Nel cuore di Napoli, lungo Via Duomo, si trova il Museo Filangieri, sito all’interno di Palazzo Como detto “il Palazzo che cammina”. Fu fondato da Gaetano Filangieri, nipote dell’omonimo filosofo e giurista napoletano e figlio del generale Carlo, e ultimato nel 1888. La sua nascita si pose in un più ampio progetto culturale, di cui faceva parte anche il Museo Artistico Industriale fondato nel 1878. Il Museo Civico era un luogo di esposizione, definito “una festa dell’arte antica”, mentre il Museo Artistico Industriale un luogo di produzione, ritenuto “la festa del lavoro vivente, produttivo, fecondo, sorgente di lucro all’operaio”.
La vocazione del Museo Filangieri
L’idea alla base dei due musei era quella di completarsi reciprocamente, in un ideale punto di incontro tra la funzione di una fabbrica e quella museale. Ancora oggi il Museo Filangieri si ispira a questa vocazione, ponendosi come luogo di incontro aperto al coinvolgimento della comunità locale. Il contenuto del museo è lasciato libero di sprigionare la propria energia nei confronti del visitatore, che può a sua volta vivere una sua personale esperienza nelle sale espositive. Vengono, ad esempio, organizzate lezioni di yoga all’interno dello spazio museale.
Il palazzo che cammina
Il Museo Filangieri si trova all’interno di Palazzo Como, edifico risalente al periodo rinascimentale di cui costituisce una rara testimonianza a Napoli. Era noto come il “Palazzo che cammina”, poiché l’antica facciata dell’edificio fu indietreggiata di circa venti metri tra il 1881 e il 1883, per salvarla dai lavori di allargamento dell’attuale Via Duomo. Tali lavori si inserivano nel quadro dei grandi interventi urbanistici di risanamento, attuati per risolvere i problemi igienico-sanitari cittadini. Peggior sorte toccò alla vicina chiesa di Chiesa di San Giorgio Maggiore, che a causa dei lavori di risanamento perse una navata.
La Sala Agata
All’interno del Museo Filangieri è presente la Sala Agata, dedicata alla madre del Filangieri junior, Agata Moncada di Paternò.
Nella sala sono ospitate numerose opere pittoriche, poste le une di fianco alle altre, quasi “ammassate”. L’affollamento artistico delle pareti è tale da confondere e quasi stordire il visitatore. Tra gli autori presente nei dipinti vi sono Heckart, Fuger, Luca Giordano, Solimena, Andrea Vaccaro e Jusepe de Ribera.
Vi è presente anche un passaggio pensile, raggiungibile con delle scale in legno, che aumenta così le possibilità espositive dello spazio. Qui sono presenti delle opere realizzate in porcellana e biscuit, di varia provenienza.
Particolarmente innovativa, la sala presenta un lucernario in ferro e vetro, che garantisce un’illuminazione diffusa dall’alto, e una ricca pavimentazione a maiolica. Il secondo livello della permette inoltre di ammirare in uno sguardo d’assieme la bellezza delle maioliche.
La biblioteca
Dal passaggio pensile si accede alla Biblioteca del Museo Filangieri. Vi è custodita una grande mole di libri e riviste acquisite dal Filangieri junior, di cui alcune aventi come argomento le arti, l’industria e il disegno.
Nella biblioteca è inoltre conservata, in una teca di vetro, la speciale corrispondenza avvenuta tra Gaetano Filangieri senior e Benjamin Franklin, tra i Padri Fondatori degli Stati Uniti. Franklin era infatti molto interessato all’opera La Scienza della Legislazione di Filangieri, in cui si parla del diritto alla felicità proprio di ogni cittadino, al punto che questa si rivelò essere un’importante fonte di ispirazione per i contenuti della Costituzione statunitense.
Un museo mai fermo
Una facciata che fa un passo indietro per permettere a una strada di diventare tale. Lettere che viaggiando cambiano la storia. Arti e mestieri che si confondono, secondo un approccio innovativo non solo per l’epoca.
Il Museo Filangieri racconta, attraverso le opere che custodisce, un’eterogenea vastità di argomenti, attraverso le forme d’arte più disparate. Basti pensare che il pavimento e l’illuminazione gareggiano tra loro nel creare l’effetto più suggestivo. Il palazzo stesso ha vissuto il suo personale gesto artistico, facendo un salto e salvandosi dall’allargamento della strada. In questo magico contesto di forme espressive, un museo mai fermo regala la sua forza a ogni visitatore, libero di ricercare e sognare la propria idea di felicità, che sia essa nascosta in alto, nel lucernario, o codificata in basso, nella decorazione di una maiolica.
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