Nel 1975 tutta Napoli si indignò per un fatto clamoroso: il furto del leone di Piazza del Plebiscito. Stando alle cronache dell’epoca qualcuno, durante la notte, aveva rubato un leone di pietra dal colonnato di San Francesco di Paola. O almeno così si diceva.
I cittadini, sull’onda dell’emozione, organizzarono incontri, conferenze, comitati e furono versati fiumi di parole fra chiacchiere di dotti, medici e sapienti. Pochi però si curarono di verificare l’attendibilità della notizia.
Il furto del leone: uno scivolone giornalistico
Il Mattino lanciò la notizia in prima pagina nel settembre del 1975: “Hanno rubato un leone di Pietra a Piazza del Plebiscito“. In principio fu il caos: portato alla luce il furto, si scatenò un’isteria generale. Nessuno però riusciva a spiegarsi come qualcuno sia riuscito a portar via un leone di pietra pesante diverse tonnellate senza essere visto.
Napoli, d’altronde, è così: contraddittoria, impetuosa e passionale. Quando i cittadini “scoprirono” il presunto furto, scoppiò il putiferio. Partì la caccia al ladro suffragata dal tamtam dell’epoca, efficace quasi quanto i social moderni, che generò un’ondata di sdegno e scandalo collettivo.
Colpa di un parcheggiatore
Il leone sul piedistallo che affaccia su Via Cesario Console non c’era per davvero. E nessuno sapeva dove fosse finito tranne don Pascalotto, famoso contrabbandiere e parcheggiatore di stanza a Piazza del Plebiscito, che all’epoca era un gigantesco parcheggio per automobili e pullman.
Pare infatti che sia stato proprio lui a parlare del fantomatico furto al giornalista. E tanto bastò per farlo scivolare nella trappola dello scoop che ha fatto cadere in errore anche i migliori professionisti dell’informazione. Luigi Necco, che raccontò questa storia con dovizia di particolari in occasione di Maggio dei Monumenti di molti anni fa, omise il nome del collega.
Ancora oggi è frequentissimo vedere persone che per strada avvicinano i giornalisti per rivelare scoop, storie e curiosità più o meno verosimili.
Il leone torna a vegliare sulla piazza
Il polverone nato dalla notizia arrivò presto alle orecchie delle autorità, che rivelarono tutta la verità: il furto del leone era tutto un errore dettato dalla fretta di dare una notizia sconvolgente. La statua mancante, infatti, era stata particolarmente danneggiata durante la guerra ed era semplicemente stata prelevata per essere restaurata, così come accadde anche per gli altri leoni, che non salirono agli onori di cronaca. Pochi mesi dopo fu ricollocata nel luogo dov’era stata a riposo per oltre un secolo.
Non si può dire che lo stesso trattamento sia stato riservato invece ai leoni del ponte Maria Cristina di Solopaca che, complice la posizione in aperta campagna, furono rubati per davvero nel 2003.
Insomma, è proprio vero che quando si possiedono troppe cose, non si riesce ad apprezzare nulla. Napoli si è spesso comportata così con i suoi monumenti: fra chiese cadenti a mausolei romani pericolanti e fa quasi sorridere l’idea di cittadini indignati per un leone “sparito” che, senza una notizia falsa, non sarebbe nemmeno stato notato.
-Federico Quagliuolo