Il sentiero della Sgarrupa è un percorso montano che collega Tramonti, polmone verde della Costiera amalfitana, con la località San Martino di Cava de’ Tirreni. Fa parte della rete sentieristica dei Monti Lattari e rappresenta uno dei tragitti meno battuti e quindi più avventurosi dell’area.
La partenza: il Bosco delle Chiancolelle
Il punto di partenza è il Bosco delle Chiancolelle, area verde non molto distante dal Valico di Chiunzi, sita tra i comuni di Pagani, Nocera Inferiore e Tramonti. Dal bosco si snodano diversi sentieri con vedute panoramiche sull’Agro Nocerino Sarnese e il Vesuvio, tra cui un percorso di trekking che porta fino alla località Torretta di Pagani e un’adrenalinica pista di ciclismo montano, sterrata e in discesa, che termina al Santuario di Santa Maria dei Miracoli di Nocera Inferiore.
L’area del bosco è un naturale punto di congiunzione tra la valle del Sarno e la Costiera amalfitana. Nel raggio di poche centinaia di metri si passa infatti dalla vista sul golfo di Napoli a quella sul golfo di Salerno.
La salamandra pezzata
Il sentiero della Sgarrupa prosegue in direzione opposta rispetto ai percorsi che portano a Pagani e Nocera. Il percorso è classificato con il numero 316 dalle sezioni CAI di Cava de’ Tirreni e Castellammare di Stabia, che insieme collaborano alla rete sentieristica dei Monti Lattari.
Inoltrandosi nel sentiero si incontrano diverse sorgenti. La prima è la Sorgente della Salamandra, habitat della salamandra pezzata, raro esemplare dal colore nero con macchie gialle. L’anfibio lega la sua riproduzione all’acqua, poiché le larve sono partorite proprio in pozze o ruscelli calmi e poco profondi. Fondamentale poi è la presenza di acqua limpida. Si tratta di una specie a rischio di estinzione presenti in alcune aree dei Monti Lattari, come la Valle delle Ferriere. L’associazione tramontana Acarbio ha promosso la salvaguardia ambientale della sorgente, imprescindibile per garantire la sopravvivenza dei girini delle salamandre.
La Fontana della Sgarrupa e l’instabilità dell’area
Il percorso prosegue per la Sorgente di Santa Maria del Monte Albino, si costeggia poi un’ex caserma della forestale e dopo aver superato un rudere montano si giunge alla Fontana della Sgarrupa, dove è strato attrezzato un piccolo spazio pic-nic nei pressi di un’edicola votiva.
Inoltrandosi nella profondità del sentiero si prende coscienza del rischio idrogeologico dell’area. Ci troviamo sul massiccio del Monte Albino, nella cui area pedemontana, a Nocera Inferiore, si è verificato un importante fenomeno franoso nel 2005. Sono frequenti lungo il percorso gli alberi in condizioni precarie, con radici spesso fuoriuscite dal terreno e diventate quasi delimitazioni rocciose del sentiero. Il paesaggio diventa gradualmente caratterizzato da alberi in posizione quasi orizzontale.
L’arrivo: l’eremo di San Martino a Cava de’ Tirreni
Il percorso passa nell’area del Monte Mammone, a Nocera Superiore. Lì una bretella del sentiero permette di raggiungere la Grotta di Annibale, cavità dove la credenza locale ritiene si sia riparato Annibale con l’esercito cartaginese nel 216 a.C.
Il sentiero termina a San Martino, frazione di Cava de’ Tirreni, dove si gode di una veduta panoramica sulla città e sul golfo di Salerno. Ci troviamo nei pressi dell’eremo di San Martino, antico monastero di cui gli storici fanno risalire la fondazione al IX secolo d.C.
La natura capovolta
Un raro anfibio, un terreno franoso, la notevole biodiversità vegetale e alberi che sembrano in più punti dei precari ponti sospesi. Il sentiero della Sgarrupa è un percorso non convenzionale, dove instabilità, storia e bellezza convivono. Basti pensare al termine napoletano “sgarrupato”, traducibile come rovinato, cadente, sfasciato.
Lungo circa 6 km, si può percorrere in due ore, ma trovare la strada giusta non è così semplice tra tronconi che invadono il percorso e rigogliosa vegetazione. Non mancheranno salite, dolci tratti pianeggianti e complicate discese. La natura capovolta proverà più volte a prendersi gioco dei viandanti, ripagando però lo sforzo con la bellezza della flora che si rivela improvvisamente.
Riferimenti:
- https://www.caimontilattari.it/sentiero/316/
- http://www.cielomareterra.org/node/156
- https://www.parrocchiadelrovo.it/parrocchia/eremo-di-s-martino/
- Legambiente Campania; Monte Albino dieci anni dopo la frana: gestire il rischio frana e valorizzare il patrimonio naturale; 2015
- Alessandro Minelli; La fauna in Italia; 2002
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