Quando si nomina “Angelo Rizzoli”, oggi viene subito in mente la nota casa editrice, che mantiene il cognome del suo fondatore. Tuttavia, Angelo Rizzoli ha avuto un ruolo cruciale nella storia recente di Ischia: è grazie a lui che l’isola si coprì di lustro, attirando i più facoltosi turisti degli anni ’50 in una località dell’isola fino ad allora poco frequentata e poco nota: Lacco Ameno.
Lacco Ameno: amore a prima vista
Era il 1950. Angelo Rizzoli, il cui nome era già ampiamente affermato a livello nazionale ed internazionale, fu invitato dal medico Pietro Malcovatti a partecipare ad un impegnativo progetto di ristrutturazione delle terme Regina Isabella di Lacco Ameno, sull’isola d’Ischia.
Nonostante il contesto insolito per i suoi affari, un’isola ancora arretrata dal punto di vista delle infrastrutture, priva delle comodità della città e con la precarietà economica che caratterizzò la stessa Napoli dell’immediato dopoguerra e la cui principale ricchezza sembrava essere una rigogliosissima vegetazione e dei suggestivi panorami, Rizzoli accettò con entusiasmo.
Quello stesso anno, Malcovatti ed altri medici fondarono la Società per azioni Pithaecusa, di cui entrò a far parte anche il Commendatore. per poi procedere all’acquisto del decadente complesso termale Regina Isabella ed anche quello di Santa Restituta, con annesso albergo.
E rimase così affascinato dall’Isola verde da decidere di acquistare anche altre due strutture termali, le Terme Radium e Manzi: il suo obiettivo era un rilancio turistico di proporzioni mai viste fino a quel momento sull’isola, nemmeno ai tempi di uno dei più grandi “fan” di Ischia, Ferdinando IV di Borbone, a cui si devono numerosi interventi edilizi.
Il grande progetto di Rizzoli
Rizzoli stilò ben presto un dettagliato programma di opere da realizzare e di strutture da riqualificare, tra alberghi, centri termali e aree ricreative e mise in conto anche dei lavori di pubblica utilità, come il rifacimento di strade, piazze e dell’illuminazione pubblica.
Tra il 1950 e il 1954 ultimò la ricostruzione delle Terme Regina Isabella, il progetto originario, che sarebbe diventato un luogo d’incontro e di vacanza per personaggi illustri: vi presenziò Charlie Chaplin che, su invito di Rizzoli, proiettò nella sala cinematografica inaugurata da lui quell’anno, “Reginella“, la prima visione assoluta del suo film “Un re a New York” e, oltre a lui, furono ospiti dell’albergo anche altri nomi celebri come Gina Lollobrigida, Liz Taylor e Maria Callas. Non mancavano figure di rilievo mondiale, come lo scià di Persia e il celebre cardiochirurgo Christian Barnard.
Nel 1951, ristrutturò completamente Piazza Municipio di Lacco Ameno e, fino al 1957, fu impegnato nella completa demolizione del vecchio complesso di Santa Restituta per l’edificazione del lussuoso Hotel Regina Isabella, nonchè nel rifacimento dell’omonima piazza.
In quegli anni costruì anche l’albergo La Reginella, il cui progetto vide più cambiamenti in corso d’opera, tra cui un cambio di architetto, poichè Rizzoli pretendeva che il suo progetto ideale venisse rispettato completamente.
Aveva ambiziosi progetti di alberghi, lussuosi casinò, ampliamenti stradali e portuali, un campo da golf di medie dimensioni e perfino un piccolo aereoporto, che avrebbero in definitiva consacrato Ischia come una meta di turismo di lusso, su cui lui avrebbe detenuto un vero e proprio monopolio.
E’ di sua costruzione anche il principale ospedale di Ischia, l’”Anna Rizzoli“, tutt’oggi un punto di riferimento fondamentale sull’isola, inaugurato nel 1961 alla presenza del Presidente Amintore Fanfani e ceduto da Rizzoli alla società degli “Ospedali riuniti di Napoli“. Costruì anche di un campo sportivo a Forio.
Tra le sue numerose opere per accrescere i propri affari e la fama dell’isola di Ischia, ebbe l’iniziativa di affittare alcuni dei propri locali di nuova costruzione a degli antiquari, che inaugurarono la Galleria Plaza, che ospitò negli anni successivi importanti mostre, quali quella di De Chirico e Guttuso, che si recarono sull’isola per presentarle.
Aveva programmato una spesa complessiva di circa due miliardi e mezzo di Lire, di cui ben due miliardi elargiti di tasca sua e la restante parte fornita dallo Stato.
Tuttavia, molti di questi progetti rimasero su carta, per motivi fiscali e politici: non mancarono attriti con lo stesso Comune di Lacco Ameno, ad esempio, riguardo l’acquisizione da parte dell’hotel Regina Isabella della spiaggia antistante, all’epoca utilizzata esclusivamente da pescatori. Fu trovato un compromesso dal celebre sindaco di Lacco Ameno Vincenzo Mennella, in questa ed in altre situazioni. Inoltre, era difficilmente fronteggiabile il fenomeno della speculazione edilizia nella sua peggiore accezione, che stava avvenendo, parallelamente, anche a Napoli.
Villa arbusto, la casa dei sogni di Angelo Rizzoli
Nel 1951, all’inizio dei grandi lavori commissionati da Rizzoli, l’imprenditore non potè non notare una imponente villa che si ergeva su una collina che dominava l’area di Lacco Ameno. Non ci pensò due volte: nel 1952 la acquistò per sè, come residenza personale. Per un periodo breve fu perfino indicata come sua residenza principale, spodestando temporaneamente quella di Milano.
Villa Arbusto nacque come una semplice masseria, nel XVII secolo, che nel ‘700 fu acquistata dal Duca Carlo Acquaviva d’Atri, che decise di stabilire lì la propria sontuosa residenza estiva. La struttura visibile oggi dall’esterno è molto simile a come doveva essere la villa settecentesca, poiché al momento dell’acquisto da parte di Rizzoli, la proprietà subì delle ristrutturazioni per rimuovere delle modifiche strutturali apportate negli anni precedenti e riportarla al suo antico splendore.
Una volta ultimati i lavori di ristrutturazione, il lungimirante Rizzoli non perse occasione per farne il suo “centro operativo” sull’isola d’Ischia e luogo dove invitare suoi ospiti personali, non meno illustri di quelli che ospitava nei suoi hotel. Trascorsero del tempo alla villa, ad esempio, il Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi e Pietro Nenni, oltre che l’archeologo Giorgio Buchner.
Infati, la proprietà fu messa in vendita dagli eredi di Rizzoli alla sua morte, insieme ad altre proprietà sull’isola, usando quei soldi per continuare la loro attività imprenditoriale. Dopo diverso tempo, l’immobile fu acquistato dalla Provincia di Napoli, che lo ha destinato ad uso museale.
Attualmente, il Museo Archeologico presenta numerosi pezzi rinvenuti nelle aree adiacenti da Giorgio Buchner, tra cui la famosa Coppa di Nestore e presenta anche una sala dedicata interamente alla straordinaria vita di Angelo Rizzoli, forse l’uomo che ha amato Ischia più di chiunque altro.
-Leonardo Quagliuolo
Per approfondire:
Museo Archeologico di Pithecusae
“Angelo Rizzoli, zio d’America d’Ischia“, di Giorgio Balestriere