Il Tesoro di San Gennaro rappresenta un indubbio patrimonio della nostra città.
Tutto ciò che ne fa parte è possibile ammirarlo nei locali sottostanti la Cappella del Tesoro, nei pressi del Duomo di Napoli.
L’origine della Cappella può essere collocata nel 1527. All’epoca Napoli fu, infatti, colpita da una terribile pestilenza: nel disperato tentativo di salvare la città, il popolo fece voto ufficiale al Santo e la città venne effettivamente salvata.
Tale evento, come detto, si colloca nel 1527, ma la costruzione della Cappella ebbe inizio solamente molto tempo dopo, esattamente nel 1608. Fondata per mantenere la parola data al Santo che aveva salvato la città, il fine primario della Cappella era quello di custodire le insigni reliquie del patrono, favorirne la venerazione e promuoverne il culto, nonché di provvedere alla gestione, alla conservazione ed al miglioramento del patrimonio stesso.
Si tratta di una Chiesa nella Chiesa, dato che vi si può accedere sia dalla navata destra del Duomo, che dall’esterno, per mezzo di un ingresso indipendente che ne sottolinea la forte identità ed autonomia.
Gli artisti che lavorarono al Tesoro di San Gennaro
Grandi artisti si sono occupati della sua costruzione, portando il lavoro a termine nel 1647.
Nello stesso anno fu firmata la cosiddetta Capitolazione: l’amministrazione della Cappella spettava solo ed unicamente ai laici, i deputati del tesoro. Questi, inoltre, non amministravano in nome proprio, ma per conto dell’intera Città.
Il Tesoro di San Gennaro, per vero, grazie all’immensa devozione ed all’amore sconfinato dei napoletani per il proprio patrono, si è andato sempre più arricchendo: non solo i fedeli appartenenti al popolo, ma anche Re e Regine hanno contribuito nel corso degli anni ad accrescere la portata dell’immenso tesoro.
Tra le meraviglie che è possibile ammirare nel Museo del Tesoro, degno di nota è il reliquiario contenente le ampolle con il sangue di San Gennaro: commissionato da re Roberto d’Angiò agli inizi del 1300, la teca contenente le ampolle viene ancor’oggi utilizzata nel corso delle processioni.
Altro capolavoro è la collana del Tesoro di San Gennaro. La collana è il simbolo della devozione e la passione dei nobili e dei popolani per il proprio patrono: essa, infatti, è stata realizzata, verso la fine del 1600, con i doni offerti da questi ultimi nel corso dei secoli. Inizialmente apposta sul busto di San Gennaro, fu poi ritenuta poco preziosa per lo stesso, tanto da costituire ad oggi un cimelio a sé.
Inoltre, del complesso del Tesoro di San Gennaro fanno parte anche alcune opere d’argento, una su tutte il busto di San Gennaro, realizzato da orafi provenzali e donato da Carlo II d’Angiò. Tra le altre opere in argento spiccano anche i busti d’argento de santi compatroni di Napoli.
Buona parte di questi oggetti fu realizzata dagli artigiani del Borgo Orefici.
Sta di fatto che è a dir poco riduttivo tentare di descrivere a parole la magnificenza del Tesoro di San Gennaro: tanta bellezza, infatti, va ammirata dal vivo, con i propri occhi.
Fonti:
-La Cappella del Tesoro di S. Gennaro: identità civile e dimensione religiosa, A. GUARINO, 2017, Jovene
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