Alle porte di Cusano Mutri, in provincia di Benevento, si nasconde un canyon fluviale a pochi passi dalla strada provinciale che collega i centri abitati. Acqua che si insinua nelle strettoie tra le rocce, ponti dalla bizzarra architettura e oscure grotte costituiscono un sito ideale per chi ha voglia di avventura. Si tratta delle forre di Lavello, gole naturali situate lungo il corso del fiume Titerno.
Il Lavello
Le forre di Lavello sono delle gole generate dall’azione erosiva del Titerno sulla roccia calcarea, si trovano a Cusano Mutri, nel Parco Regionale del Matese, poco distanti da Cerreto Sannita. Il canyon, cosiddetto “Lavello”, ha una profondità massima di trenta metri e un diametro massimo di quindici metri. Si trova tra i Monti Erbano e Cigno.
Possono essere visitate attraversando il fiume, vivendo una straordinaria esperienza di torrentismo (o canyoning), sport acquatico che consiste proprio nella discesa di gole fluviali. Possibile anche la visita a piedi, con un trekking nella natura circostante dei Monte Cigno. Si può infatti costeggiare il Titerno con dei comodi sentieri che raggiungono anche suggestive grotte montane.
Il Ponte del Mulino
Il fiume è in particolare attraversato da un ponte capace di mettere in crisi un incallito giocatore di Tetris. Proseguendo lungo le forre di Lavello, sia con la via fluviale che con quella terrestre, si arriva al Ponte del Mulino. Si tratta di un ponte ad arco, la cui origine è probabilmente sannitica, costituito da enormi blocchi di pietra. Il colore del ponte sembra confondersi con quello delle rocce circostanti, quasi da sembrare un loro naturale proseguimento. Antichissimo, il ponte può dirsi del tutto inglobato nel contesto, quasi da non lasciar suggerire l’intervento umano nella sua costruzione.
I massi calcarei, che ricordano i blocchi del Tetris, sembrano incastrati tra loro in modo spontaneo e allo stesso tempo danno un forte senso di precarietà al ponte. Questo perché nel corso del tempo alcuni blocchi sono franati, contribuendo all’instabilità estetica dell’opera, ma non inficiandone la percorribilità e il fascino. L’infrastruttura ha infatti resistito a secoli di storia, affrontando qualsiasi tipo di intemperia.
Il ponte è stato utilizzato fino agli anni Cinquanta per il raggiungere un vecchio mulino detto Zì Fiore. Oggi rappresenta il punto più affascinante da ammirare nell’esperienza di visita delle Forre di Lavello. Si raggiunge percorrendo il Titerno tra le gole o da una deviazione del vicino sentiero montano, che termina proprio sui blocchi del ponte.
Le grotte lungo le forre di Lavello
Lungo i sentieri attorno le forre di Lavello è possibile raggiungere diverse grotte. Troviamo la Grotta dell’Elefante, caratterizzata da particolari formazioni rocciose. C’è poi la Grotta delle Fate, che fu scavata negli anni Sessanta per sondare i luoghi in vista della realizzazione di una diga. Più distante è invece la Grotta dei Briganti, molto profonda e ricca di stalattiti e stalagmiti. Infine è possibile visitare la Grotta delle Streghe, vicina al Ponte di Pesco Appeso. Si suggerisce di utilizzare una torcia per inoltrarsi all’interno.
Come arrivare alle forre
Le forre di Lavello possono essere raggiunte comodamente prendendo una deviazione prima della galleria del Monte Cigno, dove la strada si interrompe, tra Cerreto Sannita e Cusano Mutri. Qui si lascia il proprio veicolo e si prosegue a piedi. Il sentiero montano ideale costeggia il Titerno, attraversando il Ponte di Lavello, e porta fino al Ponte di Pesco Appeso. Ha una lunghezza di circa 1,5 km, si trova 300 metri circa di altitudine e non presenta particolari difficoltà. Il percorso diventa più lungo se si sceglie di prendere le varie deviazioni che conducono alle grotte e la breve traversa che porta al Ponte del Mulino Zì Fiore.
Avventure e architetture fluviali
Percorsi fluviali o montani. Gole in cui bagnarsi. Ponti che sembrano nascere dalla montagna. L’avventura si sposa con l’architettura del Ponte del Mulino, lungo il corso del Titerno, tra le forre di Lavello. Si raggiunge facilmente il sito ma si può restare ore a chiedersi come l’infrastruttura sovrasti ancora il fiume, cercando nella mente di ricostruire il lavoro di incastro dei blocchi calcarei. Alcuni pezzi sembrano mancare e per capire fino in fondo cerchiamo con gli occhi di trovarli intorno, continuando l’avventura nel Parco del Matese.
Riferimenti:
https://fondoambiente.it/luoghi/ponte-del-mulino-forre-di-lavello?ldc
IIS Galilei, Vetrone di Guardia Sanframondi; Valle Telesina e Valle del Titerno. Ricerche antropologiche; 2017
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