A Napoli nacque il primo giornale quotidiano d’Italia, o almeno il primo di cui abbiamo notizia certa. Si chiamava Diario Notizioso ed ebbe una vita molto breve.
Napoli nel ‘700 era una polveriera di cultura: nel secolo che segnò il trapasso dal vicereame al regno illuminato di Carlo di Borbone si avvicendarono decine di personaggi dal pensiero e dall’intelletto raffinatissimo.
La città si presentava devastata socialmente da due secoli di cinismo e povertà, segnati dai soprusi delle classi privilegiate e dall’abbandono delle classi povere, che maturarono tutte le frustrazioni sociali che getteranno le basi per la nascita della Camorra.
In questo spaccato sociale cominciarono a muoversi numerosi intellettuali, da Gaetano Filangieri a Genovesi, che innovarono l’intero panorama culturale italiano. E da questa fame di cultura nacque il primo quotidiano economico d’Italia, sulla scorta dell’ormai collaudata invenzione della stampa (che arrivò a Napoli 300 anni prima grazie a un fiammingo).
L’anno era il 1752, precisamente il 10 agosto.
Il Diario Notizioso, vita breve
Del giornale, tale “Diario Notizioso“, non si sa molto e le numerose copie sono andate perdute nei secoli: le uniche due edizioni sopravvissute a due secoli e mezzo di Storia sono presenti nell’Emeroteca Tucci e sono sufficienti a ricostruire l’impianto delle pubblicazioni. Allo stesso modo anche gli autori e gli editori sono sconosciuti. C’è chi dice che si tratti di tali “Fratelli Coppola“, ma non ci sono certezze bibliografiche.
Il giornale nasceva infatti per essere distribuito al costo di un grano in una libreria di Via Sant’Angelo al Nilo ed in due caffè vicini; il prezzo non era particolarmente alto nemmeno per lo stipendio di un manovale, ma comunque costava poco meno della metà di una pagnotta di pane. Il giornale era di dimensioni pari ad un foglio A5 (21x15cm, la metà di un foglio della stampante per intenderci) ed era estremamente ricco di notizie: conteneva la descrizione minuziosa di tutti gli avvenimenti commerciali avvenuti in città a Napoli, poi si dilungava in considerazioni di ogni genere sull’economia. La prima pagina conteneva poi rigorosamente l’indicazione del santo del giorno, con il racconto della sua vita e di curiosità sulla sua persona.
Non per caso, due anni dopo la nascita del giornale, nacque a Napoli la prima università di Economia: al suo capo fu posto Antonio Genovesi, che tenne lezioni solo in lingua italiana. Una scelta rivoluzionaria, se si pensa che la lingua più utilizzata in ambito accademico era ancora il latino.
La vita del “Diario Notizioso” sicuramente fu molto breve e se ne sono perse le tracce circa cinque anni dopo la prima pubblicazione.
Chiariamo i record!
Va quindi fatta una specificazione sui record: il giornale d’Italia più antico tutt’oggi esistente è “La Gazzetta di Mantova“, nato nel 1664 secondo fonti accertate, ma originariamente era pubblicato in veste settimanale. Apparve in forma quotidiana solo nel 1866, così come “La Gazzetta di Parma“, con la quale contende il primato di giornale più antico ancora in attività.
Fino al XVIII secolo, poi, i giornali venivano pubblicati senza alcuna intestazione e senza titolo della testata, quindi era estremamente difficile identificare e distinguere fra loro le pubblicazioni; il nome “Gazzetta” deriva dalla moneta necessaria per comprarli, la “gazeta”, che era una moneta d’argento diffusa in tutto il Nord Italia.
I singoli giornali, poi, prendevano il nome della città per distinguerli gli uni con gli altri, essendo l’arte della stampa in grande fermento in tutto il Nord sul sorgere del XVII secolo.
Ci sono altri giornali apparsi in Italia diversi anni prima del Diario Notizioso, specialmente nel triangolo fra Firenze, Venezia e Milano, ma il primo quotidiano con pubblicazione giornaliera (pochissime sono le copie sopravvissute, conservate presso l’Emeroteca Tucci) è proprio quello napoletano.
I primati non si fermano qui: Napoli vanta infatti anche il primo giornale fondato e diretto da una donna, “Il Mattino“: il quotidiano più famoso del Sud Italia nacque per mano di Matilde Serao ed Edoardo Scarfoglio, grazie ai ricchissimi finanziamenti del banchiere livornese Matteo Schilizzi venuto a Napoli per investire il proprio denaro, in odore di speculazioni edilizie per la costruzione delle nuove fogne e dei nuovi quartieri del Vomero e del Porto. Se si può obiettare che questo primato sia un po’ discutibile, in quanto il condirettore era suo marito Scarfoglio, la Serao toglierà ogni dubbio fondando nel 1904 “Il Giorno“, diretto da lei sotto uno pseudonimo fino al giorno della sua morte.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
“Prezzi e salari a Napoli nel Secolo XVIII”, Ruggiero Romano, Banca Commerciale Italiana, 1965
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