Piazza San Gaetano potrebbe definirsi “un luogo eterno”. È infatti una delle piazze di Napoli che fisicamente non ha mai smesso di ospitare la vita più allegra di Napoli, dalla fondazione della città fino ai giorni nostri. Ed incredibilmente, un tempo, era anche la piazza più grande della città.
Eppure oggi, andando di fretta verso Napoli Sotterranea o passando verso San Gregorio Armeno, ci dimentichiamo che quella che oggi è una piccola piazzetta un tempo era la grandissima Agorà della città di Neapolis, essendo anche uno dei punti privilegiati dell’antico Colle Monterone, la collina che sorgeva sulle coste napoletane, che oggi non riusciamo a notare a causa dell’infinità di palazzi che hanno coperto il centro storico.
In tutto questo, il santo che ha dato il nome alla piazza, il vicentino Gaetano da Thiene, è una delle figure più intriganti della storia religiosa di Napoli.
L’agorà degli antichi greci, il foro per i romani
Facciamo un salto in tempi in cui Cristo doveva ancora nascere. Prima i cumani e i greci e poi i Romani occuparono le coste della bellissima Neapolis.
In particolare, la Napoli greca era una città che ricalcava l’architettura e la forma delle strade della cultura ellenica, che si sviluppava su tre strade grandi, chiamate plateiai (i decumani nell’antica Roma) e strade larghe tre metri chiamate stenopoi (i cardini romani). Nello specifico, il decumano centrale, che è l’attuale Via dei Tribunali, era quello più ampio e si sviluppava in un grosso spiazzo in cui si svolgeva la vita cittadina con gli edifici più importanti della città, oltre al mercato e agli edifici di culto, con la presenza del Tempio dei Dioscuri, che oggi è diventato la basilica di San Paolo Maggiore. Proprio questo spiazzo è diventato oggi Piazza San Gaetano, che conserva le eredità greche negli scavi di San Lorenzo Maggiore e sotto le fondamenta dei palazzi moderni e che, occupata dall’immensa stazza di San Paolo maggiore e ridotta in dimensioni dal complesso di edifici che la separano dal limite inferiore, che doveva corrispondere più o meno con Vico Giuseppe Maffei.
Durante l’epoca romana, il Foro fu anche il luogo dove si svolgeva la vita politica della città: sulle stesse pietre che calpestiamo oggi (ma diversi metri più in basso!), sono passati personaggi che hanno fatto la Storia come Nerone, imperatore particolarmente amante della Campania Felix, e si riunivano le Fratrie, che erano l’organo di amministrazione cittadino divenuto poi noto come “I Sedili”, fino a tempi recentissimi.
Arrivano i francesi e il foro diventa “Piazza Mercato Vecchio”
No, non è un errore: il nome vecchio di Piazza San Gaetano era “Piazza Mercato”, in quanto il mercato cittadino, sin dai tempi dell’antica Roma, si svolgeva lì. Ai tempi dei sovrani francesi Piazza San Gaetano era completamente diversa da quello attuale, ancora abbastanza simile a come lo conoscevano i nostri antenati.
C’era ancora il tempio dei Dioscuri, con il suo colonnato imponente, ma in piena decadenza. Anche Via dei Tribunali era molto più larga di come la conosciamo ora e Piazza San Domenico era un gigantesco slargo vuoto, per non parlare della zona di Via Toledo e dintorni, che nemmeno esisteva. Nonostante tutto, Piazza San Gaetano era ancora il vivo cuore di Napoli fino al 1270, anno in cui Carlo d’Angiò decise di regolamentare alcuni aspetti della città secondo le nuove norme della dinastia francese, che scelse Napoli per la prima volta come capitale de Regno.
Uno dei primi provvedimenti fu quello di riposizionare il mercato pubblico, che fu spostato in un grandissimo slargo all’esterno delle mura cittadine, la nuova “Piazza Mercato”, già frequentatissima dai Saraceni.
La nostra piazza, quindi, sarà chiamata da allora “Piazza del Mercato Vecchio“, proprio per distinguerla dalla piazza attuale.
Nel seguire dei secoli, il centro del potere di Napoli si spostò lentamente verso la zona ovest: furono proprio i francesi a inaugurare il Maschio Angioino, spostando il governo dal normanno (e vicino ai Decumani) Castel Capuano e poi, nel ‘500, si arrivò a Palazzo Reale nel Largo di Palazzo.
Eventi importanti
La vita di Napoli continuò però a passare per San Gaetano: rimase infatti, fino al 1806, il luogo di riunione dei rappresentanti di tutti i Sedili di Napoli, segnando un incredibile filo bimillenario che univa la tradizione latina a tempi recentissimi: a Napoli nulla esiste per caso, tutto è una storia.
Sulle stesse pietre di Nerone, poi, passeggiò anche “sua augustissima cesarea maestà” Carlo V, nella sua visita a Napoli, che all’epoca era considerato l’uomo più potente del mondo.
Nel 1517 fu poi celebrato il matrimonio fra il re Sigismondo I di Polonia e Bona Sforza con un evento talmente tanto sfarzoso che rimase nella Storia del Costume mondiale: il banchetto di festa fu consumato in 9 ore di cibo senza fine, con 29 portate e più di 1500 piatti serviti. Altro che all you can eat!
Chi era San Gaetano?
Per capire cos’è successo alla nostra piazza per trasformarla nello stato attuale, dobbiamo andare a bussare alle porte del personaggio che le ha dato il nome: Gaetano da Thiene, nato in provincia di Vicenza, che fu un uomo assai enigmatico. Morto proprio a Napoli, la sua tomba si trova all’interno della chiesa di San Paolo Maggiore, alle spalle della statua: giunse durante il governo di Pedro di Toledo per fondare una comunità del neonato ordine dei Teatini anche nella capitale del Viceregno. L’ordine
Fu quindi solo nel 1656 che la piazza assunse il suo nome attuale, proprio in onore della statua di San Gaetano, eretta per volontà del popolo per riconoscenza verso il santo, dopo l’epidemia di peste che sconvolse la città. Per la fine dell’epidemia, ottenuta grazie all’intercessione del santo, la Chiesa volle nominarlo compatrono di Napoli.
C’è anche un secondo dettaglio della storia di San Gaetano che lo lega profondamente a Napoli: la tradizione cristiana ritiene che sia stato proprio lui a dare inizio alla tradizione del presepe in città.
Dopo il ‘600 Piazza San Gaetano è rimasta pressoché identica nelle sue forme, arrivando a noi, oggi, come una delle più belle testimonianze ancora vive dell’origine greca di Napoli.
-Federico Quagliuolo
Riferimenti:
Enrico Calamaro, Napoli Greca e Romana, Newton Compton, Napoli 1995
Gio. Antonio Summonte, Storia del Regno di Napoli e della città, Antonio Bulifon, 1671
https://it.cathopedia.org/wiki/San_Gaetano_di_Thiene
http://www.santiebeati.it/dettaglio/28700
https://www.facciamoilpresepe.it/san-gaetano-inventore-presepe-napoletano/
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