La danza più ballata nella città di Pagani è la tammurriata, senza alcun dubbio!
Dietro questa complessa e antica tradizione c’è molto più di quanto sembri.
Musica, danza, antropologia, rituali e artigianato: un mix di elementi che rende unica e inimitabile la tammurriata.
Gli strumenti musicali tipici della tammurriata
Ovviamente, non può esserci la tammurriata senza la tammorra.
Si tratta di uno strumento costituito da un cerchio di legno di faggio dal diametro che oscilla tra i 40 e i 50 cm. Su questa struttura è stesa una pelle di capra. Intorno, dei fori con dischetti di lana.
L’abilità nel suonare la tammorra è una tradizione che si tramanda di generazione in generazione. Questo strumento è l’elemento principale per tenere il ritmo della cantata, permettendo anche ai danzatori di coordinarsi nei movimenti.
Castagnette (o nacchere), putipú e triccheballacche: sono gli altri strumenti tipici della tammurriata, ognuno con la sua peculiarità.
La Madonna delle Galline
A Pagani la tammurriata si balla in un momento particolare dell’anno: la festa della Madonna delle Galline.
Si tratta dell’evento principale, atteso con fervore dai paganesi e non solo.
Migliaia di turisti e devoti si riuniscono nei “toselli” e per le strade, improvvisando casuali gruppi di ballo popolare. Ed è soprattutto in questi luogo che entra in scena la tammurriata.
Una storia antica
È bene precisare il termine “tammurriata” è in uso dagli anni ’70. Prima infatti questa danza veniva indicata come “‘a cantata e ‘a abballata ‘ncopp ‘o tammurro“.
È un linguaggio musicale antichissimo, di cui si hanno tracce sin dall’antica Roma. Lo testimonia un mosaico conservato al Museo Archeologico Nazionale di Napoli proveniente dalla Villa di Cicerone in cui sono raffigurati musici con strumenti molto simili a quelli attuali.
Si è poi sviluppata nel tempo con declinazioni diverse per ogni territorio. Le caratteristiche principali sono la presenza di musici, cantori e danzatori che con movimenti circolari delle braccia, allontanamenti e avvicinamenti, saltelli e contorsioni si lasciano andare in un rituale che è a metà tra il sensuale e il devozionale.
Ma più che descritta, la tammurriata Paganese va vissuta in prima persona, o perlomeno vista.
La tammurriata oltre Pagani
Questo tipo di espressione musicale non è riscontrabile solo a Pagani, ma in diversi punti del territorio campano.
Se ne trovano tracce sia in area vesuviana (Giugliano, Somma Vesuviana, Pomigliano) che in costiera amalfitana.
Nella zona salernitana, invece, è l’Agro Nocerino Sarnese a vantare un’antica tradizione: Sarno, Nocera Inferiore e Superiore, Scafati e ovviamente Pagani.
In ogni luogo la tammurriata assume caratteristiche personali che la differenziano dalle altre per vere e proprie sfumature.
Quella paganese, infatti, si caratterizza per la presenza di un solo suonatore di tammorra, accompagnato dai danzatori che maneggiano le nacchere. La danza, inoltre, è più calorosa e si caratterizza per le cosiddette “4 C”: Conoscenza, Corteggiamento, Conquista e Contatto.
Si contraddistingue per movimenti e gesta delle braccia che richiamano sia al corteggiamento che alla vita rurale.
Sono tutte caratteristiche peculiari della tammurriata paganese che, senza alcun dubbio, rappresenta un elemento chiave della cultura di questa città.
Fonti
- S. Russo, Tra fede e folklore: riti e rituali di ieri e di oggi nell’Agro nocerino-sarnese, Edizioni Nord-Sud, Scafati 2001.
- F. Belsito – C. De Pascale, Storia in breve di Pagani. Monumenti, personaggi, tradizioni, Editrice Gaia, Angri 2014.
- https://www.ilmigliosanto.it/la-tammurriata/
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