olivo dei crociati
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Gli alberi secolari sono testimoni muti della nostra storia. Tra tutti i magnifici alberi storici della Campania quello più antico è il cosiddetto Olivo dei Crociati, con un’età stimata di 1600 anni.

In Campania si contano diversi alberi ormai secolari che non smettono di raccontarci la storia della nostra bellissima regione. Tra il Bosco di Capodimonte e l’Orto Botanico di Napoli, grazie alla passione Borbone per la caccia, in alcuni parchi nazionali, come quello del Cilento, o semplicemente nelle piazze, nei giardini o agli angoli delle strade di alcuni paesi: gli alberi secolari sono diffusi in tutte le meravigliose province della nostra regione.

Caratteristiche morfologiche dell’Olivo dei Crociati

L’Olivo dei Crociati si trova nel comune di Cicciano, in provincia di Napoli, precisamente nella frazione Sant’Antonio, all’interno di un noccioleto privato. Il nome scientifico di questo monumento naturale è Olea europea. Si estende per un’altezza di 15 metri e di 15 metri è anche il diametro medio dell’enorme chioma. La circonferenza del tronco è di circa 6 metri, ma alla base ha un impianto di radici di circa 10 metri.

Si tratta di misure davvero enormi per alberi del genere, che attraggono l’attenzione di studiosi ed esperti su questo albero.

L’Olivo dei Crociati, con il suo largo e aggrovigliato fusto e la sua imponente chioma.

Lo stato di conservazione della pianta è ottimo, non ha subito potature che ne hanno minato la stazza. Il fusto è molto contorto e nodoso, attraverso una sedie di biforcazioni di grossi rami riesce a reggere l’imponente chioma.

Il caratteristico tronco contorto e aggrovigliato sembra testimoniare i segni del tempo lasciati sull’albero donando allo stesso un fascino unico. Sembra quasi che l’albero apra la bocca per raccontarci le sue storie!

Storia dell’Olivo dei Crociati

É conosciuto come l’Olivo dei Crociati perché si narra che i semi furono portati in patria dai Crociati che rientravano da Gerusalemme. Poco fuori la vecchia città di Gerusalemme vi è infatti il Getsemani, parola aramaica che significa frantoio, che è un piccolo oliveto sul Monte degli Ulivi, nel quale Gesù Cristo, secondo i Vangeli, si ritirò dopo l’Ultima Cena prima di essere tradito da Giuda e arrestato. Il luogo è noto anche come Orto degli ulivi.

Affascianti da questa storia i monaci che coltivavano la terra in quella zona piantarono quei semi e lì nacque l’albero che vediamo oggi.

Ma attenzione! Anche se sarebbe bello credere a questa storia e al legame sacro tra la natura e gli eventi storici, non possiamo fare affidamento al nome “Olivo dei crociati” per ricostruire la sua origine.

Le crociate si sono combattute tra l’XI e il XIII secolo, si parla di almeno 600 anni dopo la datazione attribuita all’albero. É probabile dunque che questo nome sia stato coniato in tempi più recenti dai contadini locali, che vedendo in quel luogo l’albero da sempre, utilizzavano le crociate solo come termine di paragone di un evento molto lontano nel tempo e non come reale momento storico.

Gli animali che abitano l’Olivo dei Crociati

La pianta monumentale è frequentata da merli (Turdus merule) ed upupe (Upupa epops) e alla sua base vi è la tana di una volpe (vulpes vulpes).

La presenza di questi animali è testimonianza del ruolo fondamentale degli alberi monumentali all’interno dell’ecosistema urbano.

Le città che conservano reti di spazi verdi, soprattutto di impianto storico, e luoghi sopravvissuti al cemento, hanno una maggiore ricchezza di specie di uccelli. Testimoni di un passato naturale imponente come questo tengono viva la biodiversità locale.

Fonti:

http://www.agricoltura.regione.campania.it/foreste/monum/alberi_monumentali_index.html

Gli alberi secolari della Campania, testimoni viventi della storia. Volume realizzato con il contributo della Regione Campania Assessorato al Governo del Territorio e con la collaborazione del comando Regionale del Corpo Forestale dello Stato.

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