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In pieno centro storico, a pochi passi da Piazza del Gesù, si trova questa Chiesa ad alcuni ancora sconosciuta: San Francesco delle Monache.

La Chiesa, con annesso monastero, di cui oggi non rimangono tracce, fu voluta fortemente da Roberto d’Angiò e sua moglie, Sancha di Maiorca. Fondato nel 1325, il suo scopo iniziale era  quello di accogliere le clarisse, in attesa della fine dei lavori dell’adiacente monastero di Santa Chiara.

La presenza di Giulia Gonzaga nel monastero

La chiesa di San Francesco delle Monache ospitò anche un personaggio alquanto discusso: Giulia Gonzaga. La donna visse nella Chiesa dal 1535, subito dopo il suo allontanamento dalla città di Fondi, fino alla sua morte. Fu proprio la presenza della donna, grazie anche alla sua profonda amicizia con Juan de Valdès, con cui intratteneva uno scambio epistolare, a rendere San Francesco delle Monache un centro nevralgico della riforma religiosa a Napoli. Infatti, intorno alla contessa si ricostituì un vero e proprio circolo, in cui venivano trattati temi spirituali e religiosi. I principali membri di questo circolo erano perlopiù intellettuali interessati alle predicazioni di Lutero e di Calvino. Le attività di Giulia Gonzaga nella diffusione di idee pericolose suscitò presto l’attenzione dell’Inquisizione, ma l’aiuto della famiglia Gonzaga riuscì a calmare le acque.

Giulia morì a Napoli nel 1566 nel convento a Napoli, ma non riuscì ad essere sepolta nella Chiesa in cui aveva vissuto fino alla morte, a causa dei sospetti di eresia. Ecco perché, pochi anni dopo la morte della Gonzaga, Papa Pio V impose nuovamente la clausura al monastero, per esorcizzare il dubbio che la chiesa fosse diventata un ritrovo per eretici. Da quel momento in poi, il monastero ebbe poca fortuna e nel 1808 fu soppresso definitivamente. Divenne prima un quartiere militare, poi un educandato femminile ed infine oggi Palazzo Mazziotti.

L’architettura della Chiesa

San Francesco delle Monache presentava dei caratteri fortemente medievali, che sono stati cancellati in seguito a un restauro avvenuto nel Settecento. Il tratto caratteristico della Chiesa è l’imponente portone in piperno e ferro battuto, che sembra quasi proteggere l’entrata dagli sguardi incuriositi di chi si trova a passare di lì.

L’interno, invece, presenta un’unica navata, con tre cappelle per lato ed un coro sull’atrio. Le cappelle sono state private di tutti i loro arredi originari.

All’interno della chiesa troviamo due monumenti sepolcrali: l’uno per Caterina della Ratta e l’altro in nome di Giovannella Gesualdo.

-Chiara Sarracino

Foto: https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Francesco_monache2.jpg

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