Inghiottita e distratta dalla folla gorgogliante e dalla miriade di libri che mi circondava , stavo per perdere un’occasione unica , quella di poter entrare ancora una volta nella storica Libreria Guida. Ebbene si, avete letto bene. Proprio quel giorno , per mia somma fortuna , si erano riaperti i battenti di quel che fu un vero e proprio tempio della parola scritta . Entro dentro. Mi ritrovo sopraffatta da centinaia di libri , migliaia di parole dimenticate , in attesa che qualcuno le legga ancora .
Tutto ha inizio nel 1920 , quando Alfredo Guida inaugura un luogo dove raccontare e a sua volta generare storia, la Libreria Guida. Poco dopo l’inizio dell’attività , i Guida si ritrovarono a dover difendere a spada tratta il loro diritto alla cultura , visto che il regime fascista si andava rafforzando. Fu così che, per difendere la loro indipendenza e dignità intellettuale, incominciarono ad importare opuscoli, giornali e altri scritti vietati dal regime, inventandosi espedienti per coprire queste pubblicazioni. I libri infatti venivano ricopertinati , quindi nomi di grandi scrittori quali ad esempio Zola e Stendhal prestarono il loro nome ai pensieri rivoluzionari come quelli di Marx e Lenin.
Pertanto ,gli sforzi editoriali e non solo , fecero ottenere alla casa editrice una medaglia d’oro al merito all’ Esposizione universale di Bruxelles del 1935. Nel dopoguerra la libreria ebbe un nuovo slancio , diventando un vero e proprio emblema della cultura partenopea. I maggiori esponenti della cultura napoletana infatti presero questa libreria come punto di riferimento; lo stesso Benedetto Croce la elesse a sua libreria di fiducia.
Nella sua saletta rossa, che deve il suo nome al colore delle sedie, si sono avvicendati nomi illustri della cultura non solo italiana, ma internazionale. Esponenti quali Montale ,Ungaretti, Eco , Pasolini, e ancora Kerouac , Ginsberg e tanti altri venivano a dibattere qui di questioni letterarie , cinematografiche e artistiche. Questa libreria inoltre nel 1983 è stata dichiarata dal Ministero dei Beni Culturali “ Bene culturale dello Stato” , per l’attività libraria ed editoriale svolta.
La chiusura della sede di Port’Alba ma anche del Vomero hanno lasciato una cicatrice indelebile nel panorama letterario, artistico e culturale di Napoli. Una cicatrice che difficilmente si rimarginerà vista la chiusura progressiva di tante altre librerie e luoghi di cultura che un tempo facevano grande questa nostra bellissima e controversa città. Un barlume di speranza però c’è. Infatti Diego Guida, il nipote di Mario e Giuseppe (proprietari della libreria a Port’Alba) ha inaugurato una “Open Hose” nel piano nobile del palazzo Bisignano , volendo omaggiare il passato ma puntando al futuro con occhio nuovo.
-Gaia Borrelli
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