Restaurato, decorato con statue e rilievi marmorei in età adrianea (117-138 d.C.) fu inaugurato in età antoniana (138-161 d.C.).

Anfiteatro Esterno

La struttura è delimitata da pilastri quadrangolari, presenta una pianta ellittica sviluppata su quattro piani sovrapposti, i primi tre aperti con 80 arcate, il più elevato ritmato da finestre e lesene. Composto da due portici esterni, tre ambulacri e quattro ingressi monumentali verso l’arena. Dalle botole di quest’ultima, attraverso un meccanismo che ricorda gli odierni ascensori, facevano ingresso le belve e uomini che sorprendevano il pubblico della cavea. L’anfiteatro Campano ospitava ben 60.000 spettatori!

Anfiteatro dall'alto

Nonostante l’abolizione dei giochi gladiatori con l’editto di Onorio del 404 d.C. e i danni subiti dalle invasioni di Genserico del 456 d.C. , l’anfiteatro fu utilizzato per le venationes e per i combattimenti tra gli orsi. Tra la tarda antichità e il Medioevo prese il nome di Colossum e Virilasci (fortezza) fino ad essere utilizzato come cava di pietra in seguito alle invasioni saracene del 841 d.C. per la costruzione di Capua Nova, nell’ansa del fiume Volturno.

Non tutti sanno che i combattimenti gladiatori ebbero probabilmente origine in Campania! Durante le Guerre Sannitiche del 308 a.C. i campani, in odio ai loro nemici, armavano i gladiatori come sanniti e ‘Sanniti’ erano i più antichi gladiatori romani. Questi guerrieri erano schiavi, prigionieri di guerra, criminali condannati a morte e talvolta persino giovani appartenenti a famiglie decadute attirati dal miraggio di fama e di ricchezza. Alcuni infatti meritavano l’appellativo di suspiria puellarum per l’amore che suscitavano nelle dame dell’aristocrazia, indifferenti alle cicatrici che ne deturpavano i volti, affascinate dalla forza fisica al punto da trascurare marito e figli.

Un’altra simpatica curiosità.

Nel lontano 1985 la testa di marmo dell’ imperatore Settimo Severo venne rubata dall’ Antiquarium dell’ Anfiteatro Campano con una rapina a mano armata. Sarebbe stata messa all’ asta di New York con un prezzo di partenza di svariati milioni di dollari se non fosse intervento l’ Interpol.

L’Anfiteatro Campano è una meraviglia assolutamente da visitare! Uno scorcio di antichità che lascia davvero a bocca aperta, insomma una rarità da non perdere del casertano.

Anna Barone

Riferimenti:

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