Regista, attore, sceneggiatore italiano, vincitore di premi Oscar, Vittorio De Sica ha sempre avuto un rapporto speciale con la città di Napoli. Celebrata in musiche e film, Napoli è stata una delle città del cuore del grande De Sica. Conosciamo meglio la sua vita e il rapporto con Napoli.

Vittorio De Sica: uno dei cineasti più influenti della storia del cinema

Autore di film come Ladri di Biciclette, Il giardino dei Finzi Contini, Sciuscià, Matrimonio all’Italiana, Vittorio De Sica ha reso celebre il cinema nostrano in tutto il mondo. Originario di Sora, in provincia di Frosinone, nel 1901, già all’età di quindici anni si esibiva come attore dilettante per i militari ricoverati negli ospedali. Visse entrambe le guerre mondiali, eventi che lo segnarono per sempre e che lo resero uno dei massimi esponenti del Neorealismo italiano, modello di cineasta seguito in tutto il mondo.

Vittorio De Sica

I suoi esordi iniziarono al teatro e in piccoli film muti, ma sicuramente le prime pellicole che lo resero celebre furono quelli del cinema dei telefoni bianchi. Questi film venivano denominati così per la presenza di questi telefoni bianchi, parte di arredo che era simbolo di uno status sociale borghese anche con lo svilupparsi dell’Art décò. I film infatti erano molto leggeri e raccontavano una vita distante dalla realtà italiana dell’epoca, come ”Gli uomini che mascalzoni ”di Camerini, in cui il protagonista maschile era proprio Vittorio De Sica.

Essendo film tipici degli anni Trenta e Quaranta, la situazione sociale era ben diversa da quella espressa da questi film e con l’arrivo del fascismo questa tipologia di opere filmiche vennero pian piano eliminate dalle produzioni, data la valenza politica dell’arte cinematografica che il fascismo voleva sfruttare come propaganda, uno degli esempi iconici sono i film dell’ Istituto Luce.

Vittorio De Sica in ” Gli uomini che mascalzoni”

Vittorio De Sica e la canzone Napoletana

A causa dell’epidemia di colera fu imposto di non poter mangiare fichi ma, pur di comprarli perché costavano poco, la madre di Vittorio De Sica si faceva aiutare da lui ancora piccolo che distraeva i militari, cantando le canzoni del repertorio napoletano. Dopo essere diventato attore decise di incidere alcuni classici della musica napoletana.

Ernesto Murolo ne parlò negativamente affermando come non fosse adatto per quella tipologia di musica, mentre Enzo Lucio Murolo, ideatore della sceneggiata, ne esaltò le capacità affermando di quanto fosse in realtà un vero napoletano. Nel 1968 partecipò come autore al Festival della Canzone Napoletana, dove scrisse  Dimme che tuorne a mme!

Vittorio De Sica canta Munasterio ‘e Santa Chiara

Elogio alla città : L’oro di Napoli

L’oro di Napoli è un film di Vittorio De Sica diviso in sei episodi, che vede tra i personaggi principali attori del calibro di Sophia Loren, Eduardo De Filippo, Paolo Stoppa, Totò e lo stesso De Sica. L’opera rappresenta varie sfaccettature della città, espresse dai suoi personaggi più tipici. Il film fu lodato per la capacità di esprimere a pieno la tradizione e la cultura partenopea, ovviamente tramite i suoi attori tipici.

Celebri sono le scene della pizza di Sophia Loren, o del pernacchio di Eduardo de Filippo. Il film tra i vari protagonisti della cultura cinematografica del nostro paese ha anche la firma di Cesare Zavattini, il più grande dei Neorealisti italiani. Tra De Sica e Cesare Zavattini ci fu una lunghissima collaborazione durata anni. I due hanno firmato i più grandi capolavori della storia del cinema, di cui molti ambientati proprio nella nostra città.

Sophia Loren in ”L’oro di Napoli”

 “Nu cafone ‘e fora può amare Napoli più di un napoletano”

Vittorio De Sica

Bibliografia

Giancarlo Governi, Parlami d’amore Mariù. La vita e l’opera di Vittorio De Sica, edizioni Nuova Eri, 1991

Maria MercaderLa mia vita con Vittorio De Sica, edizioni Mondadori, 1978

Emi De Sica, Lettere dal set, edizioni SugarCo

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